
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha promulgato la legge sulla legittima difesa e questa, per i capigruppo della Lega Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo, “è una bellissima notizia: avevamo promesso di voler difendere i diritti dei cittadini onesti e per bene e così è stato. Difendersi non può essere considerato un reato”. Tuttavia, e al di là del tono da propaganda dei leghisti, assolutamente errato, il Capo dello Stato non si è limitato a firmare la legge, ma contestualmente ha anche inviato una lettera alle Camere per fare rilievi importanti proprio sul contenuto. Mattarella inizia col sottolineare che la nuova normativa “non indebolisce né attenua la primaria ed esclusiva responsabilità dello Stato nella tutela della incolumità e della sicurezza dei cittadini, esercitata e assicurata attraverso l’azione generosa ed efficace delle Forze di Polizia” e che dunque è e deve rimanere prioritaria. Altro punto caldo, secondo il Capo dello Stato, è quello che riguarda il “turbamento” che condiziona l’agire di chi è chiamato a difendersi: “è evidente che la nuova normativa presuppone, in senso conforme alla Costituzione, una portata obiettiva del grave turbamento e che questo sia effettivamente determinato dalla concreta situazione in cui si manifesta”. Inoltre, Mattarella segnala che “l’articolo 3 della legge in esame subordina al risarcimento del danno la possibilità di concedere la sospensione condizionale della pena, nel caso di condanna per furto in appartamento o per furto con strappo ma che lo stesso non è previsto per il delitto di rapina. Un trattamento differenziato tra i due reati – avvisa – non è ragionevole poiché, come indicato dalla Corte costituzionale, gli indici di pericolosità che possono ravvisarsi nel furto con strappo si rinvengono, incrementati, anche nella rapina”.
I rilievi effettuati da Mattarella trovano anche la sponda dei magistrati e dei penalisti
Non è stato un intervento politico ma “tecnico” quello del capo dello Stato sulla riforma della Legittima difesa. C’è “un richiamo al legislatore a una formulazione precisa delle norme” che consenta ai magistrati che dovranno applicarle di aver chiaro “quali sono i comportamenti leciti e illeciti” e un “richiamo alla necessità di dare un’interpretazione costituzionalmente orientata delle norme”, il che significa che “il giudice deve interpretare la norma in modo conforme alla Costituzione”. Il presidente dell’Associazione nazionale magistrati Pasquale Grasso commenta così la lettera del presidente della Repubblica sulla Legittima difesa, su cui da parte delle toghe c’è “piena adesione”. E spiega quale sarà l’atteggiamento dei magistrati: “ormai è una legge dello Stato, i magistrati la applicheranno come fanno con tutte le leggi. Se nei processi saranno rilevati profili di incostituzionalità ci sono gli strumenti tecnici per farli valere”, insomma la questione sarà “rimessa alla Corte costituzionale”. Nelle parole di Mattarella, dice Grasso, “vedo un ottimo richiamo all’esigenza di tassatività della formulazione delle norme giuridiche e ad applicare in modo oggettivo il ‘grave turbamento’: è questo uno dei punti dolenti della norma, perché non è un concetto giuridico, ma fattuale che andrà verificato caso per caso. Il Capo dello stato ha individuato una possibile difficoltà nell’interpretazione della norma, come magistrati la applicheremo nel modo più corretto possibile”.
