
Incremento di 2648 persone attualmente positive e un trend sostanzialmente stazionario nell’ambito dei valori comunicati i giorni scorsi. Questo il giudizio del capo della Protezione civile Borrelli nella quotidiana conferenza stampa di aggiornamento della situazione relativa al contagio da coronavrus. Il totale delle persone attualmente positive è 28.710, di cui 12.090 sono in isolamento domiciliare, 14.363 ricoverati con sintomi e 2257 sono le persone in terapia intensiva. “Purtroppo – ha aggiunto Borrelli – oggi il dato dei deceduti è 475 morti”. I dati – ha spiegato il capo della protezione civile – non comprendono quelli della regione Campania che non sono arrivati in tempo utile per la comunicazione. Inoltre, oggi i guariti sono 1.084, il totale delle persone che hanno superato il coronavirus sale a 4.025. “Quello di oggi è un numero di guariti veramente importante – ha detto Borrelli – si tratta del 37% in più rispetto a ieri”. La notizia purtroppo più triste è che sono 475 le persone affette da coronavirus decedute nelle ultime 24 ore. E’ il numero più alto di vittime che si registra dall’inizio dell’emergenza. E’ prematuro poi “dare un giudizio e prendere decisioni” a proposito di riapertura dei negozi e delle scuole, quindi “per quelle che sono le valutazioni sulla base delle indicazioni della parte scientifica, dovremo aspettare ancora una settimana e poi si potranno vedere le tendenze che si andranno a consolidare” ha detto ancora Borrelli.
Sul piano delle notizie di natura medico-scientifica è intervenuto il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferri. Intanto, ha confermato che usare il plasma dei guariti per curare i malati, come suggerito dagli specialisti giunti dalla Cina, “è una delle sfide piu’ suggestive ma per essere utilizzato c’e’ bisogno di alcuni presupposti, su tutti il poter dosare la quantita’ di anticorpi presente nel plasma dei guariti perche’ ognuno ha risposta anticorpale diversa”. “Ad oggi non abbiamo tecniche standard su questo- ammette Brusaferro- e’ uno dei limiti che abbiamo ma non vuol dire che non lo avremo nei prossimi giorni e settimane. Laddove lo svilupperemo potremo selezionare il plasma di chi ha risposte anticorpali significative e usarle per supportare le difese immunitarie delle altre persone. Confido nei ricercatori, nelle aziende e nei centri di ricerca che stanno lavorando su questo. Prossimamente avremo una risposta, non in tempi remoti, e’ un’opzione sicuramente interessante”. Inoltre, ha aggiunto Brusaferro, l’età media delle persone morte in Italia per Covid-19 non è molto diversa dai dati presentati in precedenza e resta “sostanzialmente intorno agli 80 anni, riguarda prevalente gli uomini, mentre le donne sono soltanto il 30%. Sostanzialmente la differenza di età fra i deceduti e le persone che contraggono l’infezione è di quasi 15 anni. E’ una realtà dunque che colpisce soprattutto le persone anziane, tanto che il picco maggiore dei deceduti si registra nella fascia di età fra 80 e 89 anni”. I dati dunque non sono diversi rispetto ad alcuni giorni fa. Altro elemento importante sono le patologie pregresse, che tra loro possono rendere fragili le persone: fibrillazione arteale, ictus, ipertensione, demenza, diabete, cancro, insufficienza renale. “Quando andiamo ad analizzare la mortalita’ – ha proseguito Brusaferro – il 48,5% ha tre o piu’ patologie, il 25,6% ha due patologie il resto una patologia. Soltanto lo 0,8% risulterebbe avere zero patologie. La sintomatologia prevalente e’ costituita da febbre e difficolta’ respiratoria, questi sono i due elementi piu’ importanti, che colpisce 2 persone su 4. Nei decessi al di sotto dei 50 anni troviamo persone che sono affette da patologie cardiovascolari, diabete, disturbi renali quindi ancora una volta particolarmente fragili”.
