
Mentre Ecofin dettava i compiti al governo, perché di questo si tratta, per evitare la procedura di infrazione e rinviava ad ottobre il giudizio definitivo, molto critico sull’operato dei gialloverdi, come sottolineiamo in altro articolo, la Conferenza di organizzazione della Cisl diventava un punto di riferimento importante per quanto riguarda la valutazione dei sindacati confederali sull’operato del governo. Un giudizio fortemente critico sull’operato dei gialloverdi cui si è aggiunta la convocazione delle tre organizzazioni sindacali da parte del ministro Salvini che ha mandato su tutte le furie lo stesso presidente Conte che si è sentito “usurpato” da una inusuale convocazione. Il rapporto con le tre centrali sindacali sulle questioni che riguardano i problemi di fondo del Paese, le scelte di politica economica e sociale, è terreno del presidente del Consiglio. Non si può svolgere al Viminale. Se Salvini vuole consultare i sindacati in quanto capo di una forza politica, la Lega, che il governo sostiene, lo faccia, appunto, nella sua sede che, guarda caso, non è il Viminale come pensa il Salvini, ma quella di via Bellerio a Milano.
Anche alla luce di questa situazione, un giorno sì e l’altro pure con ministri, sottosegretari che si prendono a sportellate, Salvini e Di Maio quasi non si salutano, anzi togliamo il quasi, una parola chiara sulla situazione politica e sociale viene dai sindacati, a partire, appunto, dalla Conferenza della Cisl, che assume un significato di grande valore. Testimonia il valore della intermediazione, del ruolo delle forze sociali, garanzia di democrazia, quel ruolo che il governo ignora. Il messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è non solo un saluto, ma una indicazione precisa, una analisi sulla situazione del Paese che non può che preoccupare chi porta la massima responsabilità nella guida della Repubblica, nella difesa della Costituzione, garante della democrazia. Scrive Mattarella: “Le fratture sociali degradano il tessuto civile dell’intero sistema del welfare che fatica a garantire l’universalità dei diritti. Là dove cresce il divario di conoscenze e di opportunità anche il lavoro e i servizi si impoveriscono, ostacolando le innovazioni necessarie ad assicurare una crescita equa e sostenibile”. “L’impegno costruttivo delle formazioni intermedie” si legge nel messaggio “di cui il sindacato dei lavoratori è espressione significativa e radicata, ha una valenza decisiva. Si avverte l’utilità che il movimento dei lavoratori sappia rinnovare la propria visione sociale in sintonia con le sfide in atto”. Afferma il capo dello Stato che “i tempi nuovi esigono capacità di ascolto e grandi qualità innovative per far rivivere e rinvigorire i valori di solidarietà più profondi per contribuire alla coesione della Repubblica”.
La segretaria generale della Cisl, nella relazione introduttiva ha affermato che “manca al governo italiano un progetto di medio-lungo periodo per il Paese” e “la capacità di dotarsi della strategia per gestirlo”. Annamaria Furlan ha attaccato più volte l’esecutivo che “ha bruciato tutte le alleanze” che in Europa avrebbero potuto sostenere e realizzare obiettivi di crescita. “L’esito del recente rinnovo dei vertici delle istituzioni europee – ha detto Furlan – delineatosi sull’asse franco-tedesco, conferma il nostro isolamento è dovuto: all’inseguimento delle suggestioni del gruppo di ‘Visegrad’, peraltro contrario a questi obiettivi; alle nostre inutili esibizioni muscolari contro la commissione europea e all’inaffidabilità di un governo che effettua le proprie sintesi, sempre più complesse e difficoltose, misurandosi dialetticamente sui social media”.
La segretaria Cisl: il Mediterraneo? Pozza salata teatro di naufragi. Il “prima noi”, visione distorta della storia
Furlan, affrontando anche il tema dei migranti, ha affermato: “Il mar Mediterraneo si è ridotto a una pozza salata teatro di naufragi di uomini, donne e bambini disperati in cerca di una vita migliore, che l’Europa non sa regolare collegialmente e il nostro governo si ostina ad affrontare con la politica dell’annuncio e dei respingimenti”. Furlan ha quindi attaccato le tendenze nazionaliste: “è ovvio che innestando la retromarcia della storia – ha osservato – non si fa molta strada”. “Il ‘prima noi’ deriva da questa visione distorta della realtà. Ma prima noi chi? Prima noi chi? C’è sempre qualcuno – ha spiegato – che facendo leva sul disagio lascia credere che ci si possa rinchiudere dietro a un muro che non si può scavalcare, o un filo spinato che non si può oltrepassare, o un fossato che non si può attraversare, o un corso d’acqua che non si può guadare”.
Maurizio Landini, segretario generale Cgil: non dobbiamo disperdere i nostri valori e le nostre radici
Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, in una dichiarazione a margine della Conferenza ha affermato che “insieme dobbiamo ripristinare un principio di fondo: tutti i lavoratori devono avere le stesse tutele e gli stessi diritti. Dobbiamo misurarci con soluzioni nuove senza disperdere i nostri valori e le nostre radici”. “Non si è mai vista una situazione così difficile di frantumazione e di precarietà nel mondo del lavoro. A questo punto, dobbiamo ribadire che tutti devono avere gli stessi diritti, dobbiamo ripartire da questo punto” ha affermato. “Il lavoro o ha dei diritti e permette alla persona di avere dei diritti, oppure non è, si deve uscire dal circuito per cui pur di lavorare si fa qualsiasi cosa”. “Abolizione 80 euro? Non discuto proposte del governo, noi porteremo loro una nostra proposta complessiva e lotta all’evasione e starà a loro in caso dirci perché non va bene. La nostra è una proposta di riforma del fisco strutturale e non episodica. Visto che sono 20 o 30 anni che a pezzi si affrontano le cose. Bisogna riportare la ricchezza a chi la produce, non a chi specula”. “Con il governo va aperto un confronto a 360 gradi. Basta slogan, non dobbiamo andare a votare”.
Carmelo Barbagallo, segretario generale Uil. Un appello all’unità sindacale per una conferenza organizzativa Cgil, Cisl, Uil
“Questo governo è da scuola guida, con doppi comandi e l’istruttore”. Con questa battuta il segretario generale della UIL Carmelo Barbagallo interviene alla conferenza organizzativa della CISL. Il leader sindacale osserva che “prima con il governo Renzi avevamo un governo all’inglese, dove si viaggia a sinistra ma la guida è a destra. Ho spiegato a Renzi che mettersi contro il sindacato porta iella, cercherò di spiegarlo anche a questo governo”, avverte il leader della Uil. Infine, un appello all’unità sindacale: “parleremo di unità quando faremo una conferenza organizzativa di CGIL CISL e UIL”.
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