
Una grande mobilitazione dei metalmeccanici, l’apertura di una fase due delle tute blu dopo le iniziative che si sono svolte in tutta Italia il 31 ottobre, due ore di sciopero e tante assemblee, la richiesta a Cgil, Cisl, Uil che viene dalla assemblea nazionale dei delegati Fiom, Fim, Uilm, è quella di arrivare ad un sciopero generale che metta al centro il lavoro e l’industria. Da segnalare che non ci sono solo crisi che riguardano, tanto per citarne due, l’ex Ilva, ArcelorMittal che vuole chiudere i battenti, Alitalia che “naviga” a vista, con la minaccia di alcune migliaia di cassintegrati, che si vanno ad aggiungere alle 140 aziende che vivono in uno stato di crisi, con trattative che parcheggiano presso il ministero retto nel governo gialloverde dall’attuale ministro degli esteri, il noto Giggino Di Maio, che aveva combinato ben poco. “Fermare le crisi industriali e occupazionali, far ripartire gli investimenti, riformare ammortizzatori sociali, tutelare la salute e la sicurezza sul lavoro”. Sono i temi ambiziosi, fondamentali per il futuro dell’intero paese, di cui si è discusso nella assemblea nazionale dei delegati aperta dalla relazione della segretaria generale della Fiom Cgil che si è svolta al teatro Ambra Jovinelli di Roma. Da segnalare che la mobilitazione delle tute blu si svolge in in concomitanza con l’avvio della trattativa per il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici.
Re David (Fiom Cgil). Iniziative nei territori per costruire la mobilitazione nazionale
Questi gli obiettivi indicati da Re David. “Pensiamo – ha sottolineato – che vadano costruite iniziative nei territori che parlino delle crisi che stiamo attraversando e delle soluzioni possibili al governo e alle imprese. Non si può aspettare solo la mobilitazione nazionale, bisogna costruirla. Dobbiamo, attraverso una presenza viva dei metalmeccanici sul territorio, costruire iniziative settore per settore, parlando al Paese, al governo e alle imprese e chiedere a Cgil Cisl Uil di costruire una grande mobilitazione”. Re David si rivolge alle “case madri” le tre Confederazioni , Cgil, Cisl, Uil. “Sono molto d’accordo a fare uno sciopero generale – ha proseguito Re David tra gli applausi – che metta al centro il lavoro e l’industria. Abbiamo bisogno che i lavoratori ci credano. Chiediamo a Cgil Cisl e Uil di ragionare su una grande iniziativa nazionale, a partire dall’industria”. Sciopero generale che viene sollecitato anche dal segretario della Fim Cisl, Bentivogli intervenendo alla assemblea dei delegati. “È l’ora di mobilitarci nell’industria meccanica, a partire dalla siderurgia e di chiedere a Cgil, Cisl, Uil di costruire un percorso per arrivare allo sciopero generale”.
“Vogliamo sedere al tavolo di Palazzo Chigi”. Landini: “non serve inventare nuove cose”
Nel corso della assemblea, ovviamente, si è discusso della situazione relativa alla ArcelorMittal. Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini aveva detto: “ci aspettiamo che ci sia un tavolo di trattativa che coinvolga anche il sindacato perché bisogna fare applicare l’accordo che c’è. Non serve inventarsi nuove cose”. Alla assemblea dei delegati i tre segretari di Fim Cisl, Marco Bentivogli, Fiom Cgil, Francesca Re David, Uilm Uil, Rocco Palombella, hanno fatto sapere, del resto lo avevano già annunciato, che non intendono andare venerdì all’incontro sull’ex art. 47 (risoluzione del rapporto di lavoro ndr) chiesto dall’azienda, ma vogliono sedere al tavolo di palazzo Chigi. “L’incontro con Am lo abbiamo già fatto – ha spiegato Re David – e non capiamo perché dovremmo rifarlo in altra sede. C’è un accordo vincolante e il ministero dello Sviluppo economico è stato garante. Al governo chiediamo di far rispettare gli accordi e di convocare Am con il sindacato. Problemi congiunturali si possono affrontare, ma certo l’azienda non può pensare di scaricare in questo modo il Paese”. “È inaccettabile – ha sottolineato Palombella – rimettere in discussione l’accordo. Noi mandiamo un messaggio al premier Conte: se il piano B significa esuberi e taglio della produzione, noi non lo accetteremo”. “I lavoratori – ha affermato Bentivogli – non sono un pacco postale: venerdì ci aspettiamo che Am ritiri la procedura di restituzione degli impianti. Serve una mobilitazione generale. Bisogna arginare la crisi perché senza industria non c’è lavoro e il governo non sta segnando abbastanza discontinuità con il precedente”.
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