
Hanno salvato 177 migranti che si trovavano in difficoltà su un barcone che imbarcava acqua? Guai a loro, il ministro tuttofare, nonché vicepremier, Salvini Matteo, se potesse manderebbe in galera il comandante e l’equipaggio della Diciotti, nonché la Guardia costiera italiana che ha contattato la Diciotti dando l’allarme e la sala operativa di Roma che ha disposto il salvataggio. Il Salvini furioso minaccia fuoco e fiamme. Lui, il comandante in capo della brigata che forma il governo, non è stato informato. Alla Diciotto, così come era avvenuto per l’Aquarius, il Salvini ha impedito l’accesso a qualsiasi porto italiano, anche se sono arrivate dalle autorità locali disponibilità ad accogliere la nave. Per l’Aquarius, come è noto, per sbloccare la situazione ci volle l’intervento del Presidente della Repubblica che fece presente il caso al presidente del Consiglio che, forse distratto, non si era accorto che una nave che aveva salvato un gruppo di migranti stava girando a vuoto. La storia si ripete con una differenza. L’Aquarius è una nave che fa capo ad una ong. Come è noto per Salvini dire organizzazioni non governative significa parlare di associazioni che sarebbero in combutta con scafisti, mafiosi delinquenti che gestiscono barconi, gommoni. Anche se le accuse che sono state rivolte a chi gestisce le navi che salvato i migranti, le inchieste aperte da alcune Procure della Repubblica, sono state archiviate, per il ministro degli Interni le navi salva migranti sono un paravento per operazioni criminose.
Clamorosa gaffe del ministro degli interni che non sopporta i migranti
Questa volta il Salvini ha commesso un clamoroso autogol, che svela il “carattere” delle imprese del ministro contro i migranti, del tutto indifferente se chi tenta di fuggire da paesi dove le guerre sono all’ordine del giorno, le violenze nei campi di concentramento, la fame, la miseria, le malattie che colpiscono i bambini, invece di trovare ospitalità, finiscono morti in mare, nel Mediterraneo che diventa la loro tomba. L’autogol di Salvini, dicevamo, è clamoroso, una gaffe che dice chi è davvero il capo della Lega. La Diciotti infatti non è una nave che fa capo ad una ong. Fa parte della Guardia costiera, Marina Militare, cui il ministro impedisce di attraccare in un porto italiano. Da notare che su questa nuova “impresa” del Salvini, che impedisce ad una nave della nostra Marina di attraccare in un porto italiano si registra il silenzio di ministri come quelli della Difesa, delle Infrastrutture, leggi porti, per non parlare del Di Maio, l’altro vicepremier. Il problema vero, ancora una volta, è che il Salvini non ce la fa proprio a mettere da parte lo scontro pressoché continuo con il governo di Malta che, dice il nostro vicepremier, ci scarica migranti che vengono salvati in tratti di mare maltesi e che dovrebbero attraccare in porti maltesi. Ora, addirittura, c’è una disputa sul fatto se dal barcone dove si trovavano i 177 migranti imbarcati poi sulla Diciotti siano o no partite richieste di aiuto. La realtà, Salvini dovrebbe prenderne atto, è che dal barcone sono partite richieste di aiuto e il comandante della Diciotti ha solo risposto al codice del mare.
Il ministro Moavero contatta gli stati della Ue per collocare i migranti
Non c’è bisogno di autorizzazioni di ministri. Dopo tre giorni in cui il Salvini l’ha fatta da padrone il ministro degli esteri Moavero, visto anche l’interessamento da parte della Unione europea, dicono le agenzie di stampa, ha “preso in mano il caso Diciotti per sbloccare l’impasse della nave della Guardia costiera che da tre giorni è bloccata in mare con 177 migranti a bordo soccorsi in zona sar maltese su un barcone in difficoltà”. La Farnesina avrebbe avviato contatti con gli altri stati membri della Ue per arrivare ad una nuova soluzione che, già in cinque casi (ultimo dei quali quello della Aquarius la scorsa settimana), ha portato alla suddivisione dei migranti tra diversi stati membri. Il portavoce della commissione Ue aveva dichiarato la disponibilità “a dare sostegno all’Italia”. Ma neppure questo basta al Salvini che continua a non indicare un porto dove far sbarcare la Diciotti che resta al largo, davanti a Lampedusa.
Non solo non basta, ma il Salvini, che deve avere fonti private che gli indicano i movimenti dei barconi annuncia che un’altra imbarcazione con una settantina di migranti è stata avvistata in acque maltesi in navigazione verso l’Italia. Il vicepremier scrive: “Immagini esclusive di un gommone con 70 immigrati, scafista alla guida e motore potente, in acque maltesi. Qualcuno si degnerà di intervenire o li manderanno ancora una volta in direzione Italia?”. Occhio fino quello del Salvini che dalle immagini ricava che si tratta di un gommone, che lo guida lo scafista e che ha un motore potente. In realtà il “segugio” Salvini non avrebbe fiutato proprio niente. Il gommone potrebbe essere quello soccorso dai maltesi di cui hanno dato notizia.
Il garante Mauro Palma chiede urgenti informazioni
Dopo l’intervento del ministro Moavero sulla Diciotti si attende una presa di posizione del ministro Toninelli, quello che si dovrebbe occupare dei porti. Sulla Diciotti intanto, ne ha dato annuncio Radio radicale, è intervenuto il garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà, Mauro Palma, che chiede “urgenti informazioni” alle autorità competenti “in relazione a un caso di rilevanza umanitaria”, la nave Diciotti, appunto. In una lettera inviata al comandante generale della Guardia costiera, ammiraglio Giovanni Pettorino, e al Capo Dipartimento libertà civili del ministero dell’interno, prefetto Gerarda Pantalone, il Garante nazionale in particolare chiede delucidazioni sulla richiesta di un Place of safety, (luogo di sicurezza ndr) sulle ragioni di un eventuale diniego di approdo, sulle condizioni generali dei 177 migranti a bordo della nave, da 42 ore al largo di Lampedusa “a quanto risulta da foto circolate sui social”. Il Garante infatti è chiamato a vigilare anche su possibili privazioni de facto della libertà e il caso della nave Diciotti “sembrerebbe avere una configurazione di questo tipo, vista l’apparente prolungata assenza di indicazioni di sbarco”.
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