
Nuova ondata di violenza tra Israele e Striscia di Gaza. Una pioggia di razzi sparati dall’enclave per oltre otto ore è caduta sullo Stato ebraico, in gran parte intercettata dal sistema antiaereo Iron Dome. L’esercito d’Israele ha risposto con raid aerei e bombardamenti con carri armati, che hanno preso come bersaglio basi di Hamas e Jihad islamico. Ed è in uno di questi raid che una bimba di appena 14 mesi, Seba Abu Arar, e la donna incinta che era con lei sono rimaste uccise. Le tragiche immagini del corpicino esanime della piccola hanno destato forte emozione a Gaza dove, in mattinata, aveva perso la vita anche un miliziano. Il bilancio nella striscia costiera sotto blocco è di almeno quattro morti, fra cui la bimba di 14 mesi e la madre 37enne, incinta. Queste ultime due sono morte nella loro casa colpita da un raid, ha dichiarato il ministero della Salute di Gaza. Nell’escalation, Israele ha anche annunciato la chiusura dei valichi con la Striscia di Gaza e delle zone di pesca al largo di quest’ultima, governata da Hamas. E il primo ministro Benjamin Netanyahu ha tenuto colloqui con i principali vertici della sicurezza.
Si tratta delle più gravi violenze da alcune settimane e si verificano dopo che quattro palestinesi sono stati uccisi venerdì, mentre due soldati israeliani sono stati feriti da spari esplosi dall’enclave. Dei 200 razzi lanciati su Israele, la maggior parte è stata neutralizzata dal sistema Iron Dome, mentre alcuni sono caduti in zone non abitate. Un israeliano di 50 anni è stato ferito gravemente da schegge a Kyriat Gat, 20 chilometri a nord della Striscia di Gaza, un altro ad Ashkelon, secondo le autorità dello Stato ebraico. Razzi sono stati sparati anche su Modiin e Rehovot. Per tutto il giorno gli abitanti hanno dovuto correre nei rifugi al suono delle sirene d’allarme. In risposta, l’aviazione ha bombardato quelle che ha definito una trentina di postazioni di Hamas e dell’alleato Jihad islamico, mentre i carri armati hanno colpito postazioni di Hamas. Il movimento Jihad islamico ha rivendicato parte dei lanci e si è detto pronto a effettuarne altri.
Un cessate il fuoco, annunciato da Hamas, era stato negoziato a fine marzo sotto l’egida di Egitto e Nazioni unite, ristabilendo la calma nel periodo delle legislative in Israele, tenutesi il 9 aprile. Ma la situazione è degenerata di nuovo. Tre fattori potrebbero spingere Israele a calmare le acque: i negoziati in corso per la formazione del governo, dopo la vittoria di Netanyahu; l’Eurovision previsto a metà maggio; i festeggiamenti di giovedì per la creazione dello Stato. Dal marzo 2018 i palestinesi hanno manifestato al confine alla barriera di separazione tra la Striscia e Israele contro il blocco imposto sull’enclave e per il ritorno dei rifugiati cacciati o che lasciarono le terre alla fondazione dello Stato nel 1948. Almeno 270 palestinesi sono stati uccisi da allora; tra gli israeliani sono stati uccisi due soldati. “Il lancio di razzi da Gaza verso Israele deve fermarsi immediatamente. È urgente una de-escalation di questa pericolosa situazione per garantire che le vite dei civili siano protette”, ha dichiarato l’alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea, Federica Mogherini.
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