Scuola. Decine di migliaia di studenti hanno invaso pacificamente oltre 50 città italiane. Chiedono “solo” un’istruzione di qualità, ad un governo che non li ascolta

Scuola. Decine di migliaia di studenti hanno invaso pacificamente oltre 50 città italiane. Chiedono “solo” un’istruzione di qualità, ad un governo che non li ascolta

Gli studenti delle scuole medie e superiori e gli universitari sono scesi in 50 piazze italiane per lamentare mancanza di risorse, poche borse di studio e soprattutto scarsa attenzione da parte del governo: il ministro dell’Istruzione e dell’Università – accusano – trova il tempo per incontrare un fantomatico movimento giovanile della Lega ma nella sua agenda non c’è spazio per vedere le rappresentanze istituzionali degli universitari italiani. “Questo non è cambiamento – sostiene Giacomo Cossu, coordinatore nazionale di Rete della Conoscenza – vediamo che il maggior deficit previsto viene utilizzato per condoni agli evasori fiscali e per tagliare le tasse ai più ricchi. Per noi giovani mancano le risorse e mancano provvedimenti concreti per contrastare la precarietà nel mercato del lavoro. Il ‘cambiamento’ propagandato sembra in continuità col passato”.

Manifestazioni in decine di città italiane. Ma Salvini fa polemica su un gruppetto di studenti che ha deciso di bruciare il suo manichino

In molte parti d’Italia i ragazzi sono scesi in piazza al grido “#Chihapaura di cambiare? Noi no!”, con i volti coperti dalle maschere di Salvador Dalì, come i protagonisti del telefilm “La casa di carta” e con flash mob. In alcune città come a Napoli – dove sono scesi i migranti al loro fianco e il corteo ha espresso solidarietà al sindaco di Riace Mimmo Lucano, cittadina considerata un modello per l’accoglienza il cui sindaco è finito ai domiciliari – sono stati scanditi slogan contro Salvini e Di Maio; a Torino i manichini raffiguranti i due vicepremier sono stati bruciati. Successivamente sono state individuate e denunciate le autrici del gesto che ha fatto dire a Salvini: “Questi ‘democratici’ studenti, coccolati dai centri sociali e da qualche professore, avrebbero bisogno di molte ore di educazione civica. Forse capirebbero che bruciare in piazza il manichino di Salvini, e di chiunque altro, o appenderne ai lampioni le immagini è una cosa schifosa”. A Salvini ha risposto l’ex presidente della Camera, Laura Boldrini. “Anche lui dovrebbe andare a lezione di educazione civica: non ha preso le distanze quando qualcuno dei giovani padani, a Busto Arsizio, diede a fuoco al mio manichino”. Di Maio si augura invece che la denuncia per vilipendio a danno delle due giovani venga archiviata.

Le repliche degli studenti a Salvini e Di Maio, e le accuse al ministro dell’Istruzione Bussetti

Giammarco Manfreda, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi, sottolinea che anche oggi gli studenti hanno chiesto un incontro al titolare del Miur Marco Bussetti “che ancora una volta ha scelto di non ascoltarci preferendo unicamente il dialogo con il Movimento Giovanile della Lega, quello stesso che l’anno scorso bruciava in piazza il manichino di Laura Boldrini ma quella volta Salvini non spese una parola sul gesto violento. Questo tipo di azioni non appartengono alla nostra cultura politica, Salvini risponda nel merito ai tantissimi studenti scesi in piazza pacificamente”. Diversamente da Salvini, mostra apertura ai ragazzi Luigi Di Maio: “per prima cosa vediamoci, le porte del ministero sono aperte, parliamo. Costruiamo insieme una nuova scuola, vediamoci per un confronto”. Le sue parole però non soddisfano i ragazzi. “Noi ci siamo e siamo disponibili a confrontarci con il Miur e con il vicepremier Di Maio – risponde Enrico Gulluni, coordinatore nazionale dell’Unione degli Universitari – volentieri aspettiamo un incontro con lui nelle prossime settimane ma gli facciamo notare che è da giugno che richiediamo maggiore dialogo, mentre dal Def arrivano solo notizie di tagli di milioni di euro sull’istruzione”. Gli studenti annunciano nuove mobilitazioni per il 16 e 17 novembre.

Fratoianni, leader di Sinistra Italiana: “sulle inadempienze e le promesse mancate del governo gli studenti hanno ragione”. Presentata interpellanza parlamentare

“Anche oggi abbiamo presentato l’ennesima interrogazione parlamentare al governo sulle difficoltà e i disagi ancora presenti in tante scuole italiane ad ormai un mese dall’inizio delle lezioni”, afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni. “Per settimane- spiega- si è assistito ad una lunga serie di annunci, interviste, dichiarazioni pubbliche, promesse di Ministri, Sottosegretari e autorevoli esponenti della maggioranza in merito ad un inizio assolutamente regolare dell’anno scolastico, con l’obiettivo di rassicurare le famiglie, genitori e studenti”. “Avvio regolare? Così non è stato, così non è – prosegue Fratoianni, membro della commissione Scuola e Cultura a Montecitorio – continuano a mancare docenti di sostegno, il personale Ata e nelle segreterie scolastiche è assolutamente insufficiente, manca ancora in troppe realtà la copertura delle cattedre da parte dei supplenti, e troppi edifici scolastici sono parzialmente utilizzabili a causa dell’insicurezza delle strutture. Servirebbe una svolta, che non c’è”. Pertanto,  “hanno ragione da vendere le migliaia di ragazzi e ragazze che oggi sono scesi nelle piazze italiane – conclude Fratoianni – e hanno ragione di non accontentarsi dal governo né di qualche diretta facebook infarcita di buone ma innocue rassicurazioni né della faccia feroce quanto mai grottesca di qualche ministro: vogliono fatti. Non solo l’impegno chiaro che nella manovra non ci siano tagli al mondo dell’istruzione ma anche quegli investimenti determinanti per dare un futuro alle nuove generazioni e a questo Paese, di cui non c’é traccia nella manovra economica del governo”.

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