Anno bellissimo? Tria va alla Camera. Conte allo scoperto. Crescita in calo. La Ue presenta il conto. Gialloverdi isolati in Europa e in Italia. Il governo lancia i minibot. Roba da Monopoli dicono i giovani industriali

Anno bellissimo? Tria va alla Camera. Conte allo scoperto. Crescita in calo. La Ue presenta il conto. Gialloverdi isolati in Europa e in Italia. Il governo lancia i minibot. Roba da Monopoli dicono i giovani industriali

Che andrà a dire il ministro Tria in audizione alla Camera martedì in merito alla risposta da dare alla Commissione europea sulla possibile apertura della procedura di infrazione? Non c’è bisogno di tirare a indovinare. Basta leggere le dichiarazioni di Salvini e Di Maio che si ritrovano uniti nell’attacco alla Europa dei “burocrati” e propongono una offensiva a tutto campo, isolando il “trattativista” Conte, che non ha alcun potere nei confronti dei due vicepremier. Lotta dura senza paura si sarebbe detto una volta. Non solo, se c’era bisogno di avere conferme della offensiva cui si prepara il governo bastava dare una occhiata a “Piazza pulita”, ascoltare ed anche guardare Claudio Borghi, il presidente della Commissione Bilancio della Camera, colui che detta legge sulla manovra economica. Già, guardare uno che in una banconota da 10 mila lire ha inserito la sua faccia al posto di Michelangelo, “molto modesto” ha detto Ferruccio De Bortoli (Corriere della sera), nel corso di Piazza pulita. Pensate un po’, uno dei capi del governo gialloverde che rimpiange la lira. Non solo, Borghi ha avuto occasione di dire che a trattare con Juncker a novembre, invece di Conte e Tria, avrebbe ottenuto molto di più. Neppure un segno di rispetto, no, proprio no. Ed ora ci pensa lui  a rimettere le cose a posto. Disavanzo a gogò, più “disavanzo” è meglio è. Tanto ci sono i minibot che procedono. Ecco, se facciamo il paio con le dichiarazioni di Giorgetti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, il “controllore” del presidente Conte, candidato ad un posto di Commissario Ue, disavanzo più che si può e si sistema tutto.

Le  forze sociali denunciano le politiche sballate del governo

Una situazione, quella descritta da far venire i brividi. Il governo,  isolato nel Paese,  con le forze sociali, che  prendono posizione, offrono suggerimenti a chi governa, prese a sberleffi, schiaffi in faccia con Salvini sempre in primo piano, forte del voto popolare che, dice lui, indica la strada. È vero che la Lega ha ottenuto un successo, sopra il trenta per cento. Ma questo trenta per cento è stato ottenuto  su una platea di votanti del cinquanta per cento. Metà della popolazione non ha partecipato. Quindi si tratta di un trenta per ceto di un cinquanta per cento. Inutile che qualche giornalaccio vada a cercare gli operai che hanno votato la Lega. Cgil, Cisl, Uil, che organizzano più di dieci milioni di lavoratori hanno espresso con chiarezza un giudizio del tutto negativo sulla politica del governo, annunciano manifestazioni in tutta italia. Le organizzazioni degli industriali, del Commercio, degli agricoltori, le grandi centrali della Cooperazione, dell’artigianato, si sono espresse, pollice verso nei confronti della politica economica del governo. Parlano  il governatore di Bankitalia, il presidente della Banca centrale europea. Parla Cottarelli, indica possibili interventi per affrontare la situazione, per aprire un dialogo con i Commissari della Ue. Niente da fare. I gialloverdi indicano la soluzione ai problemi del nostro paese, i minibot. Fanno ridere il mondo intero. Minibot la “fissa” di Borghi per affrontare il disavanzo, il debito che ci contestano dalla Ue. I minibot, anticamera della uscita dall’euro, dalla Ue. Non è un caso che Borghi sia l’autore di un vero e proprio trattato in tal senso. Draghi, il presidente della Bce, smonta le tesi di Borghi. Le fan proprie anche Giorgetti il sottosegretario alla presidenza della Consiglio, colui che dovrebbe essere il “consigliere” di Conte, una specie di tutor per conto della Lega. Il presidente Conte ha convocato a Palazzo Chigi un vertice a tre con i due viceministri in previsione del Consiglio dei ministri di martedì.

