
Oggi, come non mai, ci sarebbe bisogno di una informazione che, ci si scusi il bisticcio di parole informasse davvero i cittadini. Ne hanno diritto in particolare in una situazione quale quella che sta vivendo il nostro paese. Facciamo un esempio: sempre più spesso si ascoltano in televisione cittadini inferociti contro i “neri”, “se ne stiano a casa loro”, “puzzano”, “sporcano le nostre città”, “tolgono il lavoro” e via dicendo. Stando ai più recenti sondaggi, elaborazione Ipsos, gli italiani pensano che gli stranieri siano il 26% della popolazione e invece sono il 9% del totale. Sempre i sondaggi ci dicono che le persone interpellate sono convinte che il 26% degli italiani abbia meno di 14 anni, invece si tratta del 14% del totale. Ci sono poi le stime sull’invecchiamento della popolazione, nel futuro non molto lontano ad un lavoratore corrisponderà un pensionato. Ancora. Un dato che fa chiarezza, non lascia adito a dubbi. Sul lato delle entrate, i 2,4 milioni di lavoratori stranieri versano all’Inps oltre 10 miliardi di euro l’anno. Ancora. Tito Boeri, già presidente dell’Inps, aveva calcolato che negli ultimi anni gli immigrati abbiano lasciato nelle casse dell’Istituto circa 3 miliardi di euro di contributi versati, per prestazioni cui avrebbero avuto diritto se fossero rimasti in Italia.
C’è perfino chi scrive di un voto che verrà al Senato, invece è già avvenuto
Ecco, noi vorremmo che un giornalismo che informa tenesse sempre ben viva la realtà dei fatti, magari facesse presente che dovremmo avere maggiori attenzioni a chi viene da altri paesi, non conosce la lingua, le nostre usanze. In particolare, la scuola potrebbe avere un ruolo essenziale, a partire dai ragazzini. Bene, passiamo oltre. Perché la nostra informazione, o meglio quella che i giornali, carta stampata, radio e tv ci forniscono è di tutt’altro genere. Facciamo alcuni esempi. Il più clamoroso riguarda una testata che ha dato particolare rilievo al voto più che risicato con cui la Camera ha approvato la Nadef, la nota di aggiornamento del documento di economia e finanza e la risoluzione della maggioranza che autorizza il rinvio del pareggio di bilancio. Solo 3 voti in più rispetto al quorum richiesto. Tante le assenze “non giustificate” nelle fila della maggioranza, in particolare dei grillini. Il giornale di cui non faccio il nome, la cosa non interessa, ha raccontato l’evento, sottolineando che il governo ha rischiato di andare in minoranza e quindi tutti a casa. Giusto. Ma il giornale in questione si preoccupa di quanto avverrà al Senato dove la maggioranza è risicata in partenza, a prescindere da assenze, franchi tiratori. E teme che al Senato “sia peggio”. Ma si dà il caso che il Senato abbia già votato, il giorno prima della Camera e non c’è stato alcun problema per l’approvazione dei due provvedimenti, Nadef e rinvio del pareggio di Bilancio.
Il fantasioso racconto di un incontro “segreto” fra Zingaretti e Di Maio
Molto più godibile il fantasioso racconto di un incontro segreto che vi sarebbe stato fra il segretario del Pd, Zingaretti, e il ministro Di Maio che è anche il capo politico, Grillo consenziente, dei Cinque stelle. Francamente non sappiamo se questo faccia a faccia vi sia stato. Neppure ci interessa. Non vediamo niente di male se Zingaretti e Di Maio si parlano e lo fanno sapere magari rendendo noto cosa si sono detti visto che sono i leader di due delle forze politiche che hanno dato vita al governo giallorosso. La terza forza, Italia viva è arrivata a cose fatte, quasi come regalo di nozze, a Renzi sono stati assegnati ministri, sottosegretari in forza al Pd, i quali in combutta con il loro capocorrente, senatore del Pd, erano già pronti per passare armi e bagagli, con un gruppetto di parlamentari, alla nuova formazione politica. Insomma un tradimento in piena regola che in tempi di guerra avrebbe avuto conseguenze non piacevoli. A questo proposito c’è da dire, per inciso, che forse quando il Matteo fiorentino fa la voce grossa, potrebbe anche far cadere il governo, o si vanta del fatto che tiene l’esecutivo sotto tiro, per non dire peggio, qualche giornalista del ristretto gruppo di frequentatori di tv e radio potrebbe ricordarglielo. Forse è chiedere troppo.
Facile capire come nascono certi articoli e non è un belvedere
Arriviamo così ad un episodio fra i più gustosi di cui abbiamo sopra accennato, l’incontro clandestino fra Zingaretti e Di Maio. Scrive il cronista politico, la testata non conta, è ormai abitudine, in particolare dei cosiddetti giornaloni, riportare fra virgolette dichiarazioni fantasiose, magari smentite il giorno dopo la pubblicazione. Ma scrivono come se la dichiarazione, magari in via confidenziale, l’avessero avuta davvero. Invece l’articolo cui ci riferiamo ci fa sapere che i due, Zingaretti e Di Maio, si sono incontrati in un luogo segreto. Neppure ai loro più stretti collaboratori, addetti alla comunicazione, era stato consentito assistere. Magari stando in altra stanza. No, neppure questo. Ci dice che non poteva filtrare niente. E poi apre le virgolette e fa sapere cosa ha detto il capo pentastellato, una decina di righe. Poi la risposta di Zingaretti. Davvero un bell’articolo, scritto da una penna che se ne intende. Ci chiediamo, dal momento che nessuno ha assistito all’incontro, come abbia potuto attribuire a Di Maio e Zingaretti quanto avrebbero detto. Forse guardava dal buco della serratura o nella stanza in cui si trovavano era stato collocato, a loro insaputa, qualche registratore. Non lo crediamo. Qualche collaboratore ha parlato, magari quotizzato dai due leader? Niente di male a dirlo. Se non è cosi, se nessuno ha parlato, magari in via confidenziale, di quanto si sono detti Zingaretti e Di Maio lasciamo al lettore il non difficile compito di capire come nascono certi articoli. E non è un belvedere.
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