Stadio dell’As Roma, tornano in libertà l’ex assessore regionale Civita ed il braccio destro di Luca Parnasi, Caporilli. Nuove richieste di stop all’impianto di Wwf ed Enpa

Stadio dell’As Roma, tornano in libertà l’ex assessore regionale Civita ed il braccio destro di Luca Parnasi, Caporilli. Nuove richieste di stop all’impianto di Wwf ed Enpa

L’ex assessore all’Urbanistica della Regione Lazio, oggi consigliere regionale Michele Civita è libero. All’uomo politico finito nell’inchiesta sulla progettazione e costruzione dello stadio dell’As Roma (nella foto l’area dove dovrebbe sorgere l’impianto) sono stati infatti revocati gli arresti domiciliari. La decisione è stata adottata dal gip Maria Paola Tomaselli che ha disposto un obbligo di firma. Civita è Difeso dagli avvocati Luca Petrucci e Maurizio Frasacco. Civita, comunque, avrà l’obbligo di firma. Analogo provvedimento è stato preso nei confronti di Luca Caporilli, braccio destro di Luca Parnasi. Quanto a Civica va detto che si era dimesso, proprio in queste ore da Presidente della Commissione regionale all’Urbanistica, Trasporti e Rifiuti. Caporilli era finito nell’occhio del ciclone per il suo ruolo di ex Capo della Direzione progetti di Eurnova, si era dimesso, come aveva fatto anche Parnasi che aveva lasciato l’incarico di Presidente dell’Azienda che aveva poi un ruolo decisivo nella costruzione dell’impianto. Va detto, comunque, che proprio nella mattinata di giovedì, i legali di Parnasi, gli avvocati Emilio Ricci e Giorgio Tamburini, hanno fatto sapere che a seguito di un breve colloquio con gli inquirenti avrebbero comunque escluso qualsiasi contraccolpo sull’opera: “I pubblici ministeri hanno assicurato che non ci sono elementi che possano bloccare la procedura per il nuovo stadio a Tor di Valle”. Questo passaggio decisamente importante. Sarebbe stato già comunicato ai vertici dell’As Roma, che come l’Amministrazione di Roma Capitale è vittima di quanto accaduto. C’è però da dire, che proprio sul futuro dell’impianto e la sua edificazione, ci sono da registrare nuove prese di posizione decisamente negative. Dopo Legambiente e Italia Nostra, oltre che alcuni Comitati di quartiere, ieri è stata la volta anche di altre Associazioni e tra queste il Wwf, che ha chiesto il ritiro del progetto. Ecco la nota diffusa proprio nella giornata di giovedì dal Presidente di Roma e Area Metropolitana dell’associazione ambientalista, Raniero Maggini: “In merito al progetto per il nuovo stadio della Roma il WWF Roma e Area Metropolitana scrive una lettera aperta alla Sindaca di Roma Capitale Virginia Raggi. L’aspetto che all’Associazione interessa evidenziare è legato alla deroga urbanistica voluta dall’Amministrazione capitolina al fine di consentire una trasformazione che da sempre indichiamo come fortemente insostenibile – spiega una nota del Wwf – Si tratta di una operazione che non chiede una semplice variante al PRG, ne comporta uno stravolgimento sostanziale proponendo una parte di città di vecchia concezione, monofunzionale e indifferente al consumo di suolo. L’area in oggetto è come noto l’ansa di Tor di Valle, un’area estremamente delicata sotto il profilo ambientale, paesaggistico ed idraulico. Ancora una volta ci siamo trovati di fronte ad una scelta che prescinde dal merito, dall’opportunità dell’intervento e dalla vocazione del territorio, che nasce da spinte diverse che allontaneranno ulteriormente Roma dai nuovi paradigmi della città europea. Vogliamo credere che ci sia ancora spazio per rimettere al centro il benessere del territorio e dei cittadini, che la politica nella Capitale possa voltare pagina e tentare di tracciare un segno nuovo. Per farlo occorre un gesto coraggioso – per noi ineludibile – occorre ritirare il progetto e iniziare a scrivere uno nuovo capitolo nel governo di una città che deve dimostrare di essere capace del proprio valore”. Contro anche l’Ente nazionale per la protezione degli animali che chiede il ritro della Delibera di Roma Capitale che esprime parere contrario all’opera:

“A seguito dell’inchiesta giudiziaria che in questi giorni sta coinvolgendo esponenti del Comune e imprenditori nel procedimento autorizzativo dello Stadiodella Roma”, l’Ente Nazionale Protezione Animali, si legge in una nota, “ha dato mandato al proprio ufficio legale di valutare ogni aspetto della vicenda e di assumere ogni opportuna iniziativa. Sulla questione stadio, l’associazione era già intervenuta l’anno scorso quando, con una lettera inviata a tutti i consiglieri comunali, aveva sottolineato come la nuova delibera presentasse criticità dal punto di vista non soltanto politico, relativo cioè alle scelte di indirizzo nella gestione della città, ma autorizzativo”.
“Lo scorso anno, era proprio il mese di giugno – dichiara Annamaria Procacci, Consigliera Nazionale di Enpa – abbiamo presentato al Ministero dei Beni Culturali una serie di osservazioni elaborate insieme con altre associazioni. In quella occasione segnalavamo la necessità sia di apporre il vincolo di tutela sulla particolare struttura dell’ippodromo, sia di tutelare le particolari caratteristiche dei luoghi, la valenza paesaggistica e soprattutto il patrimonio di biodiversità così rilevante dell’area. Infatti, lo stadio dovrebbe sorgere su un’area, quella di Tor di Valle, preziosissima: l’ultima ansa non cementificata del Tevere, la più grande area agricola rimasta nella nostra città, un paradiso per tante specie animali e vegetali; in particolare con la presenza di avifauna protetta (tra cui: aironi, gheppi, usignoli di fiume) dalla normativa nazionale e comunitaria. La richiesta di tutela, ignorata dalle istituzioni, era stata rinnovata all’inizio della scorsa settimana quando Enpa aveva inviato al Dipartimento Urbanistico di Roma Capitale analoghe osservazioni di carattere naturalistico, chiedendo che a Roma fosse riconosciuta e garantita quella ricchezza di natura che fa parte della sua storia e che è un irrinunciabile bene comune dei cittadini. Oggi, l’inchiesta della Procura sullo Stadio della Roma getta un’ombra anche sull’impatto ambientale e naturalistico dell’opera. In attesa che la magistratura accerti responsabilità e faccia chiarezza sui tanti punti oscuri di questa vicenda, verificando in particolare che non siano state violate norme poste a tutela dell’ambiente, del paesaggio, degli animali, Enpa torna a chiedere che il Comune ritiri la delibera. Tor di Valle non merita cemento e asfalto, ma – conclude Procacci – un parco fluviale, come altre città europee”.

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