
Senza limiti, sente l’odore del potere, ancor peggio dell’onnipotenza, batte le spiagge di mezza Italia, Molise, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia, indossa le più svariate magliette a seconda dei luoghi in cui si trova, ne ha scoperta una che, dice, gli va a pennello, quella di una società di canoisti, trascina con sé Francesca, la fidanzata. Selfie a volontà, sulle spiagge, negli stabilimenti balneari. Si commuove perfino quando parla dei figli. Gli è andata male quando, con il suo amico Giorgetti, sottosegretario allo sport, ha portato l’attacco alla autonomia del Coni, tanto da provocare un duro intervento da parte del Comitato olimpico internazionale che ha espresso un giudizio sulla legge delega che il sottosegretario ha fatto approvare da Camera e Senato. Talmente preso dal delirio di onnipotenza che ai suoi elettori, quelli con i quali si fa i selfie, ha gridato, al termine di un comizio a Pescara, dopo aver messo ko il presidente Conte e aperto la crisi di governo, che sarà lui il candidato premier, datemi “pieni poteri per fare quel che abbiamo promesso di fare, fino in fondo senza rallentamenti e senza palle al piede”. Ed ha annunciato di candidarsi a premier del futuro esecutivo. Ha chiesto di convocare immediatamente il Parlamento per la mozione di sfiducia al premier uscente, subito al voto, cosa legittima per chi è un leader politico ma, nel caso, si tratta del ministro dell’Interno, capo del dicastero che si occupa della organizzazione del voto, della sua regolarità.
Il capo della Lega, nonché vicepremier, soffre di nostalgie mussoliniane
Forse qualcuno dei suoi consiglieri, magari con un pizzico di cultura in più, poteva ricordargli che ai “pieni poteri” era ricorso anche Mussolini che si era fatto approvare dal Parlamento la legge delega 1801 del 1922 concernente la delegazione di pieni poteri al Governo del re per il riordinamento del sistema tributario e della pubblica amministrazione. La legge doveva assicurare al Governo i “pieni poteri” per un periodo limitato fino al dicembre del 1923, ma rappresentò la base parlamentare per la nascita della dittatura fascista: nei mesi successivi venne istituito il Gran Consiglio del Fascismo e vennero istituzionalizzate le camicie nere. Insomma non un bell’inizio di campagna elettorale per Salvini Matteo che, forse, con la storia non ha grande dimestichezza. Ma passi per la disinvoltura con cui il Salvini fa sfoggio della sua cultura, ciò che invece deve essere messo in evidenza è la gravità della crisi provocata dal fallimento del governo gialloverde, con il dominio assoluto del vicepremier, le pesanti conseguenze su una situazione politica, economica e sociale del Paese causate dalle politiche praticate, fra promesse non mantenute ed errori molto gravi. Con un futuro che si annuncia molto pesante. Un dato vale per tutti: la giornata nera vissuta dalle banche, tutte in negativo, Piazza Affari è andata sotto del 2,48%. Sono stati bruciati 15 miliardi con forti perdite e lo spread, il differenziale fra i nostri bot e i bund tedeschi, una specie di termometro che misura la “febbre “ dell’economia, è volato a quota 240, mentre già a quota cento è ritenuta molto pesante.
L’agenzia di rating Fitch conferma il giudizio negativo
Il giorno dopo l’apertura della crisi di governo, il pronunciamento di Fitch era molto atteso. Per la seconda volta, l’agenzia internazionale di rating ha confermato la ‘pagella’ dell’Italia, assegnandole il grado di ‘BBB’. Anche l’outlook viene confermato “negativo”: a pesare, “l’alto livello del debito pubblico”, una crescita debole e “la crescente incertezza” legata all’attuale dinamica politica. In realtà l’agenzia internazionale di rating fa intendere che il giudizio attuale già scontava la possibilità che il governo non sarebbe durato per tutta la legislatura. “Gli sviluppi politici di questa settimana rafforzano la nostra valutazione” fatta precedentemente, secondo la quale “il governo non avrebbe potuto compiere un mandato completo” con il “rischio crescente di elezioni anticipate a partire dalla seconda metà di quest’anno”. Detto questo, Fitch prevede che comunque non scatti nessuna clausola di salvaguardia e che quindi non ci sarà un aumento dell’Iva, mentre verrà introdotta un’aliquota “flat tax” del 15% che “è nel programma della Lega”, e che “potrebbe essere limitata a redditi annui inferiori a 50.000 euro con un costo di circa lo 0,6%-0,7% del PIL”. Gli esperti sostengono di aspettarsi che “questo sarà solo in parte compensato dai risparmi derivanti” dalla spending review e dalla revisione degli sgravi fiscali. A proposito di questi ultimi, avverte Fitch, la loro revisione sarà “politicamente difficile”. E comunque, nonostante la delicata situazione, Fitch non sembra pessimista sul nostro futuro, soprattutto qualora in caso di elezioni, vi sia un governo pià stabile in presenza del quale “vediamo un moderato potenziale di rialzo della sostenibilità del debito a medio termine”.
