Mazzata da Bruxelles, Italia ultima in Europa per il Pil. Istat: cala la produzione industriale annua. Tria, i contri sono a posto e Moscovici lo smentisce. Fornaro (Leu). Ultimi in Europa. Boccia (Confindustria). Il paese reagisca

Mazzata da Bruxelles, Italia ultima in Europa per il Pil. Istat: cala la produzione industriale annua. Tria, i contri sono a posto e  Moscovici lo smentisce. Fornaro (Leu). Ultimi in Europa. Boccia (Confindustria). Il paese reagisca

A noi Tria fa tenerezza. Tocca sempre  a lui dare risposte a Istat, Agenzie di rating, associazioni di imprese che forniscono dati sulla situazione economica del nostro paese per niente confortanti. I commissari europei  ogni giorno ci ricordano che l’Italia resta un sorvegliato speciale e che  i conti definitivi si faranno ad ottobre, che il rinvio della procedura di infrazione non significa che ormai l’Italia sia al sicuro. Al contrario, i conti si faranno ad ottobre e il Bilancio per il 2020 deve, in primo luogo, coprire l’Iva, poi ristrutturare il rapporto deficit-Pil. Tria praticamente viene lasciato solo. Salvini e Di Maio sono impegnati  in una rissa continua. Il ministro dell’Interno ha un solo obiettivo, quello di  impedire ai migranti di fuggire da paesi dove si  pratica la tortura, si muore nei campi di concentramento. Chiude i porti italiani. Non solo, ordina alla guardia di finanza di impedire l’accesso alle imbarcazioni delle Ong che  salvano i naufraghi. Ora ha chiesto ed ottenuto di mobilitare anche navi da guerra, aerei militari. Appunto, la guerra alla povera gente. Sempre sul fronte politico, il Parlamento è impegnato a votare provvedimenti, a partire dalla riduzione del numero dei parlamentari, alle norme sulla sicurezza, al muro fra Italia e Slovenia voluto dal governatore Fedriga. Scrive Michele Ainis in un editoriale su Repubblica che siamo in presenza di “una stretta sui diritti, le libertà civili. Insomma, soffia un vento autoritario”.

Il  ministro dell’Economia copre i disastri del governo gialloverde

Torniamo a Tria al quale, in solitaria, tocca coprire i disastri provocati dal governo per quanto riguarda la politica economica e sociale. Lo fa in modo diciamo diligente, ma viene costantemente smentito dai fatti. Non ci fa una bella figura anche se ce la mette tutta poi nell’esaminare lo stato dei provvedimenti adottati dal governo che mostrano la corda. Proprio oggi l’Inps rende noto che per quanto riguarda il reddito di cittadinanza le richieste sono state il 30/% in meno del previsto. Un fallimento. Continuiamo questa vera e propria “story” dei fallimenti delle scelte economiche del governo che, ora, deve difendere anche se è stato contrario ma la sua voce non è stata ascoltata. Partiamo dalla Agenzia di rating, Fitch, una delle più autorevoli nell’esame dei Bilanci del paesi. Il giudizio che aveva dato sull’Italia era appena superiore al livello “ spazzatura”. Ora rende noto che “è possibile una  revisione al ribasso”. Poi faceva presente che “le tensioni con l’Europa sono solo rinviate”. Il ministro viene colto da uno scatto d’ira, non essendo in grado di rispondere con fatti e numeri. Afferma: “L’Agenzia di rating può dire quello che vuole, le riforme strutturali ci  sono”. Dal Forum Italia-Cina, Tria assicura che ci sono “ampi margini di crescita per l’export tra i due paesi”. Non si capisce quale sia la logica che segue il ministro. Ma  proprio da Bruxelles arriva una notizia ferale, una sconfessione. Ce lo consenta  Tria, per una volta ammetta che la realtà è diversa da quella che il governo, con il suo benestare, intende presentare agli italiani. “L’Italia ultima in Europa per il Pil” dice Bruxelles. Dal 2010 al 2017 sarà bene ricordare al ministro che non eravamo in fondo alla classifica. Gli esperti della Commissione Ue dicono, il Pil crescerà appena dello 0,1%, in modo quindi “marginale”: ci distanziano, e di molto, Malta (+5,3%) e Irlanda (+4%). Al penultimo posto, ma prima dell’Italia, c’è la Germania (+0,5%). Anche nel 2018, sentenziò la Commissione europea nel luglio scorso, con una crescita dell’Eurozona al 2,1%, l’Italia con il suo 1,3% era in coda alla classifica. Meglio di noi, la Francia (+1,7%), la Grecia (+1,9%), la Spagna (+2,8%) e prima di tutti Malta (+5,4%). E poco dopo, a novembre, di fronte ad una “crescita meno dinamica” e alle “crescenti incertezze”, Bruxelles segnalò un Pil italiano all’1,1%: il livello più basso in Europa, visto che ad esempio in Francia e Germania saliva dell’1,7%, in Spagna del 2,6% e in Grecia del 2%. Nell’autunno del 2016, Bruxelles rilevava “una crescita modesta in tempi difficili”: l’Eurozona cresceva dell’1,7% e l’Italia dello 0,7%. Peggio di noi, solo la Grecia ancora in grave affanno (-0,3%). Il Portogallo faceva meglio (+0,9%), così come Francia (+1,3%) e Germania (1,9%).

