Migranti. Altro tributo di vittime, forse 160 al largo di Cipro. La nave Astral, con a bordo Josefa, si dirige in Spagna. L’Italia non è sicura. Palazzotto smentisce il Viminale

Migranti. Altro tributo di vittime, forse 160 al largo di Cipro. La nave Astral, con a bordo Josefa, si dirige in Spagna. L’Italia non è sicura. Palazzotto smentisce il Viminale

Da quando non è più in vigore il regime di ricerca e salvataggio Mare Nostrum, col coordinamento e la collaborazione tra tutte le forze impegnate, comprese le Ong, ogni giorno il Mediterraneo ha il suo bollettino di morti. Oggi è toccato a un barcone su cui viaggiavano 160 migranti, affondato a largo delle coste di Cipro. Sono stati recuperati finora 16 corpi. Le operazioni di soccorso sono in corso. Nel frattempo, la nave della Open Arms che ha recuperato a bordo 158 migranti, e aveva lanciato accuse pesanstissime contro la Guardia costiera libica e il governo italiano, ritenuto responsabile e complice, per il ritrovamento di un bambini e una donna annegati, e un’altra donna salva davvero per miracolo, sta dirigendosi verso un porto spagnolo. E non perché abbia qualcosa da nascondere, come ironizza il ministro Salvini, col suo stile ormai inconfondibile di hater delle Ong. Anzi.

La Open arms: “Andiamo in Spagna perché non crediamo che in Italia ci sia un porto sicuro” 

”Ci dirigeremo verso la Spagna anche se l’Italia ci ha dato la disponibilità di un porto di sbarco a Catania. Ma rifiutiamo il porto di sbarco italiano dopo le dichiarazioni del governo e per il fatto che non crediamo che in Italia ci sia un porto sicuro”, ha detto il direttore delle operazioni di bordo della Open Arms, Riccardo Gatti, in un’intervista a InBlu Radio, il network delle radio cattoliche della Cei, in merito al recupero in mare della camerunense Josephine, ancora in vita e i cadaveri di un’altra donna e di un bambino. ”Siamo anche preoccupati – ha sottolineato Gatti – per la donna da noi salvata, per la sua tutela e la piena libertà nel rendere una testimonianza in sicurezza perché Salvini ha dichiarato che tutto ciò che abbiamo detto è una fake news. Questo ci fa pensare che non sia sicuro attraccare in Italia”. Inoltre, ha detto Gatti, ”temiamo che tutte queste dichiarazioni del governo italiano vadano tutte nella stessa direzione: la criminalizzazione delle ong. Purtroppo la spregiudicatezza di queste accuse non può farci stare tranquilli. A Lampedusa – ha aggiunto Gatti – saremmo già arrivati. Per il porto di Catania ci vorrebbe un giorno mentre per arrivare in Spagna ci vorranno circa 3 giorni. Abbiamo richiesto il porto spagnolo più vicino che probabilmente sarà Palma di Maiorca. Ieri quando abbiamo chiesto il trasferimento delle persone a bordo ci è stato comunicato da Malta e Italia che in primo luogo avrebbero proceduto a sbarcare Josephine e non i cadaveri. Noi abbiamo evidentemente rifiutato perchè non sappiamo ancora se sono tra loro parenti”.

Le testimonianze di Erasmo Palazzotto, deputato di LeU, a bordo della nave Astral, della Open arms, smentiscono il Viminale, “maldestro depistaggio”

“Mentre una motovedetta girava la scena del salvataggio perfetto con una tv tedesca, un’altra lasciava in mezzo al mare 2 donne ed un bambino. Sono due interventi diversi, uno ad 80 miglia davanti ad al Khoms l’altro davanti a Tripoli. Maldestro tentativo di depistaggio”, scrive su twitter Erasmo Palazzotto, deputato di Liberi e Uguali da bordo della nave “Astral” dell’Ong Open Arms. “Ma davvero nessuno nel Governo italiano – prosegue il parlamentare di Leu – ha qualcosa da dichiarare davanti a quello che è successo nel Mediterraneo, alla brutalità di quei criminali che continuano a chiamare Guardia Costiera libica”.

