
I neonati sindacati dei militari, e in particolare quello nato all’interno della Guardia di Finanza, sono sul piede di guerra contro la Commissione Difesa della Camera che sta discutendo della legge che introduce le libertà sindacali nelle forze armate. Nel comunicato, il sindacato dei finanzieri rileva che “in pochi giorni la Commissione Difesa della Camera ha gettato alle ortiche anni di dibattiti, ignorato la sentenza n. 120/2018 della Corte Costituzionale e la giurisprudenza internazionale e oltraggiato 50 anni di diritto sindacale. Eppure si partiva da due proposte di legge (AC875 Corda e AC1060 Tripodi) che, sia pure imperfette, erano una buona base di partenza. Sono state ignorate tutte le indicazioni dei sindacati e degli esperti e raccolte tutte quelle degli Stati Maggiori. Le modifiche introdotte in Commissione, in particolare l’esclusione dell’articolazione dell’orario di servizio e dei criteri generali di mobilità dalla competenza dei sindacati, l’introduzione di assurde limitazioni ai dirigenti sindacali, la previsione di una soglia di rappresentatività minima del 3% per ogni categoria (votate da tutte le forze politiche, M5S compreso) e soprattutto l’inammissibile assegnazione al TAR delle controversie per condotta antisindacale (votata dalle opposizioni e dalla Lega), rendono il testo totalmente opposto rispetto all’A.C. 875 originale e palesemente incoerente rispetto alla sentenza n. 120/2018 ed alla giurisprudenza internazionale. I resoconti parlamentari parlano chiaro. Chi ha davvero a cuore i diritti dei militari ripensi su un testo che offende la dignità e l’intelligenza dei lavoratori con le stellette ed impedisce l’esercizio della (anche minima) attività sindacale e si impegni già in aula a modificarlo. Ora fatti, basta propaganda sulla pelle dei militari. Abbiamo bisogno di spazi di democrazia e non di chiusure anacronistiche che mettono a rischio le condizioni di vita di lavoratori onesti sempre rispettosi dei loro doveri costituzionali nell’interesse esclusivo del Paese”.
Durissima anche la Cgil nazionale, secondo la quale il dispositivo legislativo all’attenzione del Parlamento impedisce l’attività sindacale nelle forze armate. La Cgil, in una nota sottolinea che “si sta tentando di impedire il libero esercizio dell’attività sindacale nelle forze armate e di chiudere gli spazi di democrazia aperti dalla storica sentenza della corte Costituzionale n. 120/2018”. Inoltre, prosegue la Cgil, “le modifiche introdotte in Commissione non solo stravolgono il testo delle due proposte di legge (AC875 Corda e AC1060 Tripodi) che, sia pure difettose, erano una buona base di partenza, ma lo rendono incoerente rispetto alla giurisprudenza internazionale”.
“Condividiamo quindi le preoccupazioni espresse dai nascenti sindacati militari e chiediamo – aggiunge il sindacato di corso d’Italia – che l’Aula modifichi responsabilmente il testo perché così com’è è irricevibile: nega il diritto di associazione sindacale in un comparto strategico per la sicurezza del Paese. Siamo convinti – conclude la Cgil – che l’efficienza della macchina della difesa deve necessariamente passare anche per il miglioramento di vita e di lavoro del personale”.
- Coordinamento per la democrazia costituzionale. Il 25 settembre tutte e tutti alle urne. L’appello - 22 Settembre 2022
- Osservatorio sulla transizione ecologica-Pnrr. Draghi convochi con urgenza una conferenza energia/clima - 19 Maggio 2022
- Costituito il Comitato per il NO ai referendum sulla giustizia - 20 Aprile 2022