Draghi passa a Lagarde la campanella di presidente Bce e attacca le “voci illiberali” contrarie all’integrazione europea. Cerimonia di alto significato politico. Interventi di Merkel, Macron. Il saluto di Mattarella

Draghi passa a Lagarde la campanella di presidente Bce e attacca le “voci illiberali” contrarie all’integrazione europea. Cerimonia di alto significato politico. Interventi di Merkel, Macron. Il saluto di Mattarella

Chi lo conosce bene dice che Mario Draghi è una persona alla quale non piacciono i complimenti,  un uomo freddo, refrattario agli elogi, pensa sempre che siano falsi o  che chi  glieli rivolge abbia bisogno di qualcosa. Questa volta il “freddo” Draghi pare abbia fatto una eccezione perché nel momento in cui avviene il passaggio delle consegne con il successore, scrivere la successora è proprio bruttino, Christine Lagarde, gli interventi che si sono succeduti nel palazzo di Francoforte, sono stati sinceri, ci è parso, anche  amichevoli. In particolare chi ha preso la parola ha promesso di continuare la politica praticata per otto lunghi anni dal presidente della Bce, l’italiano che ai banchieri tedeschi e ai “duri” della Cdu non era simpatico.

Elogi anche dall’ex ministro tedesco  Schaueble: “Ha salvato l’euro”

Proprio l’ ex ministro tedesco  Schäuble che per tutti questi anni non ha mancato di contrastarlo, ha dichiarato: “Avevamo pareri diversi, ma lui ha salvato l’euro”. Per il “duro” tedesco deve essere stato un sforzo eccezionale rendere omaggio “all’italiano” accusato più volte dai banchieri tedeschi di fare solo gli interessi degli italiani. E sempre da una voce tedesca, quella della Merkel, il riconoscimento che quella di Draghi “è stata una leadership cruciale per la stabilità dell’eurozona, per la tenuta dei paesi dell’euro. Siete stati in grado di farlo in fretta perché siete una istituzione indipendente”, ha sottolineato la cancelliera tedesca. Ed ha aggiunto che “dobbiamo essere in grado di difendere questa indipendenza”, soprattutto in tempi difficili per l’economia. Merkel ha quindi ricordato come Draghi e suoi colleghi della Bce si siano “schierati risolutamente sulla scena internazionale” per l’eurozona, citando il celebre “whatever it takes”, ad ogni costo, una sorta di impegno morale per Draghi. E in tono confidenziale, raro nelle cerimonie ufficiali, si è rivolta a Draghi proprio quella che è stata chiamata a succedergli, Christine Lagarde la quale ha ringraziato il presidente uscente. “Grazie per la tua saggezza e la tua determinazione”.  “La tua eredità”, ha aggiunto l’ex direttore generale del Fmi, “è averci insegnato a eccellere e a superare le attese”.

Il presidente francese definisce Draghi “degno erede dei padri fondatori”

E un elogio arriva dal presidente francese Macron, quasi un asse Germania, Italia e, appunto, Francia, che ha definito il banchiere italiano “degno erede dei padri fondatori dell’Europa. Quello che celebriamo oggi” sottolinea Macron “è l’azione di un uomo che ha portato molto in alto il sogno europeo”, “un degno erede dei padri fondatori dell’Europa” quali Jean Mounier, Robert Schuman, Konrad Adenauer e “i vostri illustri compatrioti Alcide De Gasperi e Altiero Spinelli”. I governi europei – ha sottolineato il presidente francese – devono appoggiare l’appello della Bce a una politica di bilancio espansiva che affianchi la politica monetaria della Bce. “Con il sostegno unanime del consiglio direttivo della Bce, hai invitato i governi ad agire risolutamente efficacemente e tempestivamente”, ha detto Macron. “Spetta ora a noi, cari leader – ha proseguito – portare avanti questo compito”. Parole importanti a fronte delle critiche vengono da alcuni paesi del Nord Europa in particolare e non solo sulla decisione di Draghi, l’ultima presa dal presidente, di far ripartire da novembre il quantitave easing, l’acquisto di titoli di stato da parte della Bce.

Il Capo dello Stato: uno straordinario impegno al servizio dell’Europa

Non poteva mancare a Francoforte il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che nel suo saluto ricordando, non per caso, che Draghi è stato governatore di Bankitalia sottolinea che ha svolto “uno straordinario impegno al servizio dell’Europa”. “Mario Draghi, in questi otto anni, è stato autorevolmente al servizio di un’Europa più solida e inclusiva, interpretando la difesa della moneta unica come una battaglia da condurre con determinazione contro le forze che ne volevano la dissoluzione”. Mattarella ha ricordato in particolare la sfida della crisi del 2011, “sconfiggere la percezione della possibilità, se non del rischio, di dissoluzione dello stesso eurosistema. Una possibilità e un rischio che oggi possiamo considerare sconfitti”. Secondo il presidente della Repubblica “oggi possiamo dire che il sistema economico europeo è più solido”. “Caro Mario, come cittadino europeo desidero dirti grazie”, ha concluso anche Mattarella.

Lasciare la Bce è più facile sapendo che è “in buone mani”

Da Draghi che ha ricevuto l’omaggio di tutti i principali leader europei dando l’addio alla guida della Bce, consegnando simbolicamente il testimone nelle mani di Christine Lagarde, in carica a partire dal primo di novembre, sono venute parole semplici, molto significative e, al tempo stesso, molto impegnative per chi in Europa  sarà chiamato a difendere, rilanciare, cambiare. “Lasciare la Bce – ha detto – è più facile, sapendo che è in buone mani”.  “Oggi ci sono 11 milioni di persone occupate in più in Europa, la popolarità dell’euro è ai suoi massimi livelli e i politici dicono che la moneta unica è irreversibile”, ha aggiunto il presidente uscente. “È davanti agli occhi di tutti che ora è il momento di più Europa, non meno”, ha sottolineato rimarcando che “noi europei dobbiamo prendere il nostro destino nelle nostre mani”.

La sua nuova casa? Non risponde ai giornalisti ma non resterà con le mani in mano

A qualcuno fischieranno le orecchie, quelli che in alcuni paesi europei ed anche in I’talia vedono l’euro come il fumo negli occhi. Draghi dopo aver detto che l’Eurozona “ha bisogno di una capacità di bilancio con dimensioni e con un meccanismo adeguato” ha ringraziato Mattarella, Macron, Merkel, i leader che hanno partecipato alla cerimonia “per aver respinto con forza – ha detto – le voci illiberali che ci avrebbero fatto voltare le spalle all’integrazione Ue”. A qualcuno anche in Italia, saranno fischiate le orecchie. Non occorre fare nomi, si tratta dei soliti noti che ogni giorno lanciano un proclama per abbattere l’Unione europea che al contrario, deve essere rafforzata. Draghi ha concluso passando la campanella a Lagarde. “Non l’ho mai usata in questi  8 anni trascorsi  a Francoforte”. Ora quale  sarà la sua nuova casa? Non risponde ai giornalisti. Ripete solo “chiedetelo a mia moglie”. Ma che voglia stare con le mani in mano, un periodo, anche piccolo piccolo, di riposo, non ci crede nessuno.

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