
Cosa faranno le Sardine? Quei giovani che si sono messi in testa l’idea di cambiare l’Italia, che riempiono le piazze, cantano Bella ciao, inseguono, anzi precedono, il Salvini elettorale, fanno a pezzi le sue proposte, si fa per dire, politiche, addirittura, sono state capaci di riportare in piazza, da quelle grandi, enormi dell’Emilia, a quelle della Sicilia, a Riace. Allibiti editorialisti, commentatori, conduttori di noiose rubriche, della peggiore destra, si domandano cosa vogliano queste sardine e si rispondono: niente di nuovo, un fuoco di paglia. Anche i “girotondi”, tanti anni fa, occupavano piazze e strade, protestavano davanti ai cancelli della Rai, sembravano chissà cosa e poi tutti finì. Niente di nuovo, queste Sardine hanno addirittura convocato un congresso, forse daranno vita ad un partito, oppure sono una invenzione del Pd, che si nasconde dietro di loro, non a caso nascono in Emilia, a Bologna, dove Salvini intende tramortire la sinistra, conquistare la Regione rossa, mostrarne lo scalpo a tutta Europa e anche più in là. Gli scribacchini, a riprova del fatto che queste Sardine sono fuffa e niente più portano l’annuncio della convocazione di un congresso. L’annuncio lo aveva dato la portavoce torinese Valentina Pinotti a conclusione del Direttivo nazionale di Bologna che ha fatto seguito alla riunione del 15dicembre a Roma, il giorno dopo la grande manifestazione di Piazza San Giovanni a Roma. “Non faremo un partito”, avevano detto e la parola congresso era solo un modo per indicare una riunione “strutturata”. La data sarà resa nota entro il 26 gennaio, prima del voto per le regioni Emilia e Calabria. Allo Spin time lo stabile occupato noto anche perché il cerimoniere del Papa era andato a riallacciare la corrente si erano riuniti 160 delegati provenienti da tutta Italia in cui erano state fissate alcune regole base per il funzionamento del movimento. Ed erano stati fissati 6 punti costitutivi di cui poi torneremo a dar conto. Era stato deciso di non trasformarsi in partito e di evitare candidature alle elezioni, e congressi tradizionali.
In una trasmissione televisiva, a cui era stato invitato Mattia Santori, definito da alcuni media “voce ed anima delle Sardine”, la prima domanda che gli era stata fatta riguardava proprio il “congresso”, e aveva spiegato che l’annunciata riunione sarebbe stata altra cosa. Con Santori ci eravamo sentiti telefonicamente, due chiacchiere, poi l’interesse del nostro giornale a dar conto delle iniziative delle Sardine.
Sei punti programmatici della organizzazione alla base delle iniziative in corso
Ho chiamato Mattia, due chiacchiere, mi ha ricordato i sei punti programmatici, chiamiamoli così, che sono la base delle iniziative delle Sardine.
- Pretendiamo che chi è stato eletto vada nelle sedi istituzionali a fare politica invece che fare campagna elettorale permanente”.
- Pretendiamo che chiunque ricopra la carica di ministro comunichi solamente su canali istituzionali.
- Pretendiamo trasparenza nell’uso che la politica fa dei social network.
- Pretendiamo che il mondo dell’informazione protegga, difenda e si avvicini il più possibile alla verità.
- Pretendiamo che la violenza, in ogni sua forma, venga esclusa dai toni e dai contenuti della politica.
