
I comitati del No alla riduzione del numero dei parlamentari hanno inviato una lettera (che alleghiamo) al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, con la quale chiedono che il governo fissi la nuova data del referendum costituzionale, che si sarebbe dovuto svolgere lo scorso 29 marzo. Nella lettera, già trasmessa alla presidenza del Consiglio dei Ministri dai comitati che sostengono il fronte del NO, si legge “Riteniamo opportuno e necessario che venga decisa contestualmente a quella per le elezioni regionali e comunali anche la data del referendum costituzionale, o quanto meno indicata la data di massima se si ritiene di decidere effettivamente più avanti, purché venga rispettato il principio che modifiche della Costituzione debbono essere affrontate in modo distinto da altre occasioni di esercizio del voto”.
Il coordinatore nazionale dei Comitati noiNO, Andrea Pruiti Ciarello, dichiara: “siamo consapevoli che l’attuale periodo emergenziale possa fare apparire secondarie le questioni riguardanti il referendum costituzionale, ma l’Italia è una democrazia matura e questioni di principio non possono essere sempre accantonate a causa dell’emergenza sanitaria. Ci sembra doveroso evidenziare che l’indizione di un eventuale “Election Day” si pone come un elemento estraneo al nostro sistema costituzionale, che limiterebbe, fino ad annullarla, la necessaria campagna di informazione referendaria. Contro l’Election Day ci batteremo con ogni strumento che l’Ordinamento ci mette a disposizione, perché riteniamo di svolgere un servizio a difesa della nostra Costituzione, nell’interesse di tutti i cittadini italiani e non solo di una parte”.
Massimo Villone, presidente del Comitato del no del Coordinamento della democrazia costituzionale, dichiara: “Riteniamo importante che il referendum costituzionale non confluisca con votazioni di altra natura, e possa avere una sua specifica campagna elettorale che ponga in piena evidenza davanti al corpo elettorale le questioni di merito. La riforma in questione è di grande rilievo per l’architettura istituzionale e il sistema politico, incidendo sulla rappresentatività delle assemblee e sulla partecipazione, strutture portanti della nostra democrazia. È indispensabile che elettrici ed elettori, di qualsivoglia orientamento, siano messi in grado di esprimere un voto pienamente consapevole della portata e degli effetti della decisione popolare”.
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