
“Come sempre fatto in passato, dalla Mare Jonio potranno scendere donne, bambini e malati” si afferma in una nota del Viminale che di nuovo spiega anche come “rimane confermato il divieto di ingresso e sbarco per una nave che non rispetta le leggi e che preordinatamentre si provoca lo stato di necessità a bordo per sbarcare in Italia”. Contro questa decisione orribile, frutto dell’odio e del rancore, della paura autoritaria, sono intervenuti in tanti, a chiedere lo sbarco immediato, dai medici alle Chiese agli operatori del volontariato. “Bene l’evacuazione di donne e bambini dalla Mare Jonio, ma tutte le persone che abbiamo a bordo hanno diritto a un porto di sbarco sicuro”. Commenta Alessandra Sciurba, portavoce di Mediterranea, la decisione del Viminale di fare scendere le donne e i bambini dalla Mare Jonio. “Attendiamo ancora una risposta a questa richiesta che abbiamo avanzato al centro di coordinamento italiano”, conclude.
A bordo, tra i 99 migranti, ci sono 22 bambini, alcuni piccolissimi, 26 donne, di cui 8 incinte
“Qui Mare Jonio, siamo in acque territoriali di fronte a Lampedusa. Abbiamo due, tre metri di onde attorno, 99 persone che iniziano a sentirsi male. Abbiamo bisogno di portare a terra prima possibile queste persone che abbiamo salvato dal mare e in questo momento sono costrette a stare in mezzo a un mare che li fa soffrire. Dobbiamo scendere, dobbiamo portare a terra tutti quanti prima possibile”. E’ l’appello di Cecilia Strada (figlia di Gino Strada presidente di Emergency), a bordo della Mare Jonio, la nave di Mediterranea Saving Humans, che questa mattina è arrivata a 13 miglia nautiche a sud di Lampedusa. Proprio ieri sera era stato notificato il decreto del Viminale che vietava l’ingresso nelle acque italiane. “Questa mattina – afferma Mediterranea – la motovedetta CP312 della Guardia Costiera ha affiancato la Mare Jonio per fare salire a bordo due ufficiali della Guardia di Finanza, che ci hanno notificato il decreto brevi manu”. La nave ha risposto con un report medico, in cui si chiede assistenza per le condizioni di bordo dei naufraghi, in particolare donne incinte e bambini. Al momento non è arrivata nessuna risposta.
Storie e voci dall’inferno raccolte a bordo della Mare Jonio
“Bambino, 6 anni, una sparatoria in Costa d’Avorio gli ha portato via due dita della mano. E’ un nemico pubblico?”. Lo scrive su Twitter Mediterranea Saving humans che con nave ‘Mare Jonio’ si trova al largo di Lampedusa, con 99 migranti, molti dei quali bambini e donne. Storie e voci dall’inferno. “Ferite da coltello. Corrente elettrica. Bruciature. Acqua bollente. Botte con il calcio del kalashnikov. Queste le torture che raccontano gli uomini. Un uomo che scappa dalla tortura. Chi è a bordo non è un numero. E’ una persona. In questo momento non ce la sentiamo di associare a ogni storia una faccia o un nome. Perché vogliamo proteggerli. Come abbiamo fatto da quando li abbiamo strappati al mare, come faremo finché saranno a terra. Fateli scendere”, è l’appello. Poi altre storie di violenza e sofferenza raccolte a bordo della Mare Jonio: 29 anni, scappata da un matrimonio forzato, violentata in un lager libico, è un nemico pubblico? 18 anni, sola, incinta dopo uno stupro in Libia; 19 anni, sola, orfana, violentata in Libia; 15 anni, sola, picchiata in Libia; 31 anni, scappata dal marito che la picchiava, stuprata in Libia; 22 anni, una figlia, vedova: il marito è andato disperso durante il viaggio nel deserto; 27 anni, abbandonata dal marito, è qui a bordo con un infante; 27 anni, partita con il marito, violentata e torturata in Libia; 31 anni, vedova, è qui con i tre figli. E ancora: soccorritrice, 32 anni, volontaria su Mare Jonio, ha salvato dal mare 99 uomini, donne, bambini. Soccorritore, 35 anni, volontario su Mare Jonio, ha salvato dal mare 98 uomini, donne, bambini. 65 anni, medico. E’ volontaria sulla #MareJonio e ha salvato dal mare 98 uomini, donne, bambini. “Sono loro i nemici pubblici?”.
L’indignazione della Cgil siciliana
“Non consentire alla Mare Jonio di mettersi al riparo nonostante il peggiorare delle condizioni meteo marine è un atto disumano. Ci sono donne, bambini, uomini, che vivono in questo momento una situazione drammatica, la loro stessa vita è a rischio e questo lascia indifferente chi potrebbe sbloccare la situazione. Qua non ci sono ragionamenti politici da fare ma solo un’operazione di salvataggio che deve essere immediata” dice il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino. “La sensazione – aggiunge – è che ancora una volta la gente in difficoltà venga lasciato ostaggio di logiche in tutti i casi incompatibili con il senso di umanità, con azioni degne di un Paese civile. A quando il cambio di rotta?”.
E l’indignazione dell’arcivescovo di Monreale, monsignor Pennisi
“Esprimo la mia profonda solidarietà ai volontari di Mediterranea Saving Humans per il salvataggio dei migranti fra cui diverse donne e diversi bambini in condizione di salute precaria”. Il messaggio ai volontari della Ong, che con la nave Mare Jonio hanno tratto in salvo numerosi migranti nel Mediterraneo, è giunto da monsignor Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale (Palermo). “In nome degli elementari principi di umanità e dei valori cristiani – ha aggiunto Pennini, nel testo riportato dal Sir – auspico che al più presto venga data loro la possibilità di essere accolti in un porto sicuro italiano, trattandosi per di più di una nave che batte bandiera italiana”.
E quella di Nicola Fratoianni
“Un ministro in disarmo sfoga la sua frustrazione e rabbia contro alcune decine di bambini, donne, uomini, la cui unica colpa evidentemente è quella di non essere affogati nel Mediterraneo” afferma Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana. “Non ci sono giustificazioni di alcun genere – prosegue il parlamentare di Leu – la nave Mare Jonio deve attraccare al più presto e i naufraghi assistiti. Il resto è il miserabile comportamento di un uomo politico cinico – conclude Fratoianni – spregiudicato ed inumano”.
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