- Chiediamo alla politica di rivedere il concetto di sicurezza e, per questo, di abrogare i decreti sicurezza attualmente vigenti. Tireremo le fila rispetto ai risultati in Emilia-Romagna e in Calabria
Santori mi precisa il percorso delle Sardine. “Tireremo le fila rispetto ai risultati in Emilia-Romagna e Calabria. Il 26 gennaio non finisce il mondo e nemmeno noi”. Poi puntualizza: “ Faremo una due giorni di sintesi per ripartire lavorando sulla dimensione nazionale” . “Ci confronteremo sul funzionamento dei gruppi Facebook e sulle istanze che vengono dai territori, decideremo se entrare direttamente nelle campagne elettorali future che riguarderanno altre Regioni o se rimanere forza parallela, di stimolo. È tutto da decidere, sicuramente non faremo un partito”. Poi accenna alla necessità di “puntualizzare le tematiche fondamentali rispetto alle quali portare avanti le nostre istanze”. In particolare, sarà dibattuto il tema della democrazia digitale e quello già annunciato che riguarda l’abrogazione dei decreti Sicurezza. “Ma amplieremo il discorso, dai flussi migratori alla sicurezza in senso più ampio, anche la sicurezza sul lavoro”. Santori insiste sul “cosa diventare”, ma partendo da un percorso già iniziato. “Comunque vadano le Regionali – afferma- – abbiamo già vinto: siamo riusciti a mettere in piedi campagne elettorali alternative riportando la gente nelle piazze, facendo crescere il senso della condivisione e della partecipazione. E per fare tutto questo siamo l’unica forza che non ha speso un euro su Facebook”. Santori mi ricorda la manifestazione che ha avuto luogo a Riace, l’incontro delle Sardine calabresi con l’ex sindaco Mimmo Lucano. “Abbiamo imboccato la strada di un movimento nazionale, il percorso non è facile. Il prossimo appuntamento importante – dice – è previsto per il 19 gennaio a Bologna e la dimensione nazionale sarà data dagli ospiti. Tra gli artisti sono annunciati gli Afterhours. Sarà una festa della musica, dell’arte, della cultura”. Sei ore in piazza VIII Agosto dove si alterneranno musicisti, cantautori, poeti, chef, attivisti. Per quell’appuntamento è stata anche lanciata l’iniziativa di un crowdfunding sulla piattaforma Ginger: in pochi giorni è stato superato l’obiettivo dei 50mila euro che il movimento si era dato per coprire le spese. È stata lanciata inoltre l’iniziativa “Sardina ospita sardina” per accogliere nelle case – 300 posti letto sono già stati trovati – chi viene da fuori per la manifestazione di Bologna. Ai primi di marzo la riunione nazionale.
Il rapporto fra l’associazione che deve definire la propria identità ed i poteri costituiti
Interrompo Mattia Santori. Una domanda che mi frulla nella testa e che è stata posta da alcuni dei commentatori più critici nei confronti delle Sardine che, appena arrivate, usano la parola “pretendiamo”, guardando al futuro, alle forze politiche, ai governi, al Parlamento, in poche parole alla Costituzione, al rapporto con le forze sociali. Qui si apre il discorso sul rapporto fra una associazione, che deve definire una propria identità, e gli organismi dei poteri costituiti. Proprio da questa parola, “pretendiamo” si lascia intendere che le Sardine con la loro associazione intendono rappresentare una forza sociale che si confronta con i governi nazionali e locali, porta avanti le istanze di un mondo di giovani, di quelli che sono costretti a migrare in altri paesi per trovare un posto di lavoro, di laureati e diplomati in particolare, una delle forze sociali che rappresentano lo Stato democratico, il potere democratico. Torna così , anche attraverso le Sardine il valore e il significato della “mediazione” fra la politica, i partiti,le forze sociali. Dico a Santori, per quanto conta il nostro parere, che l’Italia ha bisogno di una scossa, magari un rilettura di Gramsci, Togliatti, Terracini, più vicino a noi Alfredo Reichlin, una attenta rilettura della Costituzione e al rapporto fra forze politiche, governo, forze sociali. Torniamo così al futuro delle Sardine. Ci scambiamo opinioni, idee, gli ricordo le vecchie esperienze, girotondi in primo luogo, che per diversi motivi, non sono riuscite a dare continuità ad esperienze che pure hanno dato una spinta al rinnovamento dell’Italia. Le Sardine sono una occasione da non perdere. Chi volesse metterci il cappello sopra commetterebbe un grave errore. L’Italia ha bisogno di aria fresca, o meglio, di un mare limpido, non inquinato. Ha bisogno della forza, dell’energia dei giovani. Bella ciao sempre.
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