Calcio. Con la meritata vittoria in Polonia, la nazionale italiana riesce a restare nella serie A europea

Calcio. Con la meritata vittoria in Polonia, la nazionale italiana riesce a restare nella serie A europea

Dato che siamo abituati a passare dalla depressione all’esultanza più scomposta, eccoci a celebrare finalmente una vittoria, quella sulla Polonia, che segna il punto di svolta dopo un lungo e penoso periodo di crisi. Ora, naturalmente, gli azzurri si son presentati dal presidente Mattarella con un risultato che, per quanto piccolo, è significativo. Era un anno che non conquistavano una vittoria “da tre punti”. Si parlava di Serie B, di retrocessione e ora improvvisamente il sole è spuntato sul nostro calcio: si pensa in grande, per il futuro. Se vogliamo, è stata una resurrezione decretata da un gol (di un terzino: Biraghi) a tempo scaduto dopo una partita molto bella, in cui la squadra di Mancini ha attaccato per almeno 70minuti e ha colpito due traverse, senza tuttavia segnare. Quindi vittoria meritatissima, al di là delle previsioni, e obiettivo raggiunto: evitare il terzo posto che avrebbe costretto la Nazionale ad affrontare, oltre che l’onta, un sorteggio “europeo” disagevole e un’ondata di critiche e polemiche molto pesante. Così va il calcio. La discriminante fra la gioia e i musi lunghi è stata quel gol di Biraghi su “spizzata” di Lasagna nel recupero.

Non fosse entrata quella palla, staremmo adesso a fare discorsi pessimistici, se non funerei. Ci saremmo chiesti perché Lasagna e non Immobile, dopo che Mancini aveva sottolineato l’importanza di avere un centravanti vero. Ma questo fa parte delle intuizioni di un ct: se vanno bene (così come è stato) alleluja per lui, se fosse andata male, pollice verso. Tutto è bene quel che finisce bene e ora stiamo qui a festeggiare. E se pensiamo che la Germania è lì, a brancolare nel buio, fra un Mondiale disastroso e una sconfitta sanguinosa con l’Olanda, e che si chiedono le dimissioni di Loew; e che una fra Croazia e Inghilterra (protagoniste ai Mondiali) potrebbe “retrocedere”, ci sentiamo dei signori, dopo aver rischiato di passare per pezzenti. Non si può parlare del solito “stellone” italico, perché è stato un successo conquistato con merito sul campo. Certo che noi italiani siamo come i gatti dalle sette vite. Ci ricordiamo del Mondiale di Spagna 1982, quando eravamo quasi fuori e poi battemmo Brasile e Argentina, arrivando in finale, dove superammo la Germania. E la vittoria ai Mondiali del 2006 in Germania, fra dubbi e risultati così così, prima della volata finale verso il titolo mondiale.

Allora Bearzot e Lippi avevano squadre forti (prima quella della generazione dei Tardelli, poi quella dei Pirlo ecc.). Ora ci sono lavori in corso per ricostruire una Nazionale capace di tornare a vincere e quindi tutto è più problematico. Speriamo Mancini ci riesca. Diciamo che la Nazionale riparte da questa vittoria. Il ct ha (finalmente) trovato la giusta quadra e la formazione in grado di portare avanti il discorso europeo senza paure. Tutti auspicavano che fosse varata una squadra-base per poter affrontare il futuro con un minimo di certezze. Ebbene, da questa formazione si può partire, visto che già con l’Ucraina si erano notati segni di risveglio e di bel gioco. Qualche correttivo potrebbe rendere questa scelta, già buona, forse definitiva. Volendo tirare le somme di quanto visto ultimamente, cioè contro Ucraina e Polonia, che non sono squadre di primo piano nell’arengo mondiale, si può dire che la difesa va così così (Biraghi si è inventato goleador), il centrocampo benino (rivelazione Barella) e l’attacco annovera potenzialmente giocatori che hanno un futuro (Chiesa e Bernardeschi, le piacevoli sorprese), ma dovrebbero metterla dentro con maggior frequenza. Mancini conta di cercare anche altri soluzioni: Cutrone, Zaza, Verdi, Berardi, Balotelli sono in lista di attesa. Ci sembrava di esser poveri e invece siamo ricchi. Come quelli che vincono la lotteria…

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