Gli appuntamenti economici del governo. Sempre che ci sia
Nel calendario del governo, quando riapriranno le Camere, ci sarà la messa a punto della nota di aggiornamento del Documento di economia e Finanza che va presentata a Camera e Senato il 27 settembre. Il 15 ottobre, invece, è il termine ultimo del documento programmatico al Def, da inviare alla Commissione Ue. Il 20 ottobre il governo deve presentare la Legge di Bilancio vera e propria. Sempre che un governo ci sia. Ci saranno i tempi per approvare la manovra 2020? Questo l’interrogativo di fondo, la cui risposta dipende dai tempi della crisi. Senza una nuova Legge di Bilancio scatta quello che tecnicamente si chiama esercizio provvisorio, che consente di operare a politiche invariate. In questo caso, scatterebbero quindi le clausole di salvaguardia previste dalla manovra 2019, che prevedono l’aumento IVA. Dal primo gennaio 2020 (succederebbe solo nel caso in cui non si riuscisse ad approvare una nuova Legge di Stabilità entro il 31 dicembre) l’aliquota ordinaria salirebbe al 24% e quella ridotta al 13%. Dice Confesercenti che ci sarebbe un danno gravissimo, insopportabile per le imprese. Non ci sarebbe neppure una nuova manovra economica, decadono tutte le ipotesi fino ad ora previste, anche in considerazione del dibattito che l’esecutivo ha aperto con le parti sociali proprio in vista della Legge di Stabilità: flat tax e revisione aliquote IRPEF, taglio del cuneo fiscale, ipotesi di salario minimo. Preoccupate le associazioni dei consumatori. Il presidente di Ferconsumatori, Emilio Viafora scrive infatti che “in questi mesi l’esecutivo non ha messo in atto i necessari interventi per risollevare il potere di acquisto e restituire slancio ad un mercato occupazionale pressoché immobile, riuscendo solo a varare qualche blanda misura finalizzata più a raccogliere consensi che non a migliorare concretamente la qualità della vita dei cittadini”. E la Confesercenti, con la presidente Patrizia De Luise, rende noti i timori per l’aumento dell’Iva: “Ora si aprono vari scenari e in vista della prossima legge di bilancio – incalza la rappresentante dei commercianti – ci preoccupa moltissimo il discorso delle clausole di salvaguardia per impedire l’aumento dell’Iva. Anche perché – spiega – le imprese hanno assorbito i precedenti aumenti dell’Iva ma, adesso, con i consumi in frenata non ce la potrebbero fare”.
Il rischio dell’esercizio del Bilancio provvisorio. Assenza di manovra 2020
Un dibattito che, di fatto, non c’è stato. Perché dal governo non sono arrivate proposte concrete sui vari temi in discussione. Il rischio di esercizio provvisorio sarebbe molto alto, significa aumento IVA e assenza di manovra 2020 (con tutti i rischi che questo comporta, fra l’altro, anche sotto il profilo del rispetto dei vincoli europei di bilancio, di fibrillazione dei mercati, e in ogni caso di bassa crescita). È difficile, al momento, fare ipotesi concrete di sviluppo di una crisi per molti versi inedita. Quello che è certo è che se entro il 31 dicembre non verrà approvata la legge di Bilancio, se non verranno rispettati gli impegni presi dal premier Conte e dal ministro Tria con la Commissione Ue scatterebbe l’aumento dell’Iva per 23 miliardi e crescerebbe l’indebitamento dell’Italia. Per non parlare della possibile apertura da parta della Commissione della procedura di infrazione.
E infine il giudizio del New York Times sull’Italia
Scrive il quotidiano di New York: “Con il crollo del governo ora una possibilità imminente, la quarta economia europea resta bloccata in un pantano abituale. L’economia sta soffrendo delle tensioni incessanti del livore politico, che causano uno slittamento degli investimenti da parte delle aziende. In pancia alle banche si sono ancora molti non perfoming loans che, pur essendo meno di prima, le rendono riluttanti a concedere prestiti. L’Italia ha disinnescato lo scorso mese il rischio di una punizione dall’Ue per violazione delle norme sul deficit. Un risultato celebrato inutilmente da Roma: ‘è stato importante per ricreare fiducia nei mercati. Abbiamo eliminato tutte le possibili discussioni sulla nostra posizione in Europa. Vogliamo cambiare le regole, ma le stiamo rispettando'”. Il New York Times cita il ministro dell’Economia Giovanni Tria, sottolineando che “se si vuole procedere nella direzione della flat tax, dobbiamo tagliare le spese”.
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