
Carola Rackete, la capitana della nave di migranti Sea Watch 3, è indagata dalla procura di Agrigento per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e violazione del codice della navigazione. E per non avere obbedito all’ordine di una nave da guerra che le intimava l’alt. Un atto dovuto finora l’iscrizione nel registro degli indagati della comandante tedesca Rackete che con la ong Sea Watch aveva deciso il 26 giugno di entrare nelle acque territoriali dell’Italia per raggiungere l’isola di Lampedusa, nonostante il divieto del governo italiano, forzando un blocco per condurre in porto i suoi 42 passeggeri.
E così il caso della nave della ong della Germania battente bandiera olandese che si occupa di soccorso ai migranti è diventato oltre che politico, e di livello internazionale, anche giudiziario. Il procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella è a Lampedusa per occuparsi dell’indagine: “Stiamo valutando il sequestro probatorio, stiamo studiando le carte – ha detto – Noi facciamo il nostro lavoro non ci sostituiamo a nessuno”. L’interrogatorio della comandante alla guida della nave finita sotto i riflettori del mondo, è in programma sabato. Intanto a bordo della imbarcazione ferma a poche miglia nautiche da Lampedusa giovedì è salita la guardia di finanza per fare delle perquisizioni. Prima della mezzanotte erano state evacuate due persone, un uomo e un ragazzo visitati al poliambulatorio. In queste ore l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza ha scritto alla Guardia costiera per verificare se è confermata la presenza di quattro minorenni non accompagnati a bordo della Sea Watch 3, ormeggiata in acque territoriali a Lampedusa. Perché “in caso affermativo va applicato quanto previsto dalla legge” secondo cui “in nessun caso può disporsi il respingimento alla frontiera di minori stranieri non accompagnati”. Quindi anche “un’adeguata accoglienza, vale a dire vanno garantiti i diritti delle persone di minore età attraverso lo sbarco”.
La Sea Watch 3 si trova a poche miglia nautiche dalla costa di Lampedusa, dove la Gdf l’ha fatta fermare per non interferire con il traffico navale e aereo. “L’acqua scarseggia” e a pesare maggiormente è la situazione psicologica, ha fatto sapere proprio la 31enne capitana Rackete, pronta ad affrontare tutto con il supporto dei legali e di Sea Watch. E che – lo ribadisce – vuole solo “le persone a terra”.”La nave deve entrare, ma non vogliamo farlo senza il supporto delle autorità perché è una nave grossa e il porto di Lampedusa è un’ infrastrutture piccola”, ha detto la portavoce di Sea Watch Giorgia Linardi. Ma ha anche espresso un timore: “Finché i migranti non arrivano a compiere degli atti disperati o a sentirsi veramente male non gli verrà riconosciuto il diritto di toccare terra”. “L’accordo è stato raggiunto, bene. Il ministero degli Esteri e la presidenza del Consiglio si sono adoperati per trovare l’accordo, bene, è importante. Speriamo che questo consenta lo sbarco immediato, appena sono terminate le operazioni di polizia”. Lo ha detto Graziano Delrio nel corso di una diretta Facebook dalla Sea Watch. “Hanno preso le generalità dei due minori a bordo e speriamo che questo possa accelerare lo sbarco”, ha spiegato il capogruppo del Pd alla Camera che poi a proposito dei tempi previsti ha aggiunto: “Qualche ora, non è imminente ma sarebbe già importante sbarcare i due minori, gli altri sono abbastanza esasperati ma si può aspettare”. Nicola Fratoianni ha invece sottolineato: “L’accordo è stato raggiunto e questo speriamo possa velocizzare lo sbarco dei migranti, credo veramente non vi sia alcuna ragione per essere tenuti bloccati”.
Il direttivo della Camera del Lavoro di Palermo ha espresso oggi, in un ordine del giorno approvato all’unanimità, ferma condanna rispetto alle politiche del governo sui migranti. “I due decreti sulla sicurezza hanno avuto e continuano ad avere conseguenze negative sul sistema di accoglienza e di integrazione. Di fatto, in contrasto con l’articolo 10 della Costituzione – si legge nel documento approvato dalla CGIL Palermo – sono state limitate le possibilità di accoglienza per ragioni umanitarie e depotenziate le politiche di integrazione attraverso il ridimensionamento degli Sprar. Tutto ciò ha determinato che i richiedenti asilo non vengono più accolti e vengono lasciati senza alcuna assistenza. La sicurezza in un Paese veramente democratico si determina con l’inclusione e l’integrazione sociale”. “E’ in atto una posizione inaccettabile del governo che continua a gestire le politiche dei migranti con la chiusura dei porti, scaricando sui più deboli la sua incapacità politica di confrontarsi con la comunità europea in termini democratici, ponendosi al di fuori dell’osservanza dei trattati internazionali che disciplinano i diritti fondamentali degli esseri umani – aggiunge la nota -. Esprimiamo solidarietà nei confronti dell’equipaggio della Sea Watch 3, della comandante e dei migranti, che da tanti giorni vivono in condizioni disumane. Chiediamo lo sbarco immediato dei migranti e la salvaguardia dell’equipaggio che, con coraggio, determinazione e senso di umanità, ha portato a termine un’operazione di salvataggio che non può, e non deve, essere criminalizzata”. Il direttivo della CGIL impegna la segreteria a promuovere, assieme ad altre associazioni, manifestazioni e momenti di confronto, di approfondimento e di proposta “per contrastare la deriva antidemocratica del nostro Paese”.
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