
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, a reti unificate, annuncia che se Lega e Movimento 5 Stelle non cessano di beccarsi, salirà al Quirinale per rimettere il mandato; e ringrazia per i suggerimenti e il sostegno il presidente della Repubblica, facendo così intendere di avere il sostegno presidenziale. Sicuramente il presidente della Repubblia avrà gradito questo tirarlo per la giacchetta. Lega e M5S naturalmente continuano a litigare, senza minimamente prestare attenzione al “lamento” del presidente del Consiglio: che a questo punto diventa non come avrebbe voluto, manifestazione di indipendenza e forza, piuttosto ennesima conferma del suo essere un re Travicello. Il presidente del Consiglio, già autoproclamatosi “avvocato del popolo”, più propriamente avrebbe dovuto convocare un consiglio dei ministri, e in quella sede giungere al chiarimento richiesto e invocato.
Il presidente del Consiglio può naturalmente andare quando crede dal presidente della Repubblica, e rimettere il mandato nelle sue mani, dichiarando la sua impotenza e incapacità a gestire la situazione, e sostenendo di essere stato di fatto sfiduciato dai due partiti del “contratto”, palesemente venuto meno; ma meglio avrebbe fatto – e si sarebbe dimostrato uomo di istituzione – se invece di presentarsi alla stampa, si fosse presentato alle Camere, esponendo in quella sede i fatti; successivamente avrebbe avuto senso recarsi al Quirinale, che bene farebbe a rispedirlo alle Camere: per verificare, non con tweet o consultazioni farlocche via computer, ma con voti parlamentari, se l’esecutivo ha o no la fiducia di una maggioranza. E’ in Parlamento che si ottiene o no la fiducia, non dalla piattaforma Rousseau o dal berciare di un Capitan Fracassa. In caso negativo il presidente della Repubblica può immaginare e tentare formule e strade alternative all’attuale maggioranza, o sciogliere motivatamente le Camere, e così indire nuove elezioni. Questo è il percorso istituzionale, ed è avvilente doverlo ricordare ad appena un paio di giorni dalla festa della Repubblica!
E’ evidente che, più di sempre, tutte le regole sono saltate. Che il continuo gioco al massacro di forze politiche letteralmente irresponsabili porta il paese in una situazione sempre più disperante e disperata. E’ un regime che implode, che si divora; un “buco nero” che tutto e tutti trascina nel disastro. Il peggio del “vecchio” che si coniuga col peggio del “nuovo”. Davvero occorre, più di sempre, tanta forza, tanto coraggio. Se non si insorge ora, quando?
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