
“È andata bene, è stata una riunione serena. Abbiamo approfondito i punti per una base comune programmatica e continueremo nelle prossime ore. Il lavoro continua in maniera profittevole” hanno detto i capigruppo Pd di Camera e Senato, Graziano Delrio e Andrea Marcucci, la vicesegretaria dem Paola De Micheli e il coordinatore della segreteria Andrea Martella, al termine dell’incontro con la delegazione M5S a Montecitorio. In sintonia perfetta con quanto dichiarano i 5Stelle. “Abbiamo lavorato in buon clima, ci vedremo domani. Non abbiamo parlato di nomi” ha detto infatti il capogruppo del Movimento 5 stelle al Senato Stefano Patuanelli al termine del secondo incontro tra la delegazione Pd e 5stelle che si è conclusa a Montecitorio. Le due forze hanno ancora a disposizione la serata odierna per trovare la quadra. Solo domani, infatti, saranno chiamate al Quirinale dal capo dello Stato, a partire dalle 16, per riferire sulla possibile chiusura del cerchio. Mentre la direzione del Pd è stata convocata per le ore 10 di mercoledì mattina.
Ma a un passo dal governo e in un vortice di critiche, ecco la bomba del voto online che esplode a tarda sera. Per Luigi Di Maio l’ultima giornata prima delle consultazioni diventa uno dei momenti più difficili da quando è capo politico del M5S, con polemiche dai big e dai militani, dilaniati dai dubbi di un accordo con il Pd. Ma il blog M5S spariglia le carte: “Il confronto tra le forze politiche su questa base sarà portato avanti dal presidente del Consiglio che eventualmente domani (mercoledì) potrebbe essere incaricato dal presidente Mattarella – scrive il capo politico -. Alla fine di questo percorso ci sarà una proposta di progetto di governo che sarà stata condivisa tra le forze politiche che intendono entrare in maggioranza”. “Prima che venga sottoposta al presidente della Repubblica, questa proposta sarà votata online su Rousseau dagli iscritti del MoVimento 5 Stelle – rimarca il post -. Solo se il voto sarà positivo la proposta di progetto di governo sarà supportata dal MoVimento 5 Stelle”. E ancora: “Il voto dovrebbe avvenire entro la prossima settimana. Gli iscritti al MoVimento 5 Stelle hanno e avranno sempre l’ultima parola”. Il resto passa in secondo piano: il dialogo con la delegazione Pd procede positivamente (“il clima è buono”, ripete il capogruppo Patuanelli), ma il leader pentastellato è alle strette. Non vuole mollare la poltrona di vicepremier. La replica del Pd giunge veloce come un fulmine. Il voto di Rousseau sul governo M5s-Pd è solo un modo per prendere tempo. Si tratta tra l’altro, osservano altre fonti, di uno “sgarbo istituzionale” al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che al termine delle consultazioni deciderà se affidare l’incarico di governo. Inoltre, “può saltare tutto perché Luigi Di Maio è tornato a rivendicare la vicepresidenza del Consiglio”, lasciano filtrare fonti Dem. L’impasse che si era creata attorno alla figura del vicepremier e che sembrava destinata a trovare soluzione torna pesante come un macigno. Ne vuole uno solo il Pd, sicuro nel cucire su Giuseppe Conte la divisa di esponente (e ‘capitano’) pentastellato, puntando a declassare Luigi Di Maio e ad alzare così la bandiera della ‘discontinuità’. “Alla fine i vice saranno due”, assicurano fonti M5S. “Il nostro capo politico è lui e si parla con lui”, lo ‘blindano’ i capigruppo Patuanelli e D’Uva. “Nemmeno un governicchio, vogliono un rimpasticchio che non possiamo accettare. Va bene la responsabilità, ma non possiamo accettare tutto”. Così autorevoli fonti Pd commentano lo stato della trattativa con il M5S. “Siamo molto vicini allo stop”, aggiungono. Lasciando il Nazareno lo stato maggiore Dem non si dice più ottimista. Il vicesegretario Andrea Orlando prova a sdrammatizzare: “Abbiamo risolto i problemi del governo, adesso dobbiamo risolvere i problemi di Di Maio”, scherza.