Salvini, Borghi e Giorgetti dettano la politica economica. Un disastro

“Tutte le soluzioni nuove sono contestate, non dico che siano la Bibbia, ma sono una proposta per accelerare i pagamenti, una delle possibilità, una delle soluzioni: ma la strada maestra è quella della crescita”, ha detto il sottosegretario alla presidenza Giancarlo Giorgetti a proposito della proposta avanzata dal presidente della Commissione Bilancio alla Camera Claudio Borghi. Poco prima anche Matteo Salvini aveva espresso il suo apprezzamento. I minibot “non sono moneta, però qua c’è l’emergenza di pagare i debiti della Pubblica amministrazione nei confronti di famiglie e imprenditori. Sono decine di miliardi di euro che già sono debito dello Stato, quindi in che forma restituirli è tutto da valutare e ci stiamo ragionando” aveva detto al termine di un comizio elettorale a Romano di Lombardia, nella bergamasca. Senza se e senza ma la bocciatura di Mario Draghi il presidente della Banca centrale europea. A margine del G20 finanziario che si svolge in Giappone, a Fukuoka, anche il ministro dell’Economia Giovanni Tria, ha sostanzialmente bocciato i minibot: “E’ una cosa che sta nel loro programma: il ministero dell’Economia ha girato un parere negativo”, afferma. Tria condivide il giudizio espresso dal presidente della Bce, Mario Draghi, e spiega: “Penso che in una interpretazione, quella del debito, non servono. Nell’altra”, ossia come valuta alternativa, “ovviamente si fanno i trattati”. Bocciatura anche da parte del presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia. “Sui minibot siamo in linea con Draghi, perché significa debito pubblico”. “Il problema – dice  – è che noi non possiamo più realizzare debito pubblico, salvo che lo facciamo per investimenti nella logica degli eurobond, da concordare con gli altri Paesi”. “L’Italia non deve fare la guerra all’Europa con  il rischio di finire ‘in panchina’, ma deve stare dentro l’Unione da protagonista con lo scopo di riformarla”: così l’esecutivo di Confindustria riunito a Milano. Questo l’avvertimento al governo da parte degli industriali.

I giovani di Confindustria. No a guerra di posizione con le istituzioni europee

Da Rapallo, il presidente dei giovani imprenditori, Alessio Rossi ha definito i minibot “soldi da Monopoli”, il gioco che ancora appassiona, e dice: “Non vogliamo che l’Italia ingaggi una guerra di posizione con le istituzioni europee. Se è vero che è arrivato il momento di migliorarle allora dobbiamo smettere di dipingerle come avversarie. L’unico modo per riformare l’Unione Europea è starci dentro, da protagonisti”. Il rischio, afferma, è che “in caso di apertura della procedura di infrazione l’Italia potrebbe finire in panchina”. Invece “dobbiamo avere un chiodo fisso, dimostrare affidabilità ed essere credibili, e dobbiamo farlo prendendo impegni precisi, sia in termini di tempo che di responsabilità”. “La raccomandazione recapitata all’Italia – prosegue Rossi – infrange l’illusione di continuare a fare deficit senza guardare alle conseguenze, ripristinando un’oggettività, o si accetta il dialogo con l’Unione europea e i suoi ‘numerini’, o si paga il prezzo delle conseguenze. È il momento della collaborazione, non dell’isolamento”.

Procedura di infrazione non nell’interesse del Paese. Crescita in negativo

Rossi denuncia cosa non va nel programma economico del governo: “Quota 100 ci sta tornando indietro come un boomerang, la Commissione l’ha messa all’indice perché genera un sistema pensionistico insostenibile. Flat tax e reddito di cittadinanza sono fatte a debito, riparliamone quando si potranno fare senza sfondare i conti pubblici”. Infine mette in guardia sugli sviluppi della procedura: “Ci stupisce sentire il nostro premier parlare di una sorta di ‘autocorrezione naturale’ che dovrebbe metterci al riparo, in attesa di questo miracolo temiamo invece l’autoscontro. Non sappiamo se la procedura verrà approvata ma già da oggi è una fumata nera per gli investitori”. “Abbiamo già detto – ricorda – che lo sforamento del 3% è un errore e la procedura d’infrazione non è nell’interesse del Paese”.

