
Una docente d’italiano in servizio all’istituto tecnico industriale “Vittorio Emanuele III” di Palermo, Rosa Maria Dell’Aria, è stata sospesa per 15 giorni per non aver vigilato sulla realizzazione di un video realizzato dai suoi alunni lo scorso 27 gennaio, in occasione della Giornata della memoria, e in cui si accostava la promulgazione delle leggi razziali del 1938 al decreto sicurezza del ministro dell’Interno Matteo Salvini. La decisione è stata assunta dall’Ufficio scolastico provinciale di Palermo dopo che il caso era stato sollevato nei mesi scorsi, tramite i social, da un attivista di destra. Attorno all’insegnante si sono stretti diversi colleghi che le hanno espresso solidarietà.
Attraverso il figlio avvocato lei si è detta “amareggiata” per quanto accaduto: “La docente?”, ha spiegato il legale, “non può sindacare la libertà di espressione degli alunni e la sua libertà di insegnamento è tutelata dalla Costituzione, purché non oltrepassi il limite del buon costume e non minacci l’ordine pubblico”. Per gli ispettori dell’Ufficio scolastico provinciale, però, “la libertà di espressione non è libertà di offendere e l’accostamento delle leggi razziali al decreto sicurezza è una distorsione della realtà”. Intanto giovedì 16 maggio a scuola è arrivata la Digos che ha parlato con il preside e i professori. “Mi sento ferita ingiustamente, è la più grande ferita della mia vita professionale. Ho dato tutta la vita all’insegnamento e con dedizione mi sono occupata della scuola e dei ragazzi” ripete la docente di Italiano del Vittorio Emanuele III di Palermo, Rosa Maria Dell’Aria. L’insegnante rientrerà in servizio il 27 maggio. Rivendica di avere “sempre dato il massimo, ascoltando i ragazzi. Mi sono limitata a proporre un lavoro sulla base di una serie di letture fatte sul tema dei migranti, poi una classe ha scelto di realizzare un’attività in immagini. Non ho nulla da rimproverarmi”.
Commenti alla vicenda sono giunti dal mondo politico e sindacale
La Cgil Palermo e la Flc Cgil Palermo manifestano “preoccupazione e disappunto per il clima di tensione” che vede al centro le istituzioni scolastiche del territorio palermitano e che “tende a indebolire l’autonomia scolastica e la libertà di insegnamento”. Il riferimento è a due episodi, rilanciati sui social, e ripresi dalla cronache in questi giorni. Il primo caso riguarda il dirigente scolastico dell’Ipsea, che ha revocato l’autorizzazione a una manifestazione programmata nella sua scuola perché rischiava di essere connotata politicamente. Il secondo caso riguarda appunto la docente dell’Iti Vittorio Emanuele III, sanzionata con un procedimento disciplinare “per aver permesso ai propri alunni – spiegano la Cgil e la Flc – di esprimere liberamente le loro idee, maturate a seguito di un percorso di studio”. Cgil e Flc ritengono “indispensabile che la società civile tuteli e difenda i lavoratori della scuola pubblica”. “Troppo spesso il personale della scuola viene insultato, deriso, denigrato, da personaggi più o meno noti, che dimenticano che un docente, nell’esercizio delle sue funzioni, rappresenta un pubblico ufficiale, quindi le Istituzioni – dicono il segretario generale Cgil Palermo, Enzo Campo, e il segretario generale Flc Cgil Palermo, Franca Giannola -. In entrambi i casi nel mondo della rete si sono scatenate le esternazioni, in cui ciascuno si sente autorizzato a chiedere provvedimenti disciplinari nei confronti dei docenti, fino al licenziamento. Condannando qualsiasi interferenza di questo genere, in linea col clima poco sereno e preoccupante che si respira nel nostro Paese, esprimiamo la nostra solidarietà a coloro che hanno subito tali vili attacchi nell’esercizio del loro ruolo lavorativo”.
Corradino Mineo, capolista de La Sinistra alle europee afferma: “Rosa Maria Dell’Aria, docente dell’istituto tecnico di Palermo, è stata sospesa per due settimane dall’insegnamento per aver detto di Salvini quello che Salvini fa intendere di se stesso. Rosa non ha detto proprio niente. Un suo studente, invece, in un video compito, ha liberamente accostato le leggi razziali del 1938 al decreto sicurezza che porta il nome dell’attuale ministro dell’Interno. Apriti cielo! La ‘bestia’, la fabbrica delle fake news per Salvini, ha subito chiesto la testa dell’insegnante. In men che non si dica il ministro Bussetti ha ordinato l’ispezione e comminato la pena”. Corradino Mineo, capolista de La Sinistra al collegio Sicilia e Sardegna per le Europee prosegue: “Il ridicolo, meglio dire la cosa grottesca, è che è proprio il ministro dell’Interno a scimmiottare continuamente il duce, copiandone le pose e sostenendo contro la Costituzione che fascisti e antifascisti sarebbero la stessa cosa. Chiederò subito se sussistono gli estremi per procedere in giudizio contro il ministro Bussetti, per abuso di potere e ostacolo allo svolgimento di un pubblico servizio. All’insegnante, che ha diritto a pubbliche scuse da parte del ministro, tutta la solidarietà mia e de La Sinistra”.
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