
Credo che Di Maio pensi che gli italiani siano completamente privi di intelligenza se crede che la riduzione dei parlamentari possa essere venduta come una grande riforma che porterà vantaggi economici, renderà più snelli i lavori parlamentari e moralizzarà la politica. E’ solo propaganda su un provvedimento che non risolve nessuno dei problemi indicati. Il cinquestellato si arrampica sugli specchi scivolosi del neoqualunquismo. Il concreto risultato è che la distanza tra elettori ed eletti si fa più ampia e che con quelle argomentazioni si mina l’istituto parlamentare dando la possibilità di rilanciare l’ipotesi presidenzalista in salsa fascistica come fa la Meloni e compani. Il sistema politico ha bisogno di ben altre riforme. Va affrontata la questione di fondo che inceppa la democrazia. La dico così: come possono i cittadini dire la loro per (art.49, Cost.) “determinare la politica nazionale”? che strumenti hanno a disposizione? Ora, la riduzione dei parlamentari aggrava una situazione di lontananza e separazione tra eletti ed elettori. Quello che seve è ben altro.
Occorrerebbe una legge che definisca e promuova, cioè finanzi a) la partecipazione politica popolare mettendo a disposizione sedi gratuite per riunioni, incontri e iniziative; b) un sistema di comunicazione libero e disponibile, a livello locale e nazionale, per dare la possibilità ad associazioni, sindacati, partiti e singoli cittadini di comunicare idee, iniziative, posizioni; c) strumenti gratuiti di formazione e di studio permanenti. La situazione attuale è gravissima. Gli unici che possono “fare politica” sono solo i ricchi quelli che hanno i soldi e personale politico a libro paga. Infatti, ci vogliono soldi per le sedi, soldi per i locali delle iniziative e incontri, soldi per comunicare, soldi…. Solo i grandi gruppi finanziari privati (Berlusconi, De Benedetti, Cairo ecc.) possono fare e fanno politica perché possiedono giornali, TV, Radio e possono usare i social in forma invasiva. Solo loro possono permettersi di stipendiare giornalisti, intellettuali, esperti. Una volta il potere dei gruppi privati era bilanciato dai partiti politici di massa come il PCI, ma oggi quei partiti non ci sono più, e la democrazia si è fatta opaca.
Cosa fare? Serve una legge di riforma per rendere i cittadini liberi e uguali nella possibilità di determinare la politica nazionale e locale, serve cioè una legge sul finanziamento della politica che stabilisca l’accesso e la gratuità di sedi, giornali, tv, social e centri studi per tutte e tutti i cittadini. Ci sono, poi, anche altre cose che occorrerebbe fare per riformare i partiti ed eliminare le cliente e la corruzione politica, che ovviamente la riduzione dei parlamentari neppure sfiora. E che vanno fatte.
- Sergio Gentili. Il cambiamento non vincerà senza un movimento popolare - 4 Luglio 2020
- Sergio Gentili. La crisi climatico-ambientale e l’alternativa di società - 15 Febbraio 2020
- Sergio Gentili. Taglio parlamentari, una riforma inutile e pericolosa - 12 Ottobre 2019