Le stime di Bankitalia, diminuite le attese di crescita, cala l’occupazione

Mentre Salvini e Di Maio, Borghi e Giorgetti si trastullano con i minibot, con la nostalgia della lira, e Tria sta riflettendo su cosa raccontare alla Camera, arrivano le stime di crescita dell’economia italiana da parte del Bollettino economico di gennai. I numeri  parlano chiaro: l’economia italiana crescerà dello 0,3 per cento nel 2020, dello 0,7 per cento nel 2020 e dello 0,9 per cento nel 2021.  Queste le previsioni di Banca d’Italia che, rispetto alle previsioni contenute nel Bollettino economico di gennaio, ha diminuito le attese di crescita di 3 decimi di punto percentuale quest’anno, di 2 decimi il prossimo e di un decimo nel 2021. “La revisione – scrive Palazzo Koch – riflette principalmente la maggior debolezza della domanda estera osservata negli ultimi mesi e il protrarsi di condizioni di elevata incertezza rilevate nei sondaggi presso le imprese estere. La dinamica degli investimenti privati risulterebbe  debole, frenata dall’incertezza sulle prospettive della domanda e da un graduale aumento dei costi di finanziamento. In particolare, l’accumulazione di capitale produttivo si contrarrebbe nel biennio 2019-20 e sarebbe pressoché stagnante nel 2021”. L’occupazione, prosegue Bankitalia, “si espanderebbe in misura contenuta, soprattutto nei primi due anni, riflettendo anche maggiori fuoriuscite dal mercato del lavoro per effetto dell’introduzione di nuove forme di pensionamento anticipato, che, in linea con le regolarità osservate nel passato, verrebbero solo in parte rimpiazzate da nuove assunzioni”. Quanto all’inflazione “rimarrebbe moderata e recupererebbe gradualmente”. I prezzi al consumo, stima Palazzo Koch, “aumenterebbero dello 0,8 per cento nella media di quest’anno, dell’1,0 per cento nel 2020 e dell’1,5 per cento nel 2021. La componente di fondo dell’inflazione, ancora debole nell’anno in corso, accelererebbe progressivamente nel prossimo biennio, sospinta da un graduale rafforzamento della dinamica retributiva”. Rispetto alle proiezioni pubblicate in gennaio, l’inflazione è stata rivista al ribasso di 0,2 punti percentuali quest’anno, 0,3 il prossimo e 0,1 nel 2021, riflettendo una più prolungata debolezza della componente di fondo e condizioni di domanda meno favorevoli. Anche per quanto riguarda l’occupazione si segnala un calo. Palazzo Koch avverte comunque che “i rischi che circondano queste proiezioni di crescita sono elevati; derivano dalle perduranti tensioni sulle politiche commerciali internazionali, che potrebbero accentuare la debolezza dell’economia globale e ripercuotersi sulle esportazioni e sulla propensione all’investimento, e, sul piano interno, dall’andamento dei mercati finanziari, che potrebbe risentire di un aumento dell’incertezza sulle prospettive della politica di bilancio e comportare condizioni di finanziamento per le imprese meno favorevoli”. A completare il quadro ancora dati che certificano  l’arresto delle vendita al dettaglio, cala “il sentimento degli italiani, lo dice  una nuova statistica Istat che certifica l’umore delle persone che resta basso”.

I vicepremier pronunciano frasi che non resteranno nella storia

Infine Di Maio e Salvini pronunciano frasi che non resteranno nella storia. Dice il vicepremier pentastellato dopo  l’incontro  con Salvini: “a Bruxelles andiamo avanti per non vivacchiare”, il  vicepremier leghista gonfiando il petto a un comizio elettorale dice che “a Bruxelles sono un po’ preoccupati perché per la prima volta  non c’è un governo che  andrà con il cappello in mano”. Verrebbe da dire che  andrà nudo. E Conte? Non parla, si sa solo che, lo scrivono le cronache, in aereo presidenziale preferisce viaggiare da solo avendo rifiutato di dare un passaggio a un deputato che andava anche lui in Vietnam per un convegno. E Tria chissà come se la caverà alla Camera. Fortuna sua è che Crozza ha  terminato le trasmissioni.

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