Giustizia. Il Pd spinge per evitare ancora tensioni e conflitti coi 5S sulla prescrizione, e lancia la sua proposta agli alleati e a Conte

Giustizia. Il Pd spinge per evitare ancora tensioni e conflitti coi 5S sulla prescrizione, e lancia la sua proposta agli alleati e a Conte

Un canale di comunicazione tra il Pd e il M5s sulla prescrizione pare riattivato formalmente, tanto da far dire ad Andrea Orlando, responsabile Giustizia dei dem: “si è riaperto un filo di discussione, vediamo”. E da parte sua, il ministro 5Stelle Bonafede non pare però sulla stessa linea. Anzi, conferma la sua posizione “io mi rifiuto di pensare che una maggioranza in cui c’è il MoVimento 5 Stelle e il centrosinistra possa mettere in crisi un governo sulla prescrizione”. Il ministro della Giustizia aggiunge che “non ci sono veline, le dichiarazioni del M5S sono molto trasparenti: con la riforma della prescrizione noi mettiamo fine a una vergogna”. Il vicesegretario Orlando ha poi aggiornato i dem sui contatti con il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede avuti  di buon’ora, facendo il punto con gli esperti dem che stanno seguendo la partita: Andrea Giorgis, Roberta Pinotti, Michele Bordo, Alfredo Bazoli e Franco Mirabelli. Sul tavolo il Pd ha messo la proposta di un allungamento dei tempi della sospensione della prescrizione dopo il primo grado da 18 mesi a 2 o anche a 3 anni, una formula simile a quella della riforma Orlando. Questa soluzione è quella per cui spingono di più i dem, e che tra l’altro troverebbe d’accordo anche Italia viva. Ma, spiegano fonti parlamentari, non sarebbe quella considerata tra i 5 stelle come la scelta migliore. C’è, poi, una seconda opzione che i dem avrebbero studiato, quella che prevede una prescrizione diversa per differenti gradi di giudizio, la cosiddetta “prescrizione processuale” lanciata da Edmondo Bruti Liberati. Non è escluso che su questo tema si possa tenere un vertice con il premier Conte.

Parlando con i giornalisti in merito alla proposta che i dem sottoporranno al Guardasigilli e al premier Conte, il vicesegretario del Pd, Andrea Orlando, già ministro della Giustizia, ha spiegato poi che “si può evitare, senza toccare la riforma Bonafede, che si determini il cortocircuito. Noi riteniamo ci siano le condizioni perché questo possa avvenire. Con una specifica previsione che riguarda il regime transitorio del processo”. Il Pd sta lavorando per “risolvere un cortocircuito determinato dalla norma ‘Bon-Bon’, Bonafede-Bongiorno, che ha prodotto una contraddizione, da un lato la legittima pretesa di interrompere la prescrizione in primo grado che consideriamo un obiettivo condivisibile, se non fosse che contemporaneamente c’è un processo che nel nostro Paese non solo spesso è troppo lungo ma soprattutto è incerto nei tempi della sua durata. Come si risolve questa contraddizione?”, osserva Orlando. E prosegue: “Si può fare innanzitutto facendo meglio questa discussione ed è un appello che rivolgiamo a tutte le forze politiche togliendo di mezzo le stupidaggini, ad esempio l’evocazione di prescrizioni come quella della vicenda Eternit portata a dibattimento quando si era già prescritta. Quindi, anche la norma Bonafede non avrebbe risolto il problema. Così nei reati della Pubblica amministrazione, come la corruzione che si prescrive in 18 anni. Quindi, se vogliamo andare avanti, l’appello è: togliamo di mezzo questa roba e questo l’ho detto anche a Bonafede, con cui ho parlato oggi segnalandogli che presenteremo una proposta che gestisce una fase transitoria e consente di approfondire il tema del processo senza smentire quanto fatto finora. Nelle prossime ore avanzeremo la nostra proposta che va incontro anche alle proposte poste dai nostri alleati. Ci sono le condizioni per evitare il cortocircuito”.

Il Pd poi allargherà la proposta all’attenzione di tutti gli alleati, “è chiaro che poi la proposta sta in piedi se convince tutta la maggioranza”. “Questo cortocircuito” che si è creato nella maggioranza sulla prescrizione “è molto negativo perché nel ddl Bonafede sia sul processo penale che sulla riforma Csm ci sono cose e un’impostazione che noi condividiamo, quindi l’intoppo è grave perché blocca una riforma che condividiamo e sarebbe grave non superare” l’impasse, ha concluso Orlando.

 

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