
Le mani della Lega sul Coni, leggi in particolare quelle del sottosegretario allo Sport, Giancarlo Giorgetti, l’uomo di fiducia al quale capitan Salvini affida tutte le operazioni che consentano di mettere le mani su tutto ciò che si chiama la “cosa pubblica”, a partire dallo Stato e dai suoi organi, governo in prima battuta, enti di controllo, comitati, associazioni e chi più ne ha più ne metta. I media della vicenda Coni parlano nelle pagine sportive, salvo eccezioni, ma si tratta di un caso nazionale che riguarda la grande organizzazione dello sport, che coinvolge milioni di persone, protagonisti e spettatori. Giovani in particolare. L’ultima impresa del Giorgetti, a Palazzo Madama proprio poche ore prima della debacle dei Cinquestelle che vedevano bocciata la loro mozione contro la Tav e si apriva una crisi di governo pesantissima, il sottosegretario riusciva a far approvare una legge delega sulla organizzazione dello sport, leggi Coni, che gettava alle ortiche l’autonomia dell’Ente sportivo. I media, salvo eccezioni, tenevano la notizia nelle pagine dello sport, quasi nascosta
Pd. Un colpo di mano della Lega. Ignorato l’intervento del Cio
Malgrado le proteste, il voto contrario del Pd e di Leu ( 54), un dibattito acceso, il disegno di legge delega passava con 154 voti favorevoli, quelli del cartello gialloverde, 52 astensioni di Forza Italia e dei Fratelli d’Italia. Il titolo del disegno di legge era già tutto un programma, “deleghe al governo e altre disposizioni in materia di riordinamento sportivo, di professioni sportive nonché di semplificazione”. Tutti gli emendamenti proposti dal Pd sono stati respinti. Giorgetti era stato avvertito che c’era il rischio di una pesante interferenza politica sul Coni, intollerabile da parte del Comitato olimpico internazionale, ma aveva fatto orecchie da mercante. Si tratta, affermava, della presa di posizione di qualche funzionario. Niente di che, e aveva tirato avanti, dicendo che con questa legge si faceva “l’interesse di migliaia di associazioni dilettantistiche che assicurano lo sviluppo dello sport di base e garantiscono decine di migliaia di lavoratori che avranno un inquadramento giuridico”. Magari anche dell’arrivo di qualche finanziamento. La senatrice del Pd Daniela Sbrollini aveva affermato che si “trattava di un colpo di mano della Lega e di Giorgetti” e, rivolgendosi al capogruppo leghista Massimiliano Romeo, che aveva parlato di “letterina di un funzionario” ricalcando la presa di posizione del sottosegretario che, nel frattempo, continuava a snobbare le critiche che arrivavano dalla sede del Cio, affermava: “La lettera del Cio non è una letterina, ma la lettera di un organismo internazionale di cui l’Italia fa parte. È una lettera chiarissima e dice che ora l’Italia rischia di uscire dal Comitato olimpico internazionale”. La “letterina” aveva l’autorevole firma del presidente del Cio, Thomas Bach, da Losanna, la sede del Comitato era arrivata al presidente del Coni, Malagò. Giorgetti, preso con il sorcio in bocca, continua a parlare di lettera del “funzionario del Cio”. Fa finta di ignorare che le quattro pagine arrivate da Losanna non dovrebbero essere una sorpresa
Il premier Conte aveva assicurato a Bach che sarebbe intervenuto. Non risulta
Il 24 giugno il premier Conte aveva garantito a Bach, quando a Losanna gli aveva fatto notare che alcune cose non andavano bene nella legge italiana, che si sarebbe interessato al suo rientro: questo potrà avvenire solo dopo l’approvazione della legge delega in quanto sarà poi il governo a scrivere la legge vera e propria. Possibile che Conte non abbia informato Giorgetti? Possibile, visto come stanno andando le cose, i rapporti fra Lega, M5s, Conte, Tria, per non parlare di altri ministri. Possibile che Malagò non abbia informato il Giogetti? Il Cio aveva fatto presente a Malagò la sua “seria preoccupazione” per alcune disposizioni, sottolineando che la legge “intaccherebbe chiaramente l’autonomia del Coni”. Le agenzie di stampa riassumono la missiva del Cio, parlano di possibile “sospensione o il ritiro del riconoscimento del comitato olimpico”, una minaccia che se attuata potrebbe avere clamorose conseguenze già alle Olimpiadi di Tokyo 2020 (niente bandiera o inno sul podio, squadre fuori e atleti in gara come indipendenti). Per il Cio “il Coni non dovrebbe essere ‘riorganizzato’ mediante decisioni unilaterali da parte del governo”, il suo perimetro non dovrebbe essere “strettamente limitato alle ‘attività olimpiche’ ma riguardare anche lo sport per tutti”. E ancora, no a un “controllo specifico del governo su enti e federazioni” e no a organi territoriali con sole “funzioni di rappresentanza istituzionale”. Arriva la risposta al Cio, la reazione del governo è generica e arrogante: “Sorprende tutto questo interesse del Cio per una singola parte del provvedimento che riguarda il potere politico del Coni”. Poi si definisce “un po’ frettolosa” la presa di posizione del Cio perché “i decreti attuativi che saranno emanati nel prossimo anno recepiranno le osservazioni”. Non si capisce come possano recepire le osservazioni visto che i decreti attuativi, come è noto, seguono la linea indicate dai provvedimenti approvati dalle Camere. Non possono cambiarle. E arriva in tempi rapidi la risposta del Cio che ricorda il colloquio avuto da Bach con Conte di cui abbiamo detto e le assicurazioni che erano state date. Da sottolineare che il 24 giugno precedeva la assegnazione a Milano-Cortina delle Olimpiadi 2026. Il presidente del Cio aveva avvisato Conte dei rischi cui poteva andare incontro l’Italia.
A rischio anche le Olimpiadi invernali 2026 Milano-Cortina. Possibile ricorso della Svezia
Un’eventuale sanzione del Cio al Coni potrebbe far tremare anche Milano-Cortina. La sospensione dell’Italia potrebbe infatti spingere la Svezia, candidata sconfitta con Stoccolma-Are, a un ricorso al Tas di Losanna per riaprire la partita. Giorgetti, imperterrito, si dice “felice” per questa approvazione da parte del Senato che segue quella della Camera. “Ora”, afferma, “c’è la seconda parte del lavoro da fare con il Parlamento per i decreti legislativi e attuativi. Un lavoro che sarà svolto con equilibrio, misura e realismo per lo sviluppo e il bene del sistema sportivo. In questa sede saranno chiariti anche i dubbi che nascono da un fraintendimento come dimostra la lettera del funzionario del Cio”. L’arroganza del potere, l’uso spregiativo della parola “funzionario” qualifica che viene usata per il presidente del Comitato olimpico. Forse Bach non gradirà, ma se legge queste note lo scusi. Giorgetti è un emulo di Salvini, forse un po’ meno arrogante. Ma siamo lì.
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