
Settimana intensa sul piano del governo, del Parlamento e degli avvenimenti politici. Si parte dalla Giustizia. La pdl Costa è già approdata in Aula nonostante la bocciatura in commissione, ma la maggioranza – per evitare nuove spaccature in Assemblea – ha chiesto e ottenuto il rinvio del provvedimento in commissione. E ora la commissione ha ripreso l’esame del provvedimento. Anche la riunione del Cdm della prossima settimana, qualora davvero il ddl sulla riforma del processo penale dovesse esser all’ordine del giorno della convocazione, potrebbe trasformarsi in un nuovo terreno di scontro tra M5s, Pd e Leu da una parte e Iv dall’altra: i renziani, infatti, potrebbero non dare il loro via libera alla riforma per proseguire la battaglia sulla prescrizione. Nel ddl Bonafede, infatti – è una delle ipotesi in campo in queste ore – potrebbe confluire il ‘lodo Conte bis’, che modifica l’attuale nuova normativa proprio in tema di prescrizione. Insomma, il tema continua a dividere i giallorossi, e al momento non si profila all’orizzonte una rasserenamento del clima.
Zingaretti: l’accordo è un buon punto di arrivo. Renzi: la prescrizione cambierà, il governo non salta, e non diventiamo grillini
“Sulla prescrizione mi sembra che ci sia la conferma di un buon punto di arrivo che ci permette ora di riaccendere l’agenda per il lavoro e la crescita, lo sviluppo e gli investimenti, sulla scuola, l’economia e il lavoro ripartendo da uno spirito che deve essere unitario”, ha detto il segretario del Pd Nicola Zingaretti a margine della sua partecipazione alla Bit, a fieramilanocity. “Non se ne può più di polemiche e di picconate – ha aggiunto – gli italiani si aspettano una comunità che produca i fatti. Ora avanti tutta per dare risposte a un Paese che se lo aspetta”.
In un lungo post sul suo profilo Facebook, Matteo Renzi affronta invece il capitolo giustizia, replicando al Pd. “Ci stanno insultando, mandano le veline ai giornali per farci apparire antipatici, fanno retroscena per dire che hanno vinto loro. Il massimo argomento tecnico che sanno usare contro di noi sono i sondaggi, non il merito delle leggi: anche questo è populismo. Lo ribadisco qui: la legge Bonafede cambierà. Come e quando cambierà dipende dalle arzigogolate tattiche parlamentari. Ma nella sostanza: noi non ci fermeremo finché gli avvocati e i magistrati continueranno a dire che le proposte di Bonafede sono incostituzionali. Questa battaglia – continua Renzi – non è una battaglia facile perché è una battaglia difficile da spiegare, tecnicamente complicata, lunga nelle procedure. Nessuno vuol far cadere il governo ma non accetteremo mai di diventare grillini. Meno che mai sulla giustizia”, conclude Renzi.
Salvini a processo sulla Gregoretti? Lo deciderà il Senato
Altro appuntamento clou della settimana è il voto in Aula del Senato sul cosiddetto ‘Caso Gregoretti’, ovvero la richiesta a procedere nei confronti dell’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini, accusato di “sequestro di persona”, relativamente ai 131 migranti bloccati lo scorso luglio per quattro giorni al largo di Augusta, sulla nave Gregoretti della Guardia Costiera. L’esito del voto non dovrebbe creare problemi alla maggioranza: Pd, Iv, M5s e Leu hanno infatti già votato compatti in Giunta e si apprestano a bissare il voto favorevole all’autorizzazione a procedere chiesta dal Tribunale dei ministri di Catania. Tutto sembra destinato a giocarsi sul filo dei voti, in una prova di forza che vede già schierati la maggioranza intera per il “sì” e il centrodestra per il “no”. I due blocchi si erano già definiti in Giunta, il 20 gennaio scorso, quando la maggioranza decise di non partecipare al voto solo per rinviare la votazione e non offrire a Salvini il destro per “fare la vittima” in campagna elettorale. Obiettivo mancato, visto che per reazione la Lega votò a favore dell’autorizzazione, mobilitando subito la base con la richiesta di digiuno perché “Matteo Salvini rischia la galera per aver difeso la patria”. La reclusione, in effetti, è uno dei possibili epiloghi in caso di processo. Il Tribunale dei ministri di Catania – responsabile del fascicolo sulla nave Gregoretti dove furono trattenuti 131 migranti a bordo dal 25 al 31 luglio scorsi – ha indagato l’ex ministro dell’Interno per sequestro di persona aggravato dalla qualifica di pubblico ufficiale, dall’abuso di poteri, e dall’aver commesso il fatto anche in danno di soggetti minori. Secondo i giudici non c’era alcun rischio per l’ordine pubblico che potesse giustificare la decisione di impedire lo sbarco dei migranti. Neanche in relazione alle normative dei decreti sicurezza, visto che la nave in questione è della Guardia Costiera. Dalla documentazione raccolta, inoltre, risulterebbe che Salvini abbia agito in piena autonomia rispetto al governo e allo stesso presidente del Consiglio. Quanto a Open Arms, “questo caso è più complesso – ha ammesso il presidente della Giunta, Maurizio Gasparri (Fi) – c’è un carteggio tra il presidente del Consiglio e il ministro dell’Interno ad agosto, è intervenuto il Tar, c’è una oggettiva maggiore complessità”.
La maggioranza alle prese con i tavoli dell’Agenda 2023
Intanto, partono da domani, a palazzo Chigi, i tavoli di approfondimento sulle singole tematiche che saranno al centro del confronto tra le forze che sostengono l’esecutivo per l’Agenda 2023. Nuovi appuntamenti sono in programma giovedì 13 e venerdì 14 febbraio. Infine, la settimana si chiude con la manifestazione in piazza San Silvestro promossa dal Movimento 5 stelle a difesa del taglio dei vitalizi. Una manifestazione che ha creato qualche malumore sia all’interno della maggioranza (con il Pd che giudica l’iniziativa “un errore”), che all’interno del Movimento stesso. “Nel campo del centrosinistra c’è una forza politica che dalla Val d’Aosta alla Sicilia combatte contro le destre e il loro messaggio di violenza e questa forza si chiama Pd. Ora bisogna essere molto umili, molto combattivi, recuperare capacità di ascolto e proposta, perché migliaia, forse milioni di persone stanno guardando a questa forza politica fatta di persone che vogliono dare una mano a questo paese” ha detto Nicola Zingaretti, segretario del Pd, parlando al Pilastro, quartiere periferico di Bologna dove ha partecipato alla presentazione del libro ‘La Regione orizzontale’ del sindaco Virginio Merola. “Abbiamo scelto – ha detto – di avere due grandi fronti di intervento: da una parte aiutare il governo a fare meglio a dare soluzioni, dall’altra aprire il confronto con territori, sindaci e offrire al paese un’opportunità di costruire collettivamente un progetto per il futuro dell’Italia. Per guardare al futuro perché non si può continuare a vivere in un eterno presente che non passa mai. Bisogna costruire un’ipotesi di futuro e se c’è una forza che lo può fare è il Pd”.
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