
Abuso d’ufficio aggravato dal metodo mafioso. Con questa accusa il gip di Catanzaro ha disposto l’obbligo di dimora per il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio. L’inchiesta è stata condotta dalla Guardia di finanza e dalla Procura retta da Nicola Gratteri. Al governatore quindi è stato disposto l’obbligo di dimora nel suo comune di San Giovanni in Fiore, nel cosentino. Le fiamme gialle hanno notificato provvedimenti di sospensione dall’attività anche nei confronti di alcuni funzionari della Regione Calabria. Il provvedimento è stato emesso nell’ambito dell’operazione condotta dalla Guardia di finanza di Cosenza in materia di appalti pubblici. Agli indagati dell’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, diretta da Nicola Gratteri, vengono contestati, a vario titolo, i reati di falso, corruzione e frode in pubbliche forniture.
L’inchiesta riguarda, secondo quanto si è appreso, due appalti, uno sul Tirreno Cosentino, ed uno riguardante un impianto sciistico in Sila. Nei confronti di alcuni indagati viene ipotizzata anche l’aggravante dell’art. 7 per avere agevolato la cosca di ‘ndrangheta Muto di Cetraro.
La Dda di Catanzaro aveva chiesto gli arresti domiciliari per il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio (Pd). Richiesta non accolta dal gip Pietro Carè che invece ha disposto l’obbligo di dimora nel comune di residenza – San Giovanni in Fiore (Cosenza) – per il Governatore con l’accusa di abuso d’ufficio. Il particolare è emerso nel corso della conferenza stampa tenuta dal procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, e dai comandanti regionale e provinciale di Cosenza della Guardia di finanza.
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