Più tardi, Erasmo Palazzotto aggiunge un’altra nota. “Ancora a bordo della Open Arms, questa volta in rotta verso la Spagna. Dopo le le dichiarazioni del Ministro dell’Interno italiano, l’Italia oggi non è considerata un porto sicuro: non lo è per le Ong che rischiano di essere processate per aver salvato vite umane così come non lo è per chi viene salvato e rischia ancora una deportazione nei campi di concentramento libici”. Inoltre, scrive il deputato dei LeU, “Non ci fidiamo del Governo Italiano, queste le parole di Open Arms dopo le accuse, da parte del Ministro degli Interni, di aver inventato la notizia del salvataggio. Per questo oggi navighiamo verso la Spagna con Josefa, e i corpi senza vita dei suoi compagni di viaggio, e non verso Catania: perché si teme che, sopravvissuta a questa ennesima tragedia, Josefa possa essere utilizzata per ottenere una verità di comodo solo per coprire le vere responsabilità dei libici. Io le ho viste – conclude Palazzotto – con i miei occhi”.

Ancora un barcone in difficoltà con 40 migranti. Malta e Italia gli hanno negato l’attracco

Quaranta Migranti che si trovano a bordo dalla nave Sarost 5, bloccati al largo della Tunisia dopo nove giorni in mare, sarebbero stati intercettati e salvati nelle acque internazionali, in zona sar maltese, e poi trasferiti in modo “illegale” nelle acque territoriali tunisine. Lo afferma l’organizzazione internazionale WatchTheMed Alarm Phone. “Il centro coordinamento soccorsi di Tunisi e l’equipaggio della nave di rifornimento Sarost 5 – spiega WatchTheMed – hanno confermato la posizione dei migranti nella zona sar maltese. Sia Malta che l’Italia hanno negato alla nave il permesso di sbarcare nei porti italiani e maltesi”. Il barcone, con a bordo anche 8 donne, due delle quali incinte, era partito dalla Libia e, dopo 5 giorni in mare, venerdì 13 luglio era stato intercettato nei pressi del giacimento offshore di Miskar, nel golfo di Gabes, operato dalla compagnia britannica BG. Non è chiara la dinamica del salvataggio, con un primo intervento della nave Caroline III e il successivo trasporto dei Migranti sulla piattaforma petrolifera, dopo il rifiuto di Italia, Malta e Francia. Più tardi, la nave da rifornimento Sarost 5 li ha presi a bordo e ha fatto rotta su Sfax, in Tunisia. Le autorità locali, tuttavia, hanno negato il permesso di sbarcare e dato ordine di dirigersi al porto di Zarzis. Lunedì notte è arrivato lo stop allo sbarco anche lì. I migranti si trovano quindi al momento in un limbo, denunciano gli attivisti, che chiedono siano trasferiti in un porto sicuro in Europa. Le notizie sono confermate anche da Euromed Rights, che fa appello “alle autorità tunisine, e in particolare a quelle preposte al controllo delle frontiere marittime e al salvataggio in mare, per adempiere con urgenza agli obblighi previsti” dalle convenzioni internazionali e ricorda “le responsabilità assunte dai governi italiano, maltese e francese in questa situazione di emergenza, dal momento che ogni rinvio della nave non debitamente giustificato equivale a violare il principio di non respingimento delle persone a bordo”.

La ciliegina sulla torta. Salvini, dopo aver costruito fake news su due morti in mare, ora dice di aver querelato Saviano, che gli replica

Oggi il ministro dell’Interno Matteo Salvini presenterà alla questura di Roma una querela nei confronti di Roberto Saviano. Si apprende da fonti del Viminale. Lo scrittore però risponde a Salvini e rilancia: “Delle tante querele annunciate (con questa sarebbero quante: quattro? Cinque? S’è perso il conto) ad oggi non ne è arrivata nessuna… come sempre, solo chiacchiere. Come del resto tutto il suo teatro, teatro dell’orrore. Nulla di ciò che ha promesso è possibile realizzare, tanto meno il blocco delle partenze dalla Libia”. Roberto Saviano aggiunge: “Qual è il suo motto? Colpirne uno per educarne cento? Ma lo sa che le partenze nemmeno la prospettiva di morire le ferma? Se l’è fatta qualche domanda su come sia possibile? Forse perché i centri di detenzione sono lager che invece lei descrive come luoghi dignitosi per lavare la coscienza ai suoi elettori? E poi mi dica, cos’è questa ‘carezza’? Perché usa questo eloquio mellifluo, a voler pensar male direi quasi mafioso? Cos’è, l’equivalente di un ‘bacio in bocca’? Era forse per questo che avrebbe voluto mi fosse tolta la scorta? A leggere i commenti dei suoi sostenitori è evidente che avrebbero piacere a sapermi muto per sempre, ma immagino che lei non se ne sia accorto”.

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