
Ora i media che avevano dato interpretazioni ottimistiche su come Bruxelles avrebbe accolto la manovra economica 2020 fanno marcia indietro. In realtà sia il vicepresidente della Commissione con delega all’euro, Valdis Dombrovskis, che il responsabile degli Affari Economici, Pierre Moscovici, pur apprezzando il lavoro fatto dal governo giallorosso, non avevano mai promosso la manovra. Avevano espresso giudizi positivi per il lavoro fatto dal governo, ministro Gualtieri in primo luogo sottolineandone, fra l’altro, la lunga esperienza come parlamentare europeo che si è a lungo occupato della vicenda economica della Ue. Ma si erano riservati un giudizio definitivo. Subito erano scattati i commenti di chi non avendo altri argomenti, leggi Salvini e i suoi accoliti in primo luogo, relativi al fatto che Gualtieri, il governo, avevano chinato la testa ed erano diventati vassalli, forse anche qualcosa di peggio dei burocrati di Bruxelles. La realtà è che non è stata chinata la testa, ma, stante le condizioni in cui l’Italia era stata lasciata dal governo Salvini-Di Maio, presidente Conte 1, dar vita ad una manovra “ espansiva”, come dicono gli “esperti” che si cimentano nei commenti alla manovra ormai da più di un mese, sarebbe stato estremamente difficile. In particolare la manovra proposta dal governo Lega-M5S, con il ministro Tria, messo spesso in croce dal Di Maio e da Salvini, avrebbe lasciato il segno in senso negativo per il nostro paese.
Otto paesi compresa l’Italia a rischio di “non conformità” con le regole del Patto
Accade così che il giudizio della Commissione europea visti i precedenti non è stato “tenero”, scrivono alcuni commentatori. L’Italia rischia di non rispettare il Patto di stabilità e crescita. Nella comunicazione ufficiale con i giudizi sulle leggi di bilancio degli Stati dell’Eurozona, la Commissione europea ha inserito l’Italia, riferiscono le agenzie di stampa, in un gruppo di otto stati membri a rischio di “non conformità” con le regole del Patto. L’Italia si trova in compagnia di Belgio, Spagna, Francia, Portogallo, Slovenia, Slovacchia e Finlandia. La manovra 2020 non è né promossa, né bocciata, si apprende in Commissione Ue, bensì rimandata a maggio quando Bruxelles si esprimerà sulla base dei dati di consuntivo del 2019 e potrà – in teoria, se la situazione resta invariata – chiedere delle correzioni dello 0,3 per cento del Pil, qualcosa come 5-6 miliardi. Oppure la procedura per deviazioni significative dalla regola del debito, sempre in agguato per l’Italia.
Per ora la Commissione Ue non chiede correzioni al governo
Perché per il Belpaese (ma anche per Belgio, Spagna e Francia, sebbene in misura minora), il problema sta nel debito pubblico: il secondo più alto dell’eurozona dopo la Grecia. A Bruxelles non vedono sforzi per ridurlo. Anzi vedono “una deviazione significativa dal percorso di riduzione per quest’anno e anche l’anno prossimo”. Per Portogallo, Slovenia, Slovacchia, Finlandia il problema non è il debito, in molti casi portato ad una soglia addirittura inferiore al tetto del 60 per cento del Pil, bensì il fatto che i documenti programmatici di bilancio presentati quest’anno contengono il rischio di deviazioni dall’obiettivo di medio termine. Ma la Commissione per ora non chiede correzioni al governo: “Siamo fiduciosi – commenta il presidente del Consiglio Giuseppe Conte – Abbiamo messo in piedi una manovra, che è in sede di approvazione in Parlamento, con cui, pur in un quadro molto complesso, riusciamo a dare più soldi ai cittadini, alle famiglie, alle imprese, ai lavoratori tenendo in ordine i conti. È una manovra ragionevolmente espansiva e solida. Vedrete che con Bruxelles non avremo problemi”.
