14 giugno, sciopero generale unitario di 8 ore dei metalmeccanici, dopo 10 anni, con 3 manifestazioni a Milano, Firenze e Napoli

14 giugno, sciopero generale unitario di 8 ore dei metalmeccanici, dopo 10 anni, con 3 manifestazioni a Milano, Firenze e Napoli

Tornano allo sciopero generale unitario, dopo almeno 10 anni, i sindacati metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil che il 14 giugno prossimo incroceranno le braccia per 8 ore e torneranno in piazza uniti contro il degrado industriale che punisce il settore con una recessione che di tecnico ha ben poco, una politica economica che non riesce a far decollare il Paese e interventi che non salvaguardano né i salari né i posti di lavoro. Saranno tre le manifestazioni previste per la giornata di venerdì 14: una a Milano che sarà conclusa dal leader Fim Cisl, Marco Bentivogli; una a Firenze al termine della quale parlerà il segretario generale Uilm Rocco Palombella e una a Napoli il cui comizio finale sarà affidato al leader Fiom Cgil, Francesca Re David. E dal 3 maggio partiranno le assemblee informative sulle ragioni della protesta in tutti i luoghi di lavoro che serviranno anche per scrivere la piattaforma unitaria della mobilitazione. A decidere il percorso organizzativo gli esecutivi unitari di Fim Fiom e Uilm di oggi.

Uno sciopero generale per chiedere al governo e al sistema delle imprese alcuni interventi mirati per “riconoscere il ruolo dei lavoratori”, come hanno spiegato giovedì mattina a Roma i segretari dei tre sindacati di categoria. Per Fim, Fiom e Uilm le politiche del governo non stanno andando nella direzione giusta ed anzi “rischiano di accentuare una condizione economica sociale e industriale già difficile e dalle prospettive critiche”. Le politiche pubbliche, al contrario, “dovrebbero concentrarsi su ciò che crea lavoro, sull’occupazione e la dignità del lavoro stesso”. Fra le richieste avanzate dalle tre sigle sindacali anche la riduzione delle aliquote Irpef sul lavoro dipendente; l’aumento dei salari; l’incremento di investimenti pubblici e privati nei settori strategici; la reintroduzione delle aree di crisi; lo sviluppo di infrastrutture energetiche digitali e dei trasporti; nonché la riforma degli ammortizzatori sociali.

Abbiamo discusso e deciso che è necessario far sentire la protesta dei metalmeccanici in maniera unitaria perché il paese è fermo, il sistema industriale non decolla”, ha sottolineato Rocco Palombella, segretario generale Uilm, ricordando che “nel Def non ci sono investimenti sulle imprese o nelle infrastrutture. Manca poi una politica tesa a salvaguardare le retribuzioni abbassando le tasse. Se non ripartono i consumi la ripresa non ci sarà”.

Più duro Marco Bentivogli, segretario generale Fim Cisl, secondo il quale “le misure del governo stanno mortificando l’Italia del lavoro. Dopo la recessione tecnica ora siamo in stagnazione e nel settore metalmeccanico questa situazione è ancora più sentita: siamo al quinto trimestre negativo per il settore. E quando accade si tagliano le gambe agli investimenti industriali, tecnologici o sulla formazione. Le politiche del governo sono lontane da quelle necessarie”.

E’ stata invece Francesca Re David, segretaria generale Fiom, a ricordare che “nel settore metalmeccanico si sono persi quasi 300mila posti e il 20-25 per cento della capacità produttiva installata. Lo sciopero generale del 14 giugno è per chiedere al Governo e alle imprese investimenti pubblici e privati e sostegno all’occupazione. Dobbiamo ricomporre la coalizione delle lavoratrici e dei lavoratori; restituire dignità ai metalmeccanici e al lavoro in questo Paese”. In attesa della mobilitazione, inizieranno a susseguirsi assemblee in tutte le fabbriche per spiegare le ragioni dello sciopero ai lavoratori metalmeccanici. Assemblee che saranno anche l’occasione per raccogliere i suggerimenti dei lavoratori per riuscire entro giugno a presentare un piattaforma contrattuale unitaria alle controparti per il rinnovo del contratto nazionale in scadenza a dicembre.

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