Va oltre l’Unione delle Camere penali, che vede nell’interpretazione di Mattarella lo svuotamento della riforma così come è stata presentata dalla Lega: il richiamo del capo dello Stato a una valutazione caso per caso del grave turbamento “significa ‘toglietevi dalla testa che il grave turbamento sia presunto nel fatto in sè che sia entrato qualcuno in casa’. Sostanzialmente – dice il leader dei penalisti Giandomenico Caiazza – è un’interpretazione che vanifica l’intero impianto normativo e ne dimostra la vuota natura propagandistica”. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con i suoi rilievi sulla legittima difesa “conferma, nelle forme che gli sono consentite, le obiezioni e le perplessità che avevamo sollevato su questa riforma” afferma ancora il presidente dell’Unione delle Camere penali, Gian Domenico Caiazza, rilevando che nella sua lettera rivolta ai presidenti delle Camere e al presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, il Capo dello Stato “dice che è una legge compatibile con il sistema costituzionale solo se non si pensa che lo Stato deleghi al privato la difesa domiciliare”, osserva Caiazza, secondo il quale è “ancora più importante il punto riguardante l’eccesso colposo e il grave turbamento: Mattarella dice una cosa che azzera questa riforma, e cioè che il grave turbamento deve essere valutato oggettivamente legandolo al caso concreto”. Quindi, continua il leader degli avvocati penalisti, “non si parla di grave turbamento per il solo fatto che uno entra in casa, ma ci deve essere una valutazione concreta del giudice che faccia ritenere che una persona abbia reagito in uno stato di grave turbamento. E’ un’affermazione che svela la natura propagandistica di questa riforma”. Il presidente Mattarella, conclude Caiazza, “ha promulgato la legge e scritto una lettera ai presidenti delle Camere e al presidente del Consiglio, cosa che è un fatto eccezionale, e ha delineato un orientamento chiarissimo per la giurisprudenza e la magistratura”.
La reazione della politica. L’esultanza dei leghisti, l’ambiguità di Forza Italia, e i commenti positivi alla lettera di Mattarella di Fratoianni e Fornaro, in linea col parere dei giuristi
Non sono mancate ovviamente le reazioni della politica. In sostanza, tutte le forze politiche leggono l’intervento di Mattarella a proprio vantaggio. Come fanno i leghisti, che apprezzano la promulgazione della legge, e sostengono, con la ministra Bongiorno, che i rilievi di Mattarella sono in linea coi principi espressi nella legge (sarebbe interessante che lo dica ai suoi colleghi penalisti nettamente in disaccordo). Da Forza Italia, che ha votato la legge con Lega, 5Stelle e Fratelli d’Italia, Gelmini twitta: “La legittima difesa è legge ed è un successo anche e soprattutto di Forza Italia. Le sagge parole di Mattarella sono un importante contributo alla sua corretta applicazione e ci ricordano che la sicurezza dei cittadini è affidata primariamente allo Stato e alle forze dell’ordine, cui va da sempre la nostra gratitudine”. Ma non avevano votato il principio per il quale “la difesa è sempre legittima”? Non avevano votato una legge che di fatto esclude le forze di polizia dalla difesa della propria abitazione? Ora si sostiene che Mattarella ha ragione. Miracoli del Quirinale.
Ma è dalle opposizioni che arrivano le bordate più forti alla legge, e la lettura più vicina alla realtà della lettera di Mattarella alle Camere e al presidente del Consiglio. Scrive in una nota Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana: “In questo Paese c’è bisogno davvero di garantire la sicurezza: la sicurezza di chi va a lavorare e poi non torna a casa perché muore in un infortunio; la sicurezza dei ragazzi e delle ragazze che vanno a scuola e rischiano di vedersi crollare il tetto sulla testa; la sicurezza dei cittadini nelle proprie abitazioni e per le vie delle nostre città dalla piccola e grande criminalità. Ma per questi ultimi servono alle nostre forze dell’ordine uomini, risorse e mezzi adeguati”. Quindi, ”non servono – prosegue Fratoianni – norme di propaganda inefficaci e che rischieranno di complicare ulteriormente le situazioni. È per questo che le parole di oggi del Capo dello Stato sono sagge e quantomai opportune: è lo Stato che deve garantire la sicurezza dei cittadini, una sicurezza che non verrà certo da una legge scritta male e pensata solo per raccattare 4 voti”. E il capogruppo di Libri e Uguali alla Camera, Federico Fornaro, ribadisce che “bene ha fatto il presidente della Repubblica a accompagnare con una lettera la promulgazione della nuova legge sulla legittima difesa che, altrimenti, avrebbe potuto essere interpretata come un’autorizzazione da parte dello Stato alla legittima offesa”. Federico Fornaro aggiunge: “Sui temi della sicurezza il monopolio della tutela dei cittadini deve continuare a rimanere in capo allo Stato. La verità è che non c’era bisogno di questa nuova legge, utile solo alla propaganda leghista e ad alimentare negli italiani la percezione di insicurezza, storico tema usato dalla destra a soli fini elettorali”, conclude Fornaro.
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