
Oltre che rabbia, provocano disgusto le dichiarazioni che si susseguono da parte del vicepremier, Salvini Matteo, ministro dell’Interno e di Danilo Toninelli, ministro delle Infrastrutture, quello che dovrebbe autorizzare l’apertura dei porti alle navi che portano in salvo i migranti. Il primo è il capo della Lega, svolge, di fatto, anche il ruolo di sostituto premier. Il secondo; Toninelli, dovrebbe rappresentare l’anima moderata, i grillini doc. In realtà i due fanno a chi le spara più grosse.
Peggiora la situazione economica? Cresce il debito pubblico? I giovani che non studiano e non lavorano raggiungono un non invidiabile record europeo? La Banca Centrale Europea, come più volte annunciato, ha deciso di porre termine al Qe, il quantitave easing, l’acquisto di titoli di stato, che ha tenuto fermi i tassi e dato un “aiutino” alla nostra economia consentendo una ripresa che già ha perduto la “spinta propulsiva”. Interessa qualcosa ai due, Salvini e Toninelli? Pare proprio di no. Il nemico è il migrante.
Il papa: “Non lasciate in balia delle onde chi lascia la sua terra affamato di pane e giustizia”
Dice papa Francesco: “Non lasciate in balia delle onde chi lascia la sua terra affamato di pane e di giustizia”. Già, giustizia, parola che Salvini, Toninelli, con la benedizione dell’altro vicepremier Di Maio, il capo grillino, non conoscono. Ambedue sprizzano odio, disprezzo per i migranti. Scherzano sulle sofferenze cui sono sottoposti centinaia di donne, uomini, bambini, a bordo dell’Aquarius. Toninelli li chiama i “passeggeri”, quasi fossero a bordo di una nave da crociera. Salvini supera il collega è parla di “crociera”. Le immagini che giungono dalla nave che il duo Salvini-Toninelli ha impedito di sbarcare in un nostro porto sono devastanti. La sofferenza umana, oltre i limiti, la nave che balla sulle onde sempre più alte, persone in preda a vomito, neppure la speranza di un porto sicuro.
Conte fa pace con Macron? Il vicepremier: “è il momento di tirare fuori le palle”
Il vicepremier Salvini con l’eleganza di linguaggio che lo contraddistingue, mentre il presidente del Consiglio, Conte sta incontrando Macron, il presidente della Francia, per rompere l’isolamento in cui si trova il nostro Paese, spara: “Abbiamo cominciato a dire dei no. È il momento di tirare fuori le palle”. Macron dice che un eventuale asse tra Berlino,Vienna, Roma sarebbe “una formula che in passato non ha mai portato fortuna”. Il richiamo è alla seconda guerra mondiale. Ma Conte, anche lui in conferenza stampa, dopo aver fatto pace con Macron, afferma di “essere d’accordo con Salvini”. E si prende gli elogi di Trump il quale afferma: “Il nuovo premier italiano è fantastico, sembra che essere duri sull’immigrazione ora paghi”. Parla anche Toninelli e non si accorge del ridicolo. Dice il ministro che forse non ha una idea di cosa sia il mare, pensa che sia un laghetto, un fiumiciattolo. Dice che “Non c’è scritto da nessuna parte che il ‘place of safety’, cioè il luogo in cui devono essere sbarcati e messi in sicurezza i migranti, debba essere un porto. Può essere anche una nave, battente bandiera straniera.
Toninelli pensa per l’Aquarius la circumnavigazione dell’Oceano
Di conseguenza noi chiederemo un’assunzione di responsabilità a quei paesi di cui le navi della Ong battono bandiera”. Per l’Aquarius che batte bandiera britannica significherebbe una sorta di circumnavigazione dell’Oceano per arrivare in Inghilterra. Ma che vuol dire, visto che i migranti sono “passeggeri” e la navigazione “una crociera”. Davvero dilettanti allo sbaraglio, disgustosi, abominevoli le loro proposte. Dal mare, dall’Aquarius, passiamo alla terra ferma, al Campidoglio. Anche in questo luogo il segno devastante della presenza dei grillini. La sindaca oltre che essere alle prese con la “vicenda” Parnasi e il tuttofare Lanzalone, l’uomo di Casaleggio, l’amministratore tuttofare, ne ha combinata una delle sue. Stando alle cronache, del resto lo dice lei stessa, non sapeva che il gruppo consiliare dei grillini avrebbe votato a favore della proposta di Fratelli d’Italia, eredi del Msi, di cui fu segretario Almirante. E invece questo è avvenuto e grazie ai voti grillini, la mozione è stata approvata.