La seconda tornata di consultazioni di Mattarella intanto è cominciata oggi pomeriggio con i presidenti di Senato e Camera, Elisabetta Casellati e Roberto Fico, e con i gruppi parlamentari minori. Il gruppo Misto della Camera ha annunciato che di fronte a un eventuale nuovo Governo avrà tre diverse posizioni. La maggioranza dei componenti “è timidamente disponibile a valutare la possibilità di sostenere un esecutivo con una nuova maggioranza con riserva di conoscere programmi e persone. Le minoranze linguistiche si asterranno al momento della formazione e valuteranno caso per caso mentre la componente Noi con l’Italia-Usei è contraria”, ha spiegato il capogruppo Manfred Schullian. “L’eventuale Governo Pd-M5s sarebbe un esecutivo di sinistra che non ha maggioranza nel Paese anche se totalmente legittimo. Faremo opposizione seria e responsabile – ha sottolineato Maurizio Lupi -. I quattro deputati di Usei non voteranno la fiducia al Governo Pd-M5s. E’ una tipica rappresentazione ionesca del teatro dell’assurdo”. “Siamo in una situazione di attesa – ha aggiunto Beatrice Lorenzin di Civica popolare Ap-Psi-Area civica – . Siamo assolutamente favorevoli alla nascita di un nuovo Governo se rispetta un perimetro filoeuropeo, atlantista e attento alla situazione del bilancio. Sono tutti fattori che abbiamo analizzato, valuteremo attentamente i contenuti e i programmi del Governo che eventualmente ci sara’ presentato”.
Per il gruppo Misto del Senato hanno parlato invece la presidente Loredana De Petris (Leu) ed Emma Bonino di Più Europa. Leu ha confermato al capo dello Stato “la disponibilità a sostenere il Governo di svolta che si sta formando”. “Quello che ci interessa – ha precisato De Petris – sono i programmi e non il risiko dei nomi”. Ancora più cauta la posizione di Più Europa. Emma Bonino ha affermato che “alle condizioni date ritiene di non poter dare fiducia a un Governo che sembra un oggetto misterioso. Noi non compriamo a scatola chiusa – ha rimarcato -. Ci dobbiamo quindi riservare un giudizio definitivo a quando saranno più chiari gli obiettivi”, che per Più Europa sono ancoraggio europeo, immigrazione, giustizia, sostenibilità ambientale.
Le possibilità al momento sono due: se il matrimonio tra Pd e Cinque stelle andrà in porto, domani pomeriggio alle consultazioni da Mattarella daranno un nome e un perimetro chiaro su q uello che intendono fare per il resto della legislatura. Se poi al premier incaricato servirà del tempo per definire programma e squadra, una settimana o anche di più, non sarà un problema, spiegano gli interlocutori che oggi sono saliti al Colle. Se la trattativa fallisse invece toccherà a un governo di garanzia portare il paese alle urne. Ma non si può aspettare oltre perché i tempi sono stretti per via del calendario elettorale. Il rischio che il Colle non può e non vuole correre è di portare gli italiani al voto sotto Natale, il tempo scorre e facendo i calcoli con i tempi tecnici a partire da oggi si voterebbe ai primi di novembre. Il compito di dare vita ad un programma e ad una squadra spetterà poi al premier incaricato, ferme restando le prerogative costituzionali del Capo dello Stato sulla nomina dei ministri. Se ci riuscirà potrà tornare da Mattarella dopo alcuni giorni a sciogliere la riserva. Insomma come aveva lasciato intendere nel suo discorso al termine delle prime consultazioni, per Mattarella quella di domani è la deadline per tentare di dar vita ad un nuovo governo politico. Se così non sarà, toccherà al governo elettorale. I tempi del resto sono stati fissati dal calendario delle consultazioni: domani pomeriggio Mattarella ascolterà i gruppi del centrodestra, Fi, FdI e Lega, separatamente, il Pd e infine il Movimento 5 stelle. A quel punto il presidente trarrà le sue conclusioni e annuncerà al massimo il giorno dopo, giovedì mattina, il nome dell’incaricato.
- Amministrative 2021, la sinistra per Roma. Ne parliamo con Giuseppe Libutti, candidato per la lista Sinistra civica ecologista - 27 Settembre 2021
- Riprendono le pubblicazioni di Jobsnews.it. Con alcune modifiche sostanziali - 31 Gennaio 2021
- Coronavirus. 7 ottobre. 3678 nuovi casi, 31 decessi, 337 in intensiva. Il nuovo Dpcm proroga lo stato d’emergenza al 31 gennaio 2021 e impone la mascherina all’aperto - 7 Ottobre 2020