
Dio li fa poi li appaia. Parole attribuite a Dante Alighieri il quale, mentre stava cavalcando lungo una delle rive dell’Arno, condannato all’esilio dalla sua Firenze perché troppo “tenero” con i guelfi, tanto da essere definito il “ghibellin fuggiasco” scorse due borghi, Montelupo fiorentino e Capraia fiorentina che si a l’un l’altro. Dante sperava che i due borghi smettessero di farsi la guerra, si riavvicinassero, guelfi e ghibellini e lui potesse tornare nella sua Firenze, magari con l’appoggio di Farinata degli Uberti. Pensate un po’ quella frase “Dio li fa poi li appaia” compare incisa in un boccale del XIII secolo esposto nel British Museum di Londra.
Una frase che si adatta perfettamente a due quotidiani, i cui direttori niente hanno a che vedere con Dante Alighieri il quale se la prenderebbe a male, da dove si trova, se venisse a sapesse che lo si chiama in causa per due coglionate, non c’è altro modo per definire titoli e articoli pubblicati dai due quotidiani che dirigono. I due si chiamano Franco Bechis, neodirettore del Tempo di Roma, giornalista di lungo corso, che trovate a brulicare spesso sulle reti televisive, con la fama, si fa per dire, di uno di destra ragionevole, e Vittorio Feltri, direttore editoriale di Libero, immortalato da Crozza. Per lui non è necessario alcun commento. Ci pensa Crozza, appunto.
La coppia di giornalisti-direttori, scusate il bisticcio di parole, ha accoppiato i due giornali, presi da libido contro Greta Thunberg la studentessa svedese che, alla testa di un movimento di giovani che sta prendendo forza in tutto il mondo, Italia compresa, si batte per salvare il nostro vecchio, amato, ma non troppo, pianeta. Leggiamo il titolo di Libero: “Il brivido della realtà. Riscaldamento del pianeta, ma se fa freddo. Neve in montagna. E a Milano minima a 5 gradi. Il termometro smentisce i gretini nostrani”. Davvero spiritoso l’autore dell’articolo, il cui nome non ci interessa. Mettere al posto della c una g è la riprova che si tratta davvero di un genio. Se lo tenga stretto il Feltri e anche il direttore responsabile, un tal Senaldi che ogni tanto dovrebbe dare una occhiatina ai titoli che compaiono sul giornale. Passiamo al quotidiano romano diretto da Bechis. È più sbrigativo: “Anche il tempo si è rotto di Greta”.
Scienziati di 130 paesi lanciano l’allarme-clima
I due quotidiani hanno confuso le previsioni meteo con la “questione ambiente”. Guarda caso proprio qualche giorno fa è stato reso noto il Rapporto Onu sulla biodiversità che parla della estinzione di un milione di specie viventi, animali e vegetali, un ottavo di tutte le specie che occupano il pianeta Terra. Il testo è stato approvato da 130 Paesi riuniti a Parigi. La Terra dicono gli scienziati nel loro rapporto è all’inizio della sesta estinzione della sua storia. Già sono scomparse 680 specie di vertebrati, un dato choc, gli scienziati indicano la necessità di una “Piattaforma intergovernativa scientifico-politica sulle biodiversità, gli ecosistemi”. Si rivolgono ai leader mondiali invitandoli “a passare all’azione. Non è tutto perduto, ma bisogna porre fine allo sfruttamento degli ecosistemi per le attività umane”. Il rapporto Onu dà ancora più forza e credibilità alle tante iniziative lanciate da Greta, dicono gli scienziati, in barba a giornali come il Tempo, Libero ed altri della medesima razza. Grazie Greta.
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