
Gli Stati Uniti confermano che il capo dell’Isis, Al-Baghdadi, si è fatto si è fatto saltare in aria in una galleria del compound in cui si era rintanato, facendola crollare. Il raid americano in Siria contro il leader dell’Isis Abu Bakr Al Baghdadi è stato condotto dai commandos della Delta Force, le forze speciali sotto il controllo del Joint Special Operations Command. Lo riporta il New York Times citando alcune fonti, secondo le quali la missione è stata condotta con l’aiuto della Cia, che ha fornito informazioni di intelligence. I soccorsi che hanno raggiunto l’area del blitz hanno riferito di aver trovato sul posto 7 corpi senza vita (quelli di tre uomini, tre donne e un bambino) e di aver fornito la prima assistenza a 5 feriti. Lo riferiscono fonti locali all’agenzia di stampa turca Anadolu. Il test del Dna per verificare che effettivamente il leader dell’Isis Abu Bakr Al-Baghdadi fosse stato ucciso durante il raid Usa condotto sulla Siria settentrionale è stato effettuato sul luogo.
Nell’annunciare la morte del leader dell’Isis Abu Bakr al Baghdadi e nel riferire alcuni dettagli della “missione molto pericolosa”, il presidente Donald Trump ha voluto ringraziare la Russia, la Turchia, l’Iraq, la Siria e i curdi siriani per il sostegno fornito agli Usa. In particolare, i curdi siriani hanno fornito agli Usa informazioni molto utili. La Russia ha contribuito al raid Usa in cui è morto il numero uno dell’Isis Abu Bakr al Baghdadi, aprendo alcune basi. “La Russia ha aperto alcune delle sue basi, le abbiamo utilizzate per far atterrare alcuni elicotteri” coinvolti nell’azione, ha precisato Trump. Tuttavia, i russi non erano informati dell’obiettivo della missione. “Se glielo avessimo detto, sarebbero stati contenti, ma non glielo abbiamo detto, abbiamo solo detto che avremmo sorvolato”, ha spiegato il leader della Casa Bianca. Il presidente Usa Donald Trump ha chiarito che la morte di Abu Bakr al Baghdadi, il numero uno dello Stato islamico, non fermerà l’Isis. “Sono sicuro che la morte di al Baghdadi non fermerà l’Isis”, ha detto Trump durante la conferenza stampa alla Casa bianca in cui ha annunciato ufficialmente la morte di al Baghdadi. “Sappiamo che stava lavorando alla ricostruzione dell’Isis, e si trovava in quella zona proprio per questo lavoro”, ha spiegato il presidente americano. Il capo dell’Isis è morto nell’area di Idlib, in un compound. Si era rifugiato, ha spiegato Trump, in una galleria. Quando i corpi speciali Usa hanno fatto irruzione, dopo l’attacco dall’alto, sono stati accolti “da una pioggia di proiettili”, ha detto Trump. Ma la grande preparazione dei soldati, ha affermato ancora il presidente americano, ha fatto in modo che “molti dei loro siano morti, ma nessuno dei nostri”. E “solo un cane è rimasto ferito”. Trump ha detto di aver seguito tutta l’operazione attraverso il video. “Erano tre anni che cercavo al Baghdadi”, ha chiarito ancora. Il leader dell’Isis, ha ribadito più volte il presidente americano, è morto facendosi saltare in area. “E’ morto piangendo e urlando, sapeva che la galleria non aveva uscite, ha ucciso anche i tre bambini”, ha detto il presidente americano.
Non è chiaro però se i tre bambini morti con il numero uno dell’Isis Abu Bakr al Baghdadi in una raid Usa in Siria fossero i suoi figli. L’ha detto il presidente Usa Donald Trump durante la conferenza stampa in cui ha confermato la morte del “Califfo”. “Non sappiamo se i tre bambini morti erano suoi figli”, ha affermato Trump. I bambini sono stati uccisi dalla deflagrazione del giubbotto esplosivo di Al-Baghdadi, attivato dallo stesso leader Isis quando si è visto perduto. Con Al-Baghdadi, ha chiarito ancora Trump, c’erano anche “due donne”. Avevano “entrambe giubbotti esplosivi” addosso. Non sono state loro stesse ad attivarle, ma “poi sono esplose dopo lo scoppio” del giubbotto esplosivo di Al-Baghdadi, per cui “il riconoscimento è difficile”. Nel compound, ha chiarito ancora il presidente, c’erano molti militanti Isis e ci sono stati diversi morti. “Sono più quelli morti, che quelli usciti vivi”, ha detto il presidente.
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