Coronavirus. 15 giugno. 303 nuovi casi, ma l’85,4% in Lombardia, e solo 26 i decessi. Età media dei deceduti è 82 anni, ma gli infettati sono più giovani. A Pechino 100 nuovi casi

Coronavirus. 15 giugno. 303 nuovi casi, ma l’85,4% in Lombardia, e solo 26 i decessi. Età media dei deceduti è 82 anni, ma gli infettati sono più giovani. A Pechino 100 nuovi casi

Il totale delle persone che hanno contratto il virus è di 237.290, con un incremento rispetto a ieri di 303 nuovi casi (di cui 259 in Lombardia, l’85,4%). Rispetto a ieri i deceduti sono 26 e portano il totale a 34.371. Zero nuovi casi in 9 Regioni. E’ quanto emerge dai dati del servizio nazionale della Protezione civile sul monitoraggio sanitario relativo alla diffusione del Coronavirus sul nostro territorio. Il numero totale di attualmente positivi è di 25.909, con una decrescita di 365 assistiti rispetto a ieri. Tra gli attualmente positivi, 207 sono in cura presso le terapie intensive, con una decrescita di 2 pazienti rispetto a ieri. Le persone ricoverate con sintomi sono 3.489, con un decremento di 105 pazienti rispetto a ieri; 22.213 persone, pari all’86% degli attualmente positivi, sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi. Il numero complessivo dei dimessi e guariti sale invece a 177.010, con un incremento di 640 persone rispetto a ieri.

Lo studio dell’Istituto Superiore di Sanità: l’età media dei deceduti sale a 82 anni, ma infettati sono più giovani

L’età media dei deceduti positivi a Covid-19 è andata progressivamente crescendo da marzo a giugno al punto che, se si prendono i dati prima del 4 maggio e dopo questa data si passa da 79,8 a 82,5 anni. Lo ha rilevato uno studio dell’Istituto superiore di sanità, secondo cui il fenomeno potrebbe essere dovuto a una serie di fattori legati all’assistenza sanitaria: da una migliore capacità di trattamento dell’infezione a una migliore organizzazione nel contrasto dell’epidemia. L’età media dei casi diagnosticati più recentemente si è abbassata di almeno 6-7 anni rispetto al periodo precedente e questo anche aiuta a spiegare una riduzione del rischio di morte. Nell’analisi sono stati presi in considerazione circa 30mila decessi avvenuti prima del 4 maggio e più di 3mila dopo questa data. Per le donne l’età media è passata da 83,1 a 85,1 anni, mentre per gli uomini da 77,6 a 79,1. “L’età media della popolazione deceduta per Covid-19 va progressivamente aumentando dopo la metà di marzo – commentano gli autori – Questo può essere legato a diversi fenomeni: migliore capacità di trattamento dell’infezione, migliore organizzazione sanitaria per contrastare l’epidemia soprattutto in una fase senza un sovraccarico delle strutture sanitarie dedicate alle persone con Covid-19, e anche all’esecuzione di un maggior numero di tamponi che nei mesi più recenti sono stati eseguiti anche in pazienti molto anziani e complessi (per esempio in Rsa), in cui non sono stati eseguiti nelle prime fasi dell’epidemia (mese di marzo). Questo può aver determinato un aumento dell’età media dei deceduti diagnosticati”. Il numero di decessi – hanno rilevato gli esperti del dipartimento di Malattie cardiovascolari, endocrino-metaboliche e invecchiamento e di quello di malattie infettive dell’ISS – va progressivamente riducendosi dalla fine di marzo fino ai primi giorni di giugno. Questo dato riflette il basso numero dei diagnosticati dopo tale data. Inoltre, nell’ultimo mese – concludono – le Regioni sono verosimilmente riuscite a diagnosticare casi meno gravi rispetto alla fase precedente e questo anche si riflette in una apparente riduzione della letalità.

La situazione nel mondo. Contagi sempre più diffusi negli Usa e in America Latina

Gli Stati Uniti hanno registrato 382 nuovi decessi per il coronavirus nelle ultime 24 ore, il bilancio giornaliero più basso da alcune settimane, secondo quanto riferito dalla Johns Hopkins University nel suo ultimo aggiornamento. Il totale delle vittime per il Covid-19 nel Paese è salito a 115.732. Gli Stati Uniti detengono il più alto numero di contagi, con almeno 2.094.069 persone infettate dal coronavirus, con un incremento giornaliero che si aggira ormai da giorni intorno ai 20mila contagi.  Ha superato il milione e 650mila casi invece il bilancio totale dei contagiati in America Latina e Caraibi, con quasi 80 mila vittime accertate. Secondo la ricognizione effettuata dal Sir sui dati ufficiali, infatti, il totale dei contagi al 14 giugno è di 1.657.717 persone finora contagiate e di 79.905 morti. Nel fine settimana sono parsi in lieve miglioramento, anche se ancora drammaticamente alti, i dati del Brasile, dove ieri i nuovi casi sono stati circa 17mila, contro gli oltre 30mila giornalieri della settimana scorsa, con circa 600 vittime. Si registra un aumento notevole di contagiati anche in Cile, dove sta iniziando la stagione invernale (ieri circa 7mila casi e circa 220 vittime).

Pechino. Un centinaio di nuovi casi fa allarmare la città

I casi registrati a Pechino, “circa un centinaio, per ora senza morti registrate correlate a Covid-19”, mostrano che “tutti devono essere preparati a possibili nuovi focolai, che ci preoccupano sempre. Bisogna considerare infatti che la maggioranza della popolazione mondiale è ancora oggi suscettibile all’infezione, dunque bisogna essere pronti” afferma Maria Van Kerkhove, responsabile tecnico dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per il coronavirus, in conferenza stampa a Ginevra. “Pechino – assicura – ha attivato tutte le misure necessarie, come fecero anche Singapore, Corea del Sud e Giappone”. “Ci aspettiamo un’immediata risposta – ha aggiunto Michael Ryan, capo del programma per le emergenze sanitarie dell’Oms – anche se è sempre preoccupante osservare nuovi cluster. Stiamo monitorando la situazione con i nostri esperti basati in Cina e se sarà necessario invieremo altri esperti, siamo in contatto con le autorità cinesi e daremo tutto il supporto necessario. In ogni caso – conclude – la Cina, così come altri paesi, ha imparato molte lezioni negli ultimi 6 mesi e ha costruito una significativa capacità di contenere i contagi, ciò non toglie che continueremo a monitorare”.

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