Governo. Vertice di maggioranza convocato da Conte
Si e’ svolto nel pomeriggio un vertice di maggioranza convocato, a quanto si apprende da fonti parlamentari, per fare il punto sulle misure messe in campo per contrastare l’emergenza coronavirus, sia dal punto di vista sanitario sia dal punto di vista delle misure economiche. Durante la riunione si sarebbe anche fatto il punto sulle ulteriori misure da mettere in campo. Un nuovo decreto per le imprese e la crescita e’ gia’ stato annunciato per aprile. Infine, durante il vertice ci si sarebbe concentrati su come rendere piu’ veloci i decreti ministeriali che seguiranno al Cura Italia. Alla riunione hanno partecipato i capi delegazione dei partiti al governo, fra cui Dario Franceschini per il Pd e Teresa Bellanova per Italia Viva, e i ministri economici, a cominciare dal responsabile di Via XX Settembre, Roberto Gualtieri che ha sottolineato la necessita’ di “attuare le misure, lavorare pancia a terra perche’ occorrera’ fare di piu'”. Un vertice convocato dal premier, Giuseppe Conte, a Palazzo Chigi con ministri e vice e’ servito proprio per dare un’accelerata all’attuazione delle misure e a valutare possibili aggiustamenti per norme nate velocemente e varate nel clima emergenziale degli ultimi giorni. Una soluzione potrebbe quindi essere trovata ad esempio per garantire un’indennita’ anche ai lavoratori domestici, per tutelare i rider ancora al lavoro e particolarmente esposti al rischio contagio e per elargire i 600 euro degli autonomi anche ai professionisti che non fanno riferimento all’Inps ma alle loro rispettive Casse. Per loro ci sono 300 milioni, ha chiarito il ministro dell’Economia, va solo chiarito come distribuirli. Quello del bonus resta uno dei temi chiave per i settori piu’ colpiti dalle chiusure imposte per legge. Gualtieri ha ribadito che non sara’ una tantum, ad aprile ci sara’ una proroga ma il meccanismo sara’ probabilmente rimodulato in base al reddito o alle perdite accumulate. L’intervento ‘a pioggia’ del Cura Italia, mai visto in queste dimensioni e destinato a 6 milioni di lavoratori, ha tenuto a precisare il ministro, potrebbe insomma diventare piu’ mirato. Del resto anche oggi Gualtieri ha ribadito il suo appello: nel richiederlo serve senso di responsabilita’. Giovani avvocati si’, ricchi studi no.
La Germania nella bufera della crisi da coronavirus. Merkel parla a reti unificate del momento più drammatico dalla fine del secondo conflitto mondiale
E’ la prima volta che Angela Merkel si rivolge direttamente ai tedeschi dagli schermi televisivi, a parte il tradizionale discorso per l’anno nuovo. Un drammatico appello ai suoi concittadini affinché capiscano “che la situazione va presa sul serio”. La cancelliera non ha dubbi: “Dalla seconda guerra mondiale ad oggi non c’è stata nessun’altra sfida nei confronti del nostro Paese nella quale tutto sia dipeso così tanto dalla nostra azione solidale”, dice rivolta verso le telecamere dal suo ufficio con vista sul Bundestag e con le bandiere tedesca e dell’Ue alle spalle. “La nostra concezione di normalità, di vita pubblica, dello stare insieme nella socialità: tutto questo viene messo alla prova come mai prima”, scandisce la cancelliera. “E così come ognuno di noi può essere colpito dal virus, così ognuno di noi deve adesso dare una mano. Dobbiamo mostrare che sappiamo agire con il cuore e con la ragione, e così salvare le vite, anche se non abbiamo mai vissuto niente del genere nella nostra esistenza”. Non è un caso che Merkel abbia scelto oggi per parlare alla nazione: è il giorno in cui la Germania supera quota 10 mila contagiati, ma anche il giorno nel quale il Robert Koch Institut evoca il rischio di 10 milioni di persone infette dal coronavirus se i tedeschi non si atterranno rigidamente alle regole. “E’ una crescita esponenziale”, ribadisce il capo del centro epidemiologico tedesco, Lothar Wieler. “Siamo a due settimane di distanza dall’Italia”. Il messaggio che Angela Merkel vuole trasmettere ai tedeschi è chiaro: “La cosa più urgente” è di far comprendere che tutte le misure prese “finiscono nel vuoto se non riusciremo ad attuare lo strumento più efficace nella lotta alla diffusione del virus: noi stessi”. Fa intendere, Merkel, che non sono escluse ulteriori misure, se quelle già decise – le chiusure dei locali pubblici e dei negozi, le limitazioni agli spostamenti, le scuole e gli asili serrati – non dovessero bastare: “Attenetevi alle regole. Come governo valuteremo di volta in volta cosa si può correggere e cosa sia ancora necessario”. Per la cancelliera, “la priorità è di rallentare il virus e di guadagnare tempo, per poter sviluppare farmaci e vaccini”. Lo scenario da scongiurare è quello degli “ospedali sopraffatti” dai ricoveri, e “non si tratta di statistica, ma di un padre o di un nonno, di una madre o di una nonna, di una partner o di un partner: sono persone”. Ovvio che il governo tedesco “farà di tutto” per contrastare l’impatto economico della crisi da coronavirus e che si impegnerà “a preservare soprattutto i posti di lavoro”, ribadisce la cancelliera. Ma è chiaro già così che “il coronavirus sta cambiando drammaticamente la nostra vita: milioni di voi non possono recarsi al lavoro, i vostri bambini non possono andare a scuole, i cinema, i teatri e i negozi sono chiusi”. Tutto il Paese sembra con il fiato sospeso. Come d’altronde lo sono l’Europa, gli Stati Uniti e il mondo intero.
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