
“Paola, Francesca e Giulio Torlonia, insieme ad Alessandro Poma Murialdo, precisano che non è mai stata loro intenzione utilizzare nessuna delle opere d’arte in gestione alla Fondazione Torlonia a garanzia del patrimonio di Banca del Fucino o per una sua ricapitalizzazione e le insinuazioni mosse al riguardo da Carlo Torlonia e dai suoi legali non rispondono al vero e sono prive di fondamento anche sotto un profilo giuridico”. Così in una nota che commenta notizie di stampa e annuncia iniziative per “tutelare la figura del loro genitore, Principe Alessandro Torlonia”. Il recente sequestro giudiziario “è stato assunto da un giudice monocratico in assenza di contraddittorio e che è loro intenzione chiederne la revoca”. Non c’è “alcun rischio di dispersione del patrimonio artistico della Famiglia Torlonia e che le oltre 620 opere d’arte della collezione Torlonia sono tutte notificate e vincolate e pertanto non esportabili, neanche temporaneamente, senza la preventiva autorizzazione” del Mibac.
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