Ai grillini del Campidoglio sarà bene rinfrescare la memoria su Almirante
Ma come è possibile che nessuno del gruppo consiliare, lo stesso presidente della Assemblea, non abbia ritenuto necessario informare la sindaca di quanto stava avvenendo? Ci domandiamo come sia possibile che i grillini ignorassero il “chi era” di Almirante, tanto da intestargli una strada. Non sanno che la Costituzione vieta la propaganda fascista? Delle due l’una: o non conoscono la storia d’Italia o erano d’accordo con la proposta del gruppetto dei nostalgici di cui è capo la Meloni. Non solo. La sindaca in una prima dichiarazione aveva affermato che “l’assemblea è sovrana” e quindi la mozione diventava operativa. Poi ci ha ripensato. Noi, già che ci siamo, ai grlllini rinfreschiamo la memoria.
“Il razzismo ha da essere cibo di tutti e per tutti”
“Il razzismo – scriveva il futuro segretario del Msi nel 1942 su la Difesa della razza – ha da essere cibo di tutti e per tutti, se veramente vogliamo che in Italia ci sia, e sia viva in tutti, la coscienza della razza. Il razzismo nostro deve essere quello del sangue, che scorre nelle mie vene, che io sento rifluire in me, e posso vedere, analizzare e confrontare col sangue degli altri. Il razzismo nostro deve essere quello della carne e dei muscoli; e dello spirito, sì, ma in quanto alberga in questi determinati corpi, i quali vivono in questo determinato Paese; non di uno spirito vagolante tra le ombre incerte d’una tradizione molteplice o di un universalismo fittizio e ingannatore. Altrimenti — scriveva ancora Almirante — finiremo per fare il gioco dei meticci e degli ebrei; degli ebrei che, come hanno potuto in troppi casi cambiar nome e confondersi con noi, così potranno, ancor più facilmente e senza neppure il bisogno di pratiche dispendiose e laboriose, fingere un mutamento di spirito e dirsi più italiani di noi, e simulare di esserlo, e riuscire a passare per tali. Non c’è che un attestato col quale si possa imporre l’altolà al meticciato e all’ebraismo: l’attestato del sangue”.
Una campagna elettorale che sembra non finire mai mentre l’Italia affonda
Torniamo così alla situazione in cui sta vivendo il Paese dopo il 4 marzo. Una campagna elettorale che sembra non finire mai. Grillini e leghisti, dilettanti allo sbaraglio, ripetiamo, non si accorgono, perché incapaci e incolti che la nostra economia marcia come il gambero. Il debito pubblico, quello che provoca le maggiori difficoltà, che non ci fa uscire dalla crisi, ad aprile segna un nuovo record storico, si è attestato a poco meno di 2.312 miliardi di euro, più 9,3 miliardi. Per quanto riguarda la crescita della nostra economia, l’agenzia Fitch prevede un passaggio in negativo, dal l’ 1,5 % all’1,3%. Sembra un niente ma si tratta di miliardi. Nel 2019 addirittura si scenderà all’1,2%. Per quanto riguarda la decisione della Bce, Draghi assicura che i tassi staranno fermi fino ad agosto del 2019. Ma, avverte, non distruggiamo i progressi fatti. Non ci sono spazi per “piani B”, l’uscita dall’euro e neppure per promesse fatte in campagna elettorale che comportano un costo insopportabile,impossibile da sostenere. Infine un dato sui giovani, un segnale inequivocabile che la crisi non è stata superata. Il 25% dei giovani fra i 18 e i 24 anni non studia e non lavora. Sono i cosiddetti Neet. In Europa la percentuale è del 14,3. Non c’è bisogno di alcun commento.
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