
Avviso comune tra Federbeton e le organizzazioni sindacali di settore Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil per predisporre all’interno degli impianti le misure per far fronte all’emergenza sanitaria e garantire la ripresa in sicurezza dell’attività produttiva. Ad annunciarlo è Federbeton in una nota. Applicando tempestivamente le istruzioni oggetto dell’intesa, le imprese del comparto produttivo del cemento implementeranno, incrementandole laddove necessario, le misure preventive anti-contagio contenute nel documento quadro ”Protocollo condiviso di regolazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro” sottoscritto da Confindustria, Cgil, Cisl e Uil e recepito dal Dpcm 10 aprile 2020. Da sempre impegnata sul fronte della sicurezza nelle fasi di produzione e fornitura del materiale, la filiera del cemento, sottolinea la nota, si dota oggi di uno strumento ulteriore, pensato per salvaguardare la salute delle persone. Un valore, quest’ultimo, che le imprese del comparto considerano di primaria importanza, anche in ragione della dislocazione di alcuni stabilimenti proprio nelle zone più colpite dall’emergenza sanitaria. Solo assicurando la massima prevenzione a tutela della sicurezza e della salute all’interno degli impianti, sarà possibile centrare l’obiettivo al quale tutto il Paese guarda: riaprire le attività produttive e rilanciare l’economia. Né la filiera delle costruzioni né il sistema economico nazionale, infatti, possono prescindere dal contributo del comparto del cemento, funzionale alla realizzazione delle grandi e piccole opere di cui il Paese ha bisogno. Senza una riapertura di stabilimenti produttivi e cantieri, non sarà possibile consegnare alla comunità edifici e infrastrutture sicure, sostenibili e durature, che possano fare da volano alla ripresa economica e da cornice per un ritorno all’auspicata normalità.
In considerazione delle caratteristiche peculiari dell’industria del cemento, le Linee Guida sviluppate da Federbeton abbracciano tutte le fasi del processo produttivo, compresa la gestione di fornitori e altri soggetti che possano trovarsi a interagire con il personale attivo all’interno degli stabilimenti. Non solo: il documento individua procedure e misure capaci di trovare applicazione in tutti gli impianti della filiera che – per propria natura o localizzazione geografica – possono avere esigenze anche assai differenti, sia in termini di specifiche normative Covid regionali sia in ragione di particolari dinamiche di produzione. Con lo stesso obiettivo di ripartire al più presto garantendo la sicurezza degli operatori coinvolti, anche l’Atecap, che in Federbeton rappresenta il comparto del calcestruzzo preconfezionato, ha messo a punto un documento di riferimento per le proprie imprese. Applicando le “Misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro”, anche le forniture di calcestruzzo preconfezionato in cantiere, saranno effettuate nel pieno rispetto degli standard di sicurezza anti-contagio.
Per FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil “Le linee guida contenute in questo accordo sono valide per tutto il settore e potranno poi essere implementate e rese piu’ cogenti alle diverse realtà produttive e territoriali dalle Rsu/Rls e dai Comitati aziendali di verifica del Protocollo del 14 marzo scorso”. “Siamo soddisfatti di questo accordo – prosegue la nota unitaria – lo riteniamo qualificante per la ripartenza dell’intero settore nel segno della qualità, mettendo al centro sicurezza, estendendo la sua azione ad appaltatori e fornitori esterni, prevedendo sanificazioni quotidiane, fornitura di sistemi di protezione, informativa chiara, con una attenzione particolare al benessere organizzativo. Inoltre – proseguono – l’accordo prevede l’attivazione dei CAR (comitati aziendali per la ripartenza), la costituzione di una commissione tecnico/scientifica di indirizzo e controllo dell’applicazione del protocollo, che si potrà avvalere di figure appartenenti a discipline differenziate, e 2 ore di assemblee retribuite da dedicare all’esame e alla discussione delle problematiche connesse alla gestione dell’emergenza Covid 19 in tutte le sue fasi”, concludono i sindacati.
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