La previsione di crescita al lumicino: 0,1%. La Ue: le cose non vanno bene

All’ottimismo, o meglio al giustificazionismo di Tria, risponde il Commissario europeo agli affari economici, Pierre Moscovici il quale sottolinea che “l’’Italia ha bisogno di riforme che aumentino la sua ‘crescita potenziale’, riforme che vanno fatte, perché non è ammissibile che ci si accontenti di una crescita sistematicamente al di sotto della media dell’area euro”. Il governo italiano, ricorda Moscovici, in conferenza stampa, “prevedeva in settembre per il 2019 una crescita dell’1,5%, in dicembre il consensus prevedeva un 1%, oggi la previsione è dello 0,1%. Si può concludere che le cose non sono andate così bene come qualcuno poteva pensare o sperare”. L’Italia, prosegue, “ha prima di tutto bisogno di riforme che le permettano di elevare la sua crescita potenziale. È un Paese che ha enormi qualità: non posso accontentarmi della risposta che ci viene data”. Fornaro, capogruppo Leu alla Camera, sottolinea che “Il governo gialloverde fa galleggiare l’Italia. I dati Ue presentati oggi ci collocano all’ultimo posto in Europa per crescita. Un risultato pessimo. Il governo è riuscito ad evitare la procedura di infrazione che avrebbe ulteriormente aggravato la già difficile ripresa italiana pagando un caro prezzo sulle nomine del nuovo governo europ. C’è poco da esultare e molto da cambiare. Ormai siamo in stagnazione”.