Dal Mef: “Solo per l’Italia vengono individuati alcuni progressi”
Arriva anche una nota del ministero del Tesoro, Roberto Gualtieri che esprime “soddisfazione” per il fatto che la Commissione ha optato per un via libera al documento programmatico di bilancio italiano. Tra gli 8 paesi a rischio di non conformità con il Patto di stabilità e crescita, sottolineano fonti del Mef, solo per l’Italia vengono individuati “alcuni progressi”, per gli altri la dicitura è “progressi limitati”. “Come già successo in altri anni e come verificatosi quest’anno per tutti gli altri Paesi nelle nostre stesse condizioni – recita una nota del Tesoro – la verifica del consuntivo per il 2019 avverrà nella prossima primavera. Tutto ciò non ha nulla a che fare con il giudizio sulla manovra per il 2020″. La Commissione, stante le “opinioni” espresse, ha fatto i complimenti all’Italia per le misure anti-evasione e per il taglio del cuneo fiscale. Non contesta le stime dei ricavi dalla lotta all’evasione, che per il governo sono pari a 3 miliardi di euro (al momento della discussione della nota di aggiornamento al Def si parlava di 7 miliardi e questo aveva diffuso scetticismo a Bruxelles). La Commissione europea inoltre concede all’Italia lo 0,2 per cento di flessibilità aggiuntiva per il 2020 – per i dissesti idrogeologici – riservandosi di valutarne gli effetti nella primavera del 2021. A Bruxelles, spiega il vicepresidente Dombrovskis in conferenza stampa insieme a Moscovici, “non chiediamo per l’Italia misure immediate”. Le prossime valutazioni di Bruxelles saranno fatte a primavera, a metà maggio, quando si avranno i dati di consuntivo per il 2019. Vale a dire si saprà, sussurrano a Bruxelles, se il Parlamento italiano ha messo in campo misure che potranno ridurre il debito, se quota cento avrà prodotto risparmi perché sarà stata poco utilizzata, se ci sarà una crescita tale e al momento non prevista che riduca il debito. Dombroviskis sottolinea che “per quanto riguarda i tempi rivaluteremo la situazione in corso d’anno, il momento successivo di valutazione dei bilanci è la primavera ventura”. E ribadisce, cosa che non farà piacere a Salvini e i suoi accoliti, “la situazione non è come l’anno scorso”, quando ci fu un vero e proprio braccio di ferro tra Bruxelles e il governo M5S-Lega, con il rischio realistico di procedura per debito eccessivo.
Moscovici in visita a Roma spiegherà la decisione presa a Bruxelles
Viene da chiederci, ma se questa è la situazione perché la compagine di Palazzo Berlaymont, dove ha sede la Commissione, ha cambiato il giudizio? Le previsioni economiche d’autunno, presentate a Bruxelles il 7 novembre scorso – fanno notare fonti ufficiose -, danno il debito italiano in crescita: dagli oltre 134 punti percentuali sul Pil al 137 per cento nel 2021. E tratteggiano un quadro fosco per il Belpaese. Ecco perché, si apprende da fonti europee, l’atteggiamento della Commissione è cambiato e la squadra di Palazzo Berlaymont ha dovuto rivedere il giudizio al ribasso, pur senza bocciatura, rimandando a maggio. Scrivono i commissari stando a quanto riportano le agenzie di stampa, che, c’è una “deviazione significativa dal percorso di aggiustamento verso l’obiettivo di bilancio di medio termine”. In manovra il deficit previsto è al 2,2 per cento, Bruxelles però prevede che sarà il 2,3 per cento l’anno prossimo. “Bisogna continuare a vigilare sul debito italiano – dice Moscovici – i problemi dell’Italia sono strutturali, non bisogna essere catastrofici ma ci sono degli sforzi da proseguire e accentuare. Presenterò questo messaggio a Roma domani”. Sarà la sua ultima visita in Italia da Commissario con incontri con esponenti del governo e con il capo dello Stato Sergio Mattarella.
I conti pubblici saranno “sorvegliati” da Paolo Gentiloni
Se ne va Moscovici e, guarda caso, arriva a sorvegliare i conti pubblici Paolo Gentiloni, il successore del francese. Un compito non facile per lui e per la Commissione Von der Leyen che entrerà in carica il primo dicembre, che ha bisogno dei voti dei parlamentari italiani, che già hanno contribuito alla sua elezione, leggi voto dei pentastellati. Nel frattempo Dombrovskis ci mette del suo. “Visti i rischi in aumento sulla crescita economica dell’Europa, è rassicurante vedere paesi come la Germania e l’Olanda – afferma – che usano il loro spazio fiscale per sostenere gli investimenti. Ma dovrebbero fare di più. Dall’altro lato gli Stati membri con debiti molto alti, come il Belgio, la Francia, l’Italia e la Spagna, dovrebbero trarre vantaggio dai bassi tassi di interesse per ridurre il debito. Questa dovrebbe essere la loro priorità”. Se così non avviene il governo giallorosso, se esiste ancora, a dire di Dombrovskis, potrebbe vedersi richiedere a maggio delle correzioni dello 0,3% del Pil, qualcosa come 5,6 miliardi come abbiamo detto. Chissà cosa avrà da dire il Di Maio, per ora silente. Se venisse aperta la procedura per deviazione significativa dalla regola del debito, sarebbero guai grossi. Magari chiederà un vertice. Già si è sbilanciato, come diciamo in altro articolo, sulla riforma del Mes (meccanismo europeo di stabilità) che “stritolerebbe l’Italia, se approvata”. Ma non è stata approvata dal presidente Conte, non è stata neppure messa a voti. Forse Di Maio ignora che il Mes risale a giugno quando Salvini che dice di non saperne niente era ministro e vicepresidente come il Di Maio.
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