
E voilà. Ancora non sono noti i particolari della barbara uccisione del giovane Luca Sacchi colpito alla nuca da un colpo di pistola sparatogli da uno dei due aggressori, che volevano impadronirsi dello zainetto portato in spalla dalla ragazza che si trovava in compagnia del giovane, e già arrivano i primi commenti. Quelli di Matteo Salvini che accusa il governo giallorosso perché non avrebbe rafforzato le forze di polizia. Commenti rilanciati dai soliti noti, giornalisti, così perlomeno si definiscono, che suonano la grancassa per queste destre, fra le peggiori in Europa, che hanno come parametri politici, si fa per dire, l’aumento degli omicidi e quello dei migranti. E per quest’opera di mala informazione usano ogni mezzo, a partire dai sondaggi quasi fossero l’oracolo. Te li vedi apparire nelle “finestre” dei talk show televisivi, comodamente seduti nei loro uffici, con il conduttore che prende per oro colato i sondaggi che, di fatto sostiuiscono l’informazione. In particolare due sono gli argomenti. I migranti che sarebbero ormai invasori nel nostro paese e il costante aumento degli omicidi di cui, guarda caso, sarebbero colpevoli i migranti, i “neri”.
Il valore “relativo” dei sondaggi lo spiega Pagnoncelli
Partiamo dagli omicidi. Un recente sondaggio ci fa sapere che circa il 60% degli interpellati ritiene che siano aumentati. Non è vero. Ce lo spiega uno dei sondaggisti fra i più accreditati, presente nei talk show, si chiama Ferdinando Pagnoncelli, meglio noto come Nando. In un programma su Rai3 ricorda che gli omicidi, anni 2018-2019, sono diminuiti. Affermazione che trova conferma e richiama i dati forniti dal ministero degli Interni ai tempi di Salvini: -14%, meno delitti (del 9,5%), meno furti (-8,7%) e rapine (-11%). Migliorano ma restano alti i numeri sulla violenza di genere. Sul totale degli omicidi – che diminuiscono – il 37,6% riguarda le donne: circa un terzo. Numeri che peggiorano in ambito familiare, arrivando al 68,7%. Quando ad uccidere sono partner o ex partner le vittime femminili superano l’85% degli omicidi. Spiega il “fenomeno”, meno delitti reali ma nei sondaggi i cittadini pensano il contrario, lo stesso Pagnoncelli. Le opinioni che poi si formano i cittadini, spiega Pagnocelli che ha anche una cattedra all’Università cattolica del Sacro Cuore, si basano sulle fonti di informazione, i media, l’esperienza diretta, il passaparola, il confronto con le persone che si conoscono, i social network.
I sondaggi diventano realtà rilanciati dalle tv “regine e motore” dei media
E i sondaggi vengono rilanciati in particolare dalle tv “regine e motore” del mondo dei media, dalle nuove piattaforme: la web tv, la mobile tv e la smart tv connessa a internet. Nell’arco di un decennio (2004-2014) i canali nazionali diffusi via etere sono passati da dieci a diverse centinaia, e alla tv generalista si sono affiancati canali declinati per genere e target. La radio mantiene un ruolo importante anche in virtù dell’aumento dell’offerta informativa, la carta stampata in grave declino. Situazione di inarrestabile declino a causa della contrazione delle vendite e dei ricavi pubblicitari. E le fake news sguazzano, sono pane quotidiano di parte dell’informazione. Il tutto si riversa nel programmi televisivi che impazzano con i direttori dei giornali si destra che ci sguazzano, Salvini imperante anche se non è più al governo. Certo c’è anche qualche giornalista fuori dal coro che richiama alla realtà ma la sua voce, flebile in genere, è sommersa dai leghisti di turno, ancor peggio da qualche seguace della Meloni. Un panorama desolante, a dir poco.
Passiamo al secondo problema, quello dei migranti che invaderebbero,il nostro paese, occuperebbero le nostre abitazioni, si godrebbero la vita a nostre spese, sporchi, brutti e cattivi. Si dimenticano le nostre migrazioni, quelle degli italiani, in particolare dal Sud.
Il rapporto presentato dalla Fondazione Migrantes
Su questo problema parlano i dati forniti dalla Fondazione Migrantes che pubblichiamo in altra parte del giornale. Non si possono dimenticare gli italiani che sono andati in altri paesi. Negli ultimi 13 anni oltre due milioni di italiani sono emigrati. Gli italiani residenti all’estero sono passati da poco più di 3,1 milioni a quasi 5,3 milioni e quasi la metà (48,9 per cento) è partito dal Sud. Alla presentazione del Rapporto sono intervenuti monsignor Guerino Di Tora, presidente della Fondazione Migrantes e la curatrice Delfina Licata, Roberto Rossini, presidente ACLI; monsignor Stefano Russo, segretario generale della Conferenza episcopale italiana; Giuseppe Provenzano, ministro per il Sud e la Coesione territoriale, con la moderazione di Paolo Pagliaro. Le conclusioni affidate a David Maria Sassoli, presidente del Parlamento Europeo.
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