
L’atteso e temuto declassamento di rating da parte di Moody’s è arrivato: un gradino in meno da Baa2 a Baa3, tuttavia nell’annunciare la decisione l’agenzia ha anche comunicato di aver riportato a “stabile”, l’outlook. Si scongiura così lo scenario ancor più negativo di un mantenimento di un outlook negativo, che sarebbe stato preludio a ulteriori declassamenti fino a finire fuori dalla categoria dei titoli ritenuti più affidabili. Con un comunicato, l’agenzia precisa che i motivi alla base della decisione sono stati di 2 tipi: il primo è “un indebolimento della posizione di bilancio”, a seguito dei propositi espansivi del nuovo governo. Secondo Moody’s ora il livello del debito dovrebbe stabilizzarsi attorno al 130 per cento del Pil invece che calare.
Il secondo motivo è nelle “implicazioni negative di medio termine per la crescita” derivanti dallo stallo delle riforme economiche e fiscali. Secondo l’agenzia i piani del governo non comprendono interventi in grado di riportare la bassa performance economica del Paese a livelli più elevati. Con l’outlook stabile l’agenzia non fa presagire altri interventi, tuttavia avverte cosa potrebbe far cambiare in peggio questo orientamento: una strategia di bilancio che provochi aumenti del debito, un peggioramento della sostenibilità del debito stesso, anche se dovuta a difficoltà a rifinanziarsi sui mercati; un concreto aumento del rischio di uscire dell’euro, attualmente ritenuto “molto basso” ma che “potrebbe salire con un conflitto con le autorità Ue”.
Moody’s ritiene che “lo stimolo fiscale” contenuto nella manovra “fornirà un impulso alla crescita più limitato rispetto a quanto ipotizza il governo”. Dopo un temporaneo aumento della crescita dovuto alla politica fiscale espansiva, l’agenzia di rating si aspetta che il Pil torni a un livello attorno all’1%. Secondo Moody’s, l’Italia mostra ancora importanti punti di forza del credito che bilanciano l’indebolimento delle prospettive fiscali. Tali punti di forza comprendono un’economia molto ampia e diversificata, una solida posizione estera con avanzi delle partite correnti e una posizione di investimento internazionale pressoché equilibrata. Le famiglie italiane hanno inoltre un alto livello di ricchezza e un importante cuscinetto contro gli shock futuri oltre a rappresentare una potenziale fonte di finanziamento per il governo.
Allo stesso modo anche se la riforma fiscale potrebbe essere positiva per la crescita e l’occupazione, è necessario ”come osservato dal Fmi e dall’Ocse” che una riduzione delle tasse dirette sia compensata da aumenti in altre imposte. Nello spiegare come l’outlook stabile rifletta i punti di forza dell’Italia – fra i quali l’essere un’economia diversificata con elevati livelli di ricchezza delle famiglie, Moody’s osserva che le chance di un’uscita dell’Italia dall’euro potrebbero aumentare. Al momento sono ”molto basse”, ma – si sottolinea – lo scenario potrebbe cambiare ”se le tensioni fra il governo italiano e le autorità europee” sulla manovra e sugli impegni sui vincoli bilancio ”dovessero subire una ulteriore escalation”. Un’osservazione che precede la risposta dell’Italia a Bruxelles e l’esame martedì della manovra da parte della Commissione Ue
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