
Dalla legge sul diritto d’asilo che introduce la detenzione obbligatoria a quella sulle università che penalizza la Central European University del magnate americano George Soros, fino alle norme sul finanziamento alle ong: è dalla riforma costituzionale del 2013 che l’Ungheria di Victor Orban si è messa in rotta di collisione con l’Ue sullo Stato di diritto. Martedì a Strasburgo, il Parlamento europeo ha perciò affrontato Orban, che ha replicato alle accuse della Ue contro il suo governo. Ogni decisione, tuttavia, dipenderà da ciò che decideranno i deputati del Partito popolare, al quale appartiene il partito di Orban. “Voi vi siete già fatti un’idea su questa relazione, e il mio intervento non vi farà cambiare opinione ma sono venuto lo stesso. Non condannerete un governo, ma l’Ungheria che da mille anni è membro della famiglia europea. Sono qui per difendere la mia Patria”, afferma il premier ungherese Viktor Orban alla plenaria dell’Europarlamento a Strasburgo, dove mercoledì si voterà sulle sanzioni contro il Paese magiaro. “Non accetteremo che le forze pro-migrazione ci ricattino, difenderemo le frontiere e fermeremo la migrazione clandestina. Anche contro di voi se è necessario” sono state le dure parole rivolte da Orban ai deputati europei.
Timmermans, vicepresidente Commissione Ue replica a Orban: “atteggiamento da codardo”
“Quando critichiamo il governo ungherese, lo facciamo in maniera puntuale. Venire a dire che criticare il governo vuol dire criticare l’intera nazione è un atteggiamento da codardi”, ha dichiarato il vice presidente della Commissione europea, Frans Timmermans, rispondendo alla replica all’Europarlamento del premier ungherese Viktor Orban, il quale ha detto che “condannare il governo dell’Ungheria è condannare il popolo ungherese”. Per Timmermans, “se Orban crede in queste leggi, apriamo il dibattito e discutiamone, ma deviare il dibattito affermando che chi critica le leggi critica il popolo, questa è una cosa da vigliacchi”. Inoltre, l’olandese ha sottolineato che una volta che le regole previste dai trattati vengono sottoscritte, “vanno applicate”, non si può “usare l’argomento della democrazia per violarle o ignorarle”. Ha aggiunto: “I trattati vanno rispettati perché sono alla base del nostro vivere”.
La leghista Bizzotto all’Europarlamento: “Orban è un eroe, contro questa Unione Sovietica Europea”
Una vicenda, quella ungherese, che ha dei forti riflessi anche in casa nostra e che divide la maggioranza gialloverde: “Voteremo in difesa di Orban, l’Europarlamento non può fare processi ai popoli e ai governi eletti” afferma il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini. “Il premier ungherese Viktor Orban è per noi un eroe”, gli fa eco la capogruppo della Lega a Strasburgo Mara Bizzotto, “perché lotta per la libertà e la sovranità del proprio popolo contro questa Unione Sovietica Europea”. Inoltre, ha aggiunto l’eurodeputata leghista, “noi siamo al suo fianco e al fianco dell’Ungheria e siamo certi che, insieme a lui e ad altri leader, dopo le elezioni Europee del 2019 cambieremo questa Europa da cima a fondo, per dar vita ad una nuova Europa dei Popoli, delle Patrie e della libertà. Oggi l’Europa delle lobby, delle banche e dei finanzieri alla Soros attacca Orban e l’Ungheria, e domani attaccherà l’Italia e il nostro leader Matteo Salvini, che con grande coraggio sta fermando il business dell’immigrazione clandestina – ha aggiunto l’europarlamentare leghista – Noi e Orban abbiamo gli stessi valori, vogliamo difendere le frontiere e fermare l’invasione di immigrati clandestini. Insieme cambieremo questa Europa e daremo sicurezza, giustizia e vera democrazia ai nostri cittadini”.
I pentastellati voteranno a favore delle sanzioni. Forza Italia, come l’Udc, contro, dopo la telefonata tra Orban e Berlusconi
Ma gli europarlamentari del Movimento 5 Stelle voteranno a favore dell’apertura della procedura contro l’Ungheria per gravi violazioni dei valori dell’Ue: in una nota gli eurodeputati pentastellati puntano il dito contro “questa Europa ipocrita. Per noi Orban, Macron, Merkel e Junker sono fatti della stessa pasta. Hanno lasciata sola l’Italia perché non aprono i loro porti e non accettano i ricollocamenti dei migranti. Il M5s è in Europa per difendere gli interessi degli italiani!”. In sintonia con il Carroccio è invece Forza Italia: oggi cordiale telefonata tra Silvio Berlusconi e il premier ungherese. “Nella conversazione – si legge in una nota – il leader di Forza Italia ha annunciato che domani a Strasburgo gli eurodeputati azzurri voteranno contro la richiesta di attivazione dell’articolo 7 del Trattato Ue per rischio di violazione dello stato di diritto in Ungheria. Ad Orban il presidente Berlusconi ha confermato la sua amicizia e l’appoggio al partito del premier ungherese Fidesz, che fa parte del gruppo Ppe nel parlamento europeo”.
Il Pd voterà le sanzioni. Il capogruppo Sassoli: “abbiamo assistito in Aula al silenzio ingiustificabile di M5S e a parole imbarazzanti della Lega”
Voterà a favore delle sanzioni invece il Pd, che mette in luce le contraddizioni della maggioranza con il vicepresidente del Parlamento europeo David Sassoli: “Un discorso incompatibile con i valori europei. Orban non si è smentito e come sempre fanno i populisti si è identificato con il popolo ungherese. Il problema non sono né i cittadini, né tantomeno la grande storia di libertà dell’Ungheria. Il problema è il suo governo e le misure adottate che ledono principi fondamentali dello stato di diritto. In aula abbiamo assistito al silenzio ingiustificabile del M5S e a parole imbarazzanti dei rappresentanti della Lega, che hanno definito Orban ‘un eroe contro l’Unione sovietica europea’. Per i partiti di governo italiano una pessima immagine nel giorno dell’anniversario dell’11 settembre”. Il premier ungherese, intanto, ringrazia il nostro Paese togliendosi “il cappello di fronte agli italiani per il coraggio che stanno avendo e hanno avuto” in tema di immigrazione.
La maggioranza dei voti al Parlamento Europeo in favore della raccomandazione di avviare la procedura prevista dall’articolo 7 del Trattato sull’Unione Europea nei confronti dell’Ungheria non è ancora sicura. Spetta a quei membri del Partito Popolare che ancora non rinunciano ai valori democratici di schierarsi a favore del sì. La chiave del voto sul governo ungherese è nelle mani del Ppe: dovrà dimostrare che ha ancora margini di autonomia dall’estrema destra europea xenofoba e islamofoba. Altrimenti, avrà dimostrato di esserne definitivamente subalterna, nonostante il tentativo, abbastanza palese e inutile, di “redimerli”, per portarli sulla strada della democrazia.
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