Negazionisti a scuola. A Palermo un prof nega la Shoah, insegna che nei campi gli ebrei si divertivano e invita gli studenti a iscriversi a Forza Nuova. Espulso dalla commissione d’esame

Negazionisti a scuola. A Palermo un prof nega la Shoah, insegna che nei campi gli ebrei si divertivano e invita gli studenti a iscriversi a Forza Nuova. Espulso dalla commissione d’esame

Altro che forni crematori, camere della morte e lavori forzati. Ad Auschwitz, a Dachau e negli altri campi gli ebrei si divertivano: avevano a disposizione persino delle piscine per il relax. L’Olocausto? Fantasie. Primo Levi? “Solo una testa di c… e un cog…”. Parole e ricostruzioni che un professore avrebbe fatto ai propri alunni; alcuni studenti hanno raccontato tutto a un altro insegnante, che a sua volta ne ha discusso col dirigente scolastico. E così Gino Giannetti, professore di discipline plastiche al liceo artistico “Eustachio Catalano” a Palermo, è finito al centro di una indagine della Procura, che ha affidato alla Digos il compito di accertare se l’insegnante abbia commesso il reato di ‘negazionismo’. A rivolgersi agli inquirenti è stato il preside Maurizio Cusumano, che ha consegnato una relazione all’ufficio scolastico provinciale col materiale raccolto tra cui conversazioni nella chat di Messenger che l’insegnante usava per inviare a una studentessa dei link con foto e video negazionisti della Shoah. Il docente inoltre avrebbe invitato i suoi studenti a iscriversi a Forza Nuova, il movimento di estrema destra.

Da tre anni il negazionismo in Italia è reato: il comma 3 bis introdotto nella legge Mancino, che nel 1975 ratificò la convenzione internazionale sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale, prevede pene da due a sei anni di reclusione “se la propaganda ovvero l’istigazione e l’incitamento, commessi in modo che derivi concreto pericolo di diffusione, si fondano in tutto o in parte sulla negazione della Shoah o dei crimini di genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra”. Sempre il tema degli ebrei, ma per motivi diametralmente opposti, era stato al centro del “caso” della prof. Rosa Maria Dell’Aria, che il 12 maggio fu sospesa per due settimane e con lo stipendio dimezzato. In quel caso, per il dirigente dell’ufficio scolastico di Palermo, che prese il provvedimento suscitando una vasta indignazione dal nord al sud del Paese, l’insegnate dell’Istituto tecnico Vittorio Emanuele III fu colpevole di non avere vigilato sull’elaborato di un gruppetto di suoi studenti che in un power point accostarono le leggi razziali del ’39 al decreto sicurezza sui migranti. Tante le voci a favore della prof: il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti e il capo del Viminale Matteo Salvini vollero incontrare l’insegnante a Palermo, nel giorno della commemorazione per l’anniversario della strage di Capaci, per esprimerle vicinanza criticando il provvedimento di sospensione. E nonostante l’impegno, la professoressa Dell’Aria è stata costretta a ricorrere in Tribunale per affermare i suoi diritti, contro la sospensione.

“Si arresta chi salva le vite in mare, e si permette di insegnare a chi offende Primo Levi, nega l’Olocausto e dice ai ragazzi che ‘nei lager c’erano le piscine per il divertimento degli ebrei’. E’ quello che accade nell’Italia dei Salvini e dei Di Maio” afferma Erasmo Palazzotto di Sinistra Italiana, commentando la notizia pubblicata da Repubblica sul docente del liceo artistico “Catalano” di Palermo denunciato per aver sostenuto in classe che nei lager nazisti c’erano delle piscine per il divertimento degli ebrei, e pronunciato parole pesanti sullo scrittore Primo Levi. “Vedo che il dirigente scolastico del Liceo Artistico ‘Catalano’ di Palermo – prosegue il parlamentare siciliano di Leu – ha denunciato il docente autore di queste infamie. Mi domando però, poiché la vicenda si trascina da mesi, se si è agito con tempestività e fermezza nei tempi utili. E fanno bene gli studenti ad essere amareggiati. Sentiremo in Parlamento il ministro Bussetti cosa ci dirà in merito – conclude Palazzotto – Rimane comunque una vicenda scandalosa, per la scuola italiana, e per il nostro Paese che sprofonda sempre più nella vergogna”.

Dalle informazioni apprese attraverso gli organi di stampa mi sembra si tratti di un fatto molto grave. Sono in corso le verifiche degli uffici territoriali e della magistratura. Auspico si faccia presto chiarezza” ha detto Marco Bussetti ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. “Il negazionismo è intollerabile e va punito. Se a pronunciare certe parole, poi, è un docente, il cui compito è quello di educare i nostri giovani, la reazione che ne deve seguire è particolarmente dura”, conclude Bussetti. Speriamo bene…

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