Decreto Salvini sulle case occupate, Raggi prende tempo: “Situazioni estremamente delicate, stiamo parlando di persone”. Emergenza nell’emergenza. L’Unione Inquilini denuncia: “Oltre la metà dei romani che vivono in assistenza alloggiativa rischiano di finire in strada”

Decreto Salvini sulle case occupate, Raggi prende tempo: “Situazioni estremamente delicate, stiamo parlando di persone”. Emergenza nell’emergenza. L’Unione Inquilini denuncia: “Oltre la metà dei romani che vivono in assistenza alloggiativa rischiano di finire in strada”

Non trova molto consenso, tranne che nei militanti del suo Movimento e nella destra più estrema, la cosiddetta Direttiva Salvini sugli sgomberi delle case occupate. Nella mattinata di mercoledì si è svolta la riunione del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza di Roma Capitale e al termine molte bocche cucite e la posizione decisamente interlocutoria della Sindaca Raggi, che ha cercato sponde nella Regione Lazio, ma ha anche cercato di non contrastare e mettere in difficoltà l’asse giallo-verde, che assicura la tenuta del Governo Conte.  “Abbiamo attuato uno studio di questa nuova direttiva che proseguirà nelle prossime settimane, Sicuramente ci sarà un coinvolgimento attivo della Regione”.

A chi le chiedeva quale fosse la situazione più grave nella capitale da affrontare con priorità, a fronte delle voci che si rincorrono rispetto al possibile sgombero addirittura il 7 settembre dell’immobile di via Costi a Tor Cervara, Raggi ha spiegato che “Non possiamo dimenticare che ci sono situazioni in cui le condizioni igieniche e sanitarie richiedono un intervento rapido, ci sono poi altre situazioni in cui gli stabili sono pericolanti e le persone che sono dentro vanno messe in sicurezza. In più abbiamo anche situazioni in cui esistono provvedimenti dell’autorità giudiziaria”.

Raggi ha spiegato che “Ci sono diversi approfondimenti su alcuni immobili – ha aggiunto- . Le situazioni sono estremamente delicate perché stiamo parlando di persone, dobbiamo esaminare bene tutte le situazioni caso per caso”, ha aggiunto.

Ma quanto all’emergenza casa c’è da registrare l’esplosività delle esclusioni di oltre 500 famiglie dai cosiddetti‘Sassat’. La denuncia arriva, ancora una volta, da Unione Inquilini che parla di “metà dei romaniche risiedono in assistenza alloggiativa e che vivono nei cosiddetti ‘residence’ (Caat) sono stati esclusi dal bando Sassat per meri vizi di forma. In altre parole, rischiano uno sfratto di massa per aver compilato male un modulo”. Così in una nota dell’Unione Inquilini.
“Ad agosto il Comune di Roma – prosegue la nota – ha pubblicato gli elenchi degli ‘ammessi’ e degli ‘esclusi’ del bando per i Sassat, che nelle intenzioni del campidoglio dovrebbero sostituire i vecchi residence. Di tutte le 1300 famiglie che hanno presentato domanda, oltre la metà, ben 527, sono state escluse per vizi di forma, 125 sono gli esclusi sanabili e soli 529 gli ammessi”.
“Di fronte allo scempio dell’Amministrazione del Comune di Roma evidentemente intenzionata a escludere, con cavilli burocratici, la quota delle famiglie che hanno diritto all’alloggio – continua la nota – i sindacati per la casa, i movimenti di lotta e il Coordinamento dei residence chiedono un incontro con l’assessora Rosalba Castiglione e la dirigenza del dipartimento politiche abitative per sollecitare una proroga di due mesi della scadenza dei termini. È infatti inaccettabile – affermano – che una graduatoria provvisoria, uscita nel mese di agosto, abbia fissata al 17 settembre la data per i ricorsi. Paradossalmente poi i 500 alloggi previsti non sono nelle disponibilità del Comune di Roma. Dopo due bandi andati a vuoto il Comune riduce a 5 milioni il budget e a 500 le unità abitative”.
“Dopo anni di sperpero di denaro pubblico e di promesse – conclude la nota – le famiglie dei residence non hanno alcuna garanzia e con i Sassat dopo due anni, nonostante siano nel pieno diritto per l’alloggio popolare, si troveranno ancora in precarietà abitativa. La tema della casa rischia di divenire esplosiva di fronte alla possibilità degli imminenti sgomberi che a Roma potrebbero verificarsi con la Circolare del Ministero dell’interno. La mancanza di una pianificazione della questione rischia di diventare una macelleria sociale di fronte alla quale non possiamo che mobilitarci”.

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