
Adesso è veramente ufficiale: la concessione alla Casa Internazionale delle donne è stata revocata dall’Amministrazione Raggi. Quella che era solo un annuncio fatto dall’assessore Rosalba Castiglione, ora è un atto ufficiale. La notizia è stata confermata dal Consiglio Direttivo della Casa. “Dopo mesi di attesa di una risposta alle nostre proposte, il Comune di Roma ha pensato bene di agire il 3 di agosto. Solo oggi ci comunica che le nostre richieste e le nostre proposte, presentate a gennaio, sarebbero infondate e inaccettabili. Senza una parola di motivazione, senza nessuna documentazione a sostegno”.
Un lunghissimo braccio di ferro quello tra le donne del complesso del Buon Pastore in via della Lungara e il Campidoglio a maggioranza grillina. Con le prime, dall’arrivo della lettera di sfratto a novembre 2017, sulle barricate a difesa di un progetto di autogestione che va avanti da 30 anni offrendo servizi alla città e specialmente al suo universo femminile. E il Comune intenzionato a proseguire sulla strada tracciata dalla delibera 140 per il riordino del patrimonio immobiliare, una normativa risalente all’ex giunta Marino, andata a colpire decine di realtà sociali che per anni, in forza proprio nel carattere no profit delle iniziative svolte, hanno pagato affitti calmierati.
“Noi ci opporremo in tutte le sedi e continueremo a sostenere il progetto Casa Internazionale delle Donne, la sua autonomia e libertà” tuonano dal direttivo del Buon Pastore. “La Casa Internazionale delle Donne è una ricchezza della città, non costa un euro di denaro pubblico per la sua gestione, solo non riesce a pagare una parte di un canone del tutto sproporzionato e insostenibile. Vista la disponibilità espressa dal Comune di Roma a una transazione, avanzeremo una proposta, nei tempi più rapidi possibili”. A commentare, la presidente del I municipio Sabrina Alfonsi. “È inutile che le assessore coinvolte continuino ad invitare ad effettuare donazioni alla Casa: questo è quello che stanno facendo e faranno le cittadine e i cittadini che hanno saputo riconoscere il valore di questa esperienza. Valore che invece hanno misconosciuto e negato, contro ogni evidenza, la prima donna sindaca di Roma e la sua giunta, incluse le assessore che hanno seguito il dossier. Sottolineiamo la differenza di atteggiamento avuta dalla giunta regionale del Lazio, che ha invece dichiarato, in suo atto approvato di recente: ‘La Casa Internazionale delle Donne, è da anni un presidio unico nel suo genere e svolge con continuità un’opera meritoria di contrasto al razzismo e alle discriminazioni, e di sostegno alle donne in difficoltà’.
C’è ora da scommettere su chi vincerà una delle prossime battaglie legali, perché, alla luce di quanto detto, le prossime sedi di confronto che incontrerà sulla sua strada l’Amministrazione Raggi, saranno quelle delle aule giudiziarie, almeno così hanno più volte annunciato i Comitati che hanno gestito e sostenuto la Casa Internazionale delle Donne.
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