Misiani (Pd). Crescita del Pil più bassa  tra i 28 paesi Ue

Antonio Misiani, responsabile economico del Pd, capogruppo in Commissione Bilancio, afferma: “Secondo il premier Conte ‘i dati mostrano l’efficacia delle politiche del governo’. Talmente efficaci che secondo le previsioni Ue, il Pil italiano crescerà (si fa per dire) dello 0,1%. Il livello più basso tra i 28 Paesi Ue”. A conferma  delle crescenti difficoltà economiche del nostro   paese arriva anche l’Istat con i “metodi” che sono ormai consueti. Se la botte è mezza piena e mezza vuota l’Istituto di statistica mette in primo piano la botte mezza piena. Ma la realtà non può essere nascosta. A maggio 2019, dice Istat, “si stima che l’indice destagionalizzato della produzione industriale aumenta dello 0,9% rispetto ad aprile”.  Poi la realtà viene a galla. L’Istituto afferma che “corretto per gli effetti di calendario, a maggio 2019 l’indice complessivo è diminuito in termini tendenziali dello 0,7% (i giorni lavorativi sono stati 22, come a maggio 2018). Nella media del trimestre marzo-maggio, il livello destagionalizzato della produzione diminuisce dello 0,1% rispetto al trimestre precedente”. Le flessioni più ampie – prosegue la nota Istat – si registrano nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-4,9%), nell’industria del legno, carta e stampa (-3,7%) e nella fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (-3,1%). Interviene anche Confcommercio  sottolineando che “dopo due mesi in contrazione, la produzione industriale ha evidenziato a maggio un rimbalzo lievemente superiore alle attese. Il dato di oggi non modifica, comunque, il quadro d’insieme che indica un secondo quarto dell’anno in corso molto debole”. Scrive l’Ufficio Studi di Confcommercio : “la crescita dello 0,9% congiunturale  ha permesso solo un parziale recupero, inserendosi in un contesto in cui la domanda delle famiglie rimane debole e la fiducia dei diversi soggetti economici continua a mostrare preoccupanti segnali di fragilità cui contribuisce la perdurante opacità sull’impostazione della prossima legge di bilancio”.

Intesa San Paolo. Necessaria una accelerazione del Pil nella seconda metà dell’anno

Paolo Mameli, senior economist di Intesa San Paolo,  analizzando i dati Istat sostiene che “la volatilità recente pare dovuta a fattori di calendario e climatici. L’industria dovrebbe comunque aver frenato il PIL nel 2° trimestre. È necessaria una decisa accelerazione nella seconda metà dell’anno per evitare una crescita piatta quest’anno. La produzione industriale è aumentata di +0,9% m/m a maggio, dopo aver registrato un calo all’incirca della stessa entità nei due mesi precedenti. Anche dopo il recupero di maggio, l’output industriale resta in rotta per una contrazione nel trimestre primaverile, di -0,6% t/t (dopo il +1% t/t dei tre mesi precedenti). Ciò significa che l’industria in senso stretto dovrebbe aver dato un contributo al valore aggiunto di circa -0,1% t/t. Poiché anche l’apporto delle costruzioni dovrebbe essere negativo, difficilmente i servizi saranno in grado di compensare la debolezza degli altri comparti. In pratica, resta concreto il rischio di un numero negativo per il PIL del 2° trimestre (che sarà diffuso dall’Istat il prossimo 31 luglio)”.

Confindustria: c’è bisogno di una reazione del Paese che ha potenzialità incredibili

Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, commentando i dati Istat a margine della Assemblea di Confindustria Alto Milanese ha affermato che “I dati sulla produzione industriale confermano la necessità di reazione del Paese, un Paese che ha potenzialità incredibili’. “Siamo la seconda manifattura d’Europa ma questo ruolo si conferma giorno dopo giorno”, ha continuato Boccia, sottolineando che “dobbiamo ripartire dagli effetti sull’economia reale che vogliamo realizzare”, indicando come lavoro, inclusione giovani e crescita “siano elementi essenziali e i dati ci confermano la necessità di reazione del Paese”.

Coldiretti: flessioni nella produzione delle industrie tessili, abbigliamento, legno, gomma

Coldiretti utilizza i dati Istat per sottolineare che l’indice destagionalizzato mensile mostra un aumento congiunturale sostenuto per i beni strumentali (+1,9%) e un più modesto incremento per i beni di consumo (+0,9%) e i beni intermedi (+0,6%), mentre diminuisce il comparto dell’energia (-2,1%). I settori di attività economica che registrano variazioni tendenziali positive sono le industrie alimentari, bevande e tabacco e le altre industrie (+2,8% per entrambi i settori), la fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (+1,4%). Le flessioni più ampie si registrano nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-4,9%), nell’industria del legno, carta e stampa (-3,7%) e nella fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (-3,1%).

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