Umbria al voto. I comizi finali di una campagna elettorale accesa negli ultimi giorni. Pd-M5S-LeU siglano il patto di Narni. Nel centrodestra Salvini dirige i comprimari Berlusconi e Meloni

Umbria al voto. I comizi finali di una campagna elettorale accesa negli ultimi giorni. Pd-M5S-LeU siglano il patto di Narni. Nel centrodestra Salvini dirige i comprimari Berlusconi e Meloni

Potrebbero chiamarlo il Patto di Narni. O dell’aperitivo di metà giornata. Nell’incantevole borgo umbro, che ha meno di 20mila abitanti, il governo giallo-rosso cerca di presentarsi compatto. Per la prima volta Nicola Zingaretti si fa fotografare in pubblico con Luigi Di Maio. C’è pure la terza forza che sostiene l’esecutivo, LeU, ma Italia Viva di Renzi resta rumorosamente assente. Il premier Giuseppe Conte alza le spalle: “Ci saranno altre occasioni per coinvolgerlo”, dice con un tono simile a quello che usava con Matteo Salvini. Studenti che dicono ‘Ciao Luigi’ e chiedono il selfie a Di Maio a lezione finita, da una parte. Dall’altra, anziani giocatori di burraco, irriducibili, che voterebbero ancora Pci. Popoli diversi si mescolano per le stradine di Narni. Conte le vuole percorrere per mostrarsi vicino alla gente e, soprattutto, vicino ai due leader che lo sostengono. Quando passa un’anziana che gli confida: “Sono andata in pensione con Quota 100”, lui la butta sul ridere: “Quanto ci costa, signora…”.

Roberto Speranza, LeU, sulla coalizione umbra:  “Questo spazio comune non è una semplice parentesi”

Dopo l’evento per presentare la manovra, il premier – con accanto un Di Maio che resta comunque freddo e ancora sente la distanza con Palazzo Chigi – recupera anche Zingaretti e promette loro un caffé. Alla fine però, avvicinandosi l’ora di pranzo, si preferisce un aperitivo preso attorno ad un tavolo di un bar di piazza dei Priori. A due passi ci sono il municipio e diverse vestigia che sembrano archeologiche ma forse non lo sono: sul corso Garibaldi si affacciava la sede del Partito socialista, più avanti il Partito comunista e la Casa del Popolo ora riservata agli studenti. E c’è ancora la targa in marmo della Democrazia Cristiana, a pochi metri dal bar dell’aperitivo. Gli umbri, comunque, guardano pure al futuro, chiedendosi se funzionerà questo compromesso, a suo modo storico, tra dem e pentastellati. I diretti interessati danno risposte diverse. Roberto Speranza, di LeU, sembra il più entusiasta: “Questo spazio comune non è una semplice parentesi – sottolinea -. Sono certo che anche qui può arrivare un segnale, si può costruire una bella e importante alleanza alternativa”. Zingaretti, da parte sua, pur ammettendo che le differenze ci sono, ripete che le battaglie giuste vanno combattute. E non fa una piega quando gli ricordano che i renziani sembrano all’opposizione: “Nessuna polemica, la ministra Bellanova in Umbria ha fatto un’ottima campagna”. Sulla fisionomia e il significato dell’alleanza giallo-rossa, Conte parla di “un esperimento interessante” , articolato, nel quale “ci stiamo conoscendo sempre di più”. Di Maio si tiene più distante, sostenendo che quella umbra non è “una semplice alternativa, ma una terza via”. I partiti, sottolinea il capo politico pentastellato, non dovrebbero entrare nella Giunta di Perugia. Questo, a suo parere, è ciò che potrebbe allontanare un’Umbria ipoteticamente giallo-rossa delle Regioni dove amministra il centrodestra: “Chiedete quanto tempo c’è voluto per formare la Giunta Solinas in Sardegna, o in Abruzzo – attacca -. E sapete perché? Perché dal martedì successivo alle elezioni tutti pensano alle poltrone della Giunta. Non lasciate che questa Regione diventi un trofeo elettorale”.

A Terni, poche ore dopo, si avvicina l’aperitivo serale del centrodestra

Il capoluogo è città operaia, le fabbriche siderurgiche hanno portato denaro e lavoro tra i suoi abitanti. Ma al bar ‘Rendez Vous’ del centro storico, mentre gli avventori si siedono ai tavolini, non vengono issate bandiere rosse. Sono quelle della Lega. E per le strade passa un camion con l’enorme poster di Donatella Tesei, senatrice del Carroccio pronta a diventare la prima governatrice umbra non proveniente dalla sinistra.  – sottolinea -. Ma al bar ‘Rendez Vous’ del centro storico, mentre gli avventori si siedono ai tavolini, non vengono issate bandiere rosse. Sono quelle della Lega. E per le strade passa un camion con l’enorme poster di Donatella Tesei, senatrice del Carroccio pronta a diventare la prima governatrice umbra non proveniente dalla sinistra. Matteo Salvini sta contando i minuti, per lui le regionali in Umbria sono un ‘avviso di sfratto’ al governo. “Il signor Conte si è un po’ montato la testa e il ciuffo e lunedì tornerà con i piedi per terra”, tuona il segretario della Lega, che ha un conto aperto con i suoi ex alleati. “È chiaro che sarà un test interessante anche a livello nazionale, perché è la prima dell’alleanza organica Pd e Cinquestelle”, ripete in ogni comizio e in tutte le interviste che rilascia: “Alle chiacchiere del premier, di Di Maio, Renzi, Zingaretti, della Marini e di Boccia risponderanno gli umbri con il voto”. L’obiettivo è conquistare con la candidata Donatella Tesei uno degli storici feudi della sinistra, riprendendo il volo nei sondaggi dopo il calo fisiologico dovuto alla crisi del governo giallo-verde, culminato non con il ritorno alle urne ma con la nascita di una nuova maggioranza che fino a poche settimane fa sembrava inimmaginabile. Il martellamento è incessante: “Da noi viene sempre una marea di gente, mentre a sentire Conte, Di Maio e Zingaretti una ventina di persone se va bene”, argomenta l’ex ministro dell’Interno. Che ha da dire anche sulla ricostruzione post terremoto: “Sono dei fenomeni, sono venuti a parlare di terremoto a Narni, dove non c’è stato… Vi prendono per fessi”. In Umbria il ‘Capitano’ non è solo, perché è tornato in campo lo schema a tre punte, con Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni in prima linea. Anche se finiti leggermente di lato durante i quindici mesi di coabitazione con il M5S, la coalizione ha risposto ‘presente’. Il Cavaliere si è fatto vedere sul territorio, consegnando pubblicamente le chiavi del centrodestra alla Lega: “Salvini ha parlato di ‘Casa degli italiani’ e mi va benissimo. Per vincere contro la sinistra ci deve essere unità”.

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