Il Russiagate alla cotoletta. Il ministro Salvini non può non sapere chi fosse Savoini e perché era presente a tutti i tavoli, istituzionali e non. Continua l’indagine della procura di Milano

Il Russiagate alla cotoletta. Il ministro Salvini non può non sapere chi fosse Savoini e perché era presente a tutti i tavoli, istituzionali e non. Continua l’indagine della procura di Milano

Gianluca Savoini è stato scaricato. E’ ancora alta la polemica sulle rivelazioni di BuzzFeed sull’ipotetico finanziamento da parte dei russi alla campagna elettorale della Lega per le Europee del 26 maggio scorso. E dopo fiumi di inchiostro usati per le trascrizioni integrali dell’audio catturato durante l’incontro nel lussuoso Hotel Metropol di Mosca, spuntano anche delle foto che ritraggono l’ex giornalista con un passato nell’estrema destra e consigliere di Matteo Salvini per la Russia, seduto al vertice fra i ministri dell’Interno a Mosca nel luglio del 2018 e anche alla cena di gala a Villa Madama in occasione della visita di Putin a Roma.

“Savoini non era invitato dal ministero dell’Interno”, assicura Salvini riferendosi a entrambi gli eventi incriminati. Il titolare dell’Interno è pressato dalle domande dei giornalisti, nonostante l’occasione dell’incontro con la stampa sia una conferenza sul protocollo d’intesa siglato con i gestori di discoteche. E’ Filippo Sensi, deputato del Pd ed ex portavoce di Matteo Renzi e Paolo Gentiloni, a fornire altro materiale fotografico che contraddice quanto sostenuto dal leader della Lega. “Eppure a me quel signore un po’ stempiato in prima fila, vicino allo spin doctor di Salvini, alla conferenza stampa del vicepremier alla Tass a Mosca lo scorso 16 luglio 2018 ricorda qualcuno… Magari con le luci negli occhi non ci avrà fatto caso, eh”. In prima fila, nella foto postata da Sensi, c’è proprio Savoini. E il deputato Dem non si ferma. In un altro cinguettio documenta con tanto di immagine che “il 17 ottobre 2018, invece, sempre a Mosca alla conferenza stampa di Salvini a Confindustria sul palco accanto allo staff del ministro (al quale si rivolge) tu guarda un po’ chi c’era…”. Sempre Savoini. Infine un video. E’ il 16 luglio 2018 e il ministro si trova in una conferenza stampa alla Tass, scrive Sensi, che “si conclude con i ringraziamenti della giornalista a Gianluca Savoini, in prima fila. Prego, la faccia compiaciuta del vicepremier, sembra quasi conoscerlo”.

“Posso produrre i documenti di tutti i passeggeri che hanno viaggiato con me. Che ne so cosa ci facesse al tavolo? Chiedetelo a lui – si difende il ministro -. Faccio il ministro dell’Interno e preferisco occuparmi di cose serie. Nessuno è titolato a parlare della Lega se non il segretario. Questa inchiesta è ridicola”. Salvini conferma la sua fiducia nella giustizia e nella magistratura italiana con la certezza che “la Lega ha bilanci puliti e trasparenti”. E quando al Viminale i cronisti “esagerano “tentando di metterlo alle strette Salvini però non si tiene: “Avete menato il torrone (per dire avete scocciato) per settimane con gli hacker russi che attaccavano Mattarella e la procura di Roma dice che non c’erano. Non ci sono soldi russi, non conosco petrolieri russi”. E poi chiude: “Più scrivete su questo più mi fate un favore e poi chiedetevi perchè i giornali italiani vendono sempre meno”. Anche il premier Giuseppe Conte viene chiamato in causa, ma prende le distanze: “Non conosco Savoini. Non l’ho mai incontrato personalmente”. E sulle foto che lo ritraggono con l’uomo indagato dalla procura di Milano chiarisce che “ho fatto fare le dovute verifiche e a quella cena erano stati invitati tutti i partecipanti al Forum Italia-Russia che si era appena concluso nei locali della Farnesina, gestito dal Forum di dialogo Italia-Russia e dall’Ispi. Per la responsabilità dei ruoli che ricopriamo, dobbiamo trasparenza ai cittadini”.

Il 17 luglio dello scorso anno, nel 2018, l’uomo ora al centro del caso delle intercettazioni del Metropol di Mosca, Gianluca Savoini, sul suo profilo Twitter postava la foto del tavolo con la delegazione italiana nella capitale russa, guidata da Matteo Salvini. “E’ stato per me un enorme piacere poter accompagnare il ministro Matteo Salvini nel corso della sua visita ufficiale a Mosca”, era la didascalia del presidente di Lombardia-Russia. La foto postata da Savoini è la stessa che in queste ore circola, ed è relativa alla conferenza stampa del vicepremier Salvini alla Tass, scattata a Mosca il 16 luglio, esattamente un anno fa, al termine del vertice fra i ministri dell’Interno. Una foto dove il primo da destra, nello schieramento italiano, è proprio Savoini. L’ex portavoce di Salvini, nello stesso post aggiungeva come motivo di orgoglio che la visita a Mosca arrivava “proprio nel giorno in cui a Helsinky Putin e Trump confermavano la nostra linea di dialogo”. Meeting datato sempre 16 luglio 2018 e che vedeva il primo incontro ufficiale tra i presidenti di Stati Uniti Donald Trump e di Russia, Vladimir Putin.

Salvini parla di sovranità ma intanto emergono vicende di tangenti per pagare campagne elettorali con i rubli russi dove sarebbero coinvolti uomini della Lega” ha dichiarato il segretario nazionale di Articolo Uno, Roberto Speranza, durante il suo intervento all’Assemblea nazionale “Diventare l’alternativa” in corso a Roma. “Così si mette in gioco l’autonomia vera dell’Italia. Il ministro Salvini deve subito venire in Parlamento per chiarire tutto”.

Non si ferma l’inchiesta della procura milanese che vede al centro la Lega e il sospetto di finanziamenti da Mosca

Come nelle classiche indagini sulla corruzione internazionale si rincorre la pista dei soldi, parte dei quali potrebbe essere rimasta in Russia, confermando così la supposizione che l’affare si sarebbe concluso almeno in parte. Anche la sola promessa di denaro è comunque sufficiente per far scattare l’ipotesi di reato.  L’indagine, nata dopo un articolo dello scorso febbraio de L’Espresso, mette al centro l’incontro avvenuto il 18 ottobre del 2018 all’Hotel Metropol della capitale russa e l’audio, pubblicato dal sito statunitense BuzzFeed, in cui si sente una voce attribuita a Gianluca Savoini, ex portavoce di Matteo Salvini e fondatore dell’associazione Lombardia-Russia, indagato per corruzione internazionale. Non si esclude che il numero degli indagati potrebbe salire.  Al centro dell’incontro d’affari, a cui prendono parte sei persone, ci sarebbe secondo la procura di Milano un’operazione sospetta di corruzione legata all’importazione in Italia di una grande quantità di petrolio che, nelle parole di chi starebbe trattando, in un anno dovrebbe far affluire 65 milioni di dollari nelle casse della Lega e permettere così al partito guidato da Matteo Salvini di affrontare la campagna elettorale delle ultime europee. Oltre a concentrarsi sui protagonisti dell’incontro coinvolti nel presunto affare, la procura – ad indagare sono i pm Sergio Spadaro e Gaetano Ruta insieme all’ aggiunto Fabio De Pasquale – si focalizza anche nel ricostruire l’ipotetico passaggio di soldi.

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