Lega e M5S, dilettanti allo sbaraglio. L’economia decresce, la lotta alla povertà e alla precarietà, leggi contratto di governo, nel libro dei sogni. Intanto scattano gli aumenti delle tariffe luce +6,5% e gas +8%. L’opposizione? Evaporata

Lega e M5S, dilettanti allo sbaraglio. L’economia  decresce, la lotta alla povertà e alla precarietà, leggi contratto di governo, nel libro dei sogni. Intanto scattano gli aumenti delle tariffe luce +6,5% e  gas +8%. L’opposizione? Evaporata

Gli industriali bussano alle porte dei palazzi del governo. Non Palazzo Chigi perché l’inquilino è solo un notaio che annota i voleri dei due vicepremier, Di Maio, che è il titolare del dicastero che dovrebbe occuparsi di lavoro e sviluppo economico, Salvini, titolare del ministero degli Interni che si occupa a tempo pieno di proibire alle ong di salvare da sicura morte i migranti, di  fornire fucili e pistole agli italiani per difendersi da furti che, fra l’altro, sono in diminuzione, e che nel tempo libero controlla Di Maio. Confindustria in testa, insieme alle associazioni dei commercianti, degli artigiani, degli imprenditori agricoli, alle cui assemblee si è presentato Di Maio, ma con lui una visita lampo l’ha fatta anche Salvini, chiedono conto delle promesse fatte dai ministri, il pentastellato in particolare ha fatto intravedere il paradiso in terra, annunciando provvedimenti in tempi rapidi, flat tax, eliminazione dei tanti  balzelli, dei controlli. “Siete onesti”, aveva esclamato Di Maio alla assemblea della Confcommercio, “non c’è bisogno di lacci e laccioli, non siete voi gli evasori”. Applausi a scena aperta. E agli industriali aveva promesso interventi per investimenti, sostegno per iniziative di sviluppo, nuove tecnologie. Il futuro tutto in discesa. Promesse anche per i lavoratori. Direttamente rivolte loro perché Di Maio e Salvini non hanno rapporti con i sindacati. Per loro la intermediazione, il rapporto con chi rappresenta milioni di operai, impiegati, è solo una perdita di tempo. E per la povertà avevano detto che la lotta sarà senza quartiere, il contratto di governo parla chiaro. Così per quanto riguarda la precarietà non ci sarà più da preoccuparsi. Non solo.

Le previsioni sulla crescita riviste in ribasso per il 2018  e il 2019

Confindustria rende pubblici i dati sulla situazione economica sulla base delle elaborazioni del suo ufficio studi. Non sono dati nuovi. Già l’Ocse e anche  altre organizzazioni avevano fatto presente che quanto previsto nel Def, una crescita della nostra economia dell’1,5% era una ipotesi non veritiera. Ora infatti si parla dell’1,3% e per il 2019 solo dell’1,1%. Si dirà sono solo decimali, sì, ma contano molto, miliardi sonanti che  evaporano, si sciolgono come neve al sole e fanno dire al ministro dell’Economia, Tria, che non ci sono risorse per finanziare il reddito di cittadinanza, parla di un “impegno di legislatura”, il che significa che se ne riparlerà, forse, nel 2019, mentre Di Maio continua a strillare che si tratta di “una priorità assoluta”. Sempre il vicepremier, mentre il suo corrispettivo Salvini naviga sull’onda  del razzismo, della xenofobia, in compagnia di personaggi come l’ungherese Orban, per quanto riguarda il “decreto dignità”, cui tiene come ai propri occhi, sostiene che se si avranno ritardi la colpa viene addebitata ai burocrati ministeriali.

Di Maio incolpa i burocrati se i conti non tornano. Sono le promesse a non tornare

Si dà il caso che questi “burocrati” siano la Ragioneria, i controllori dei conti. I quali dicono a chiare lettere che non ci sono le coperture. Solo promesse. In realtà il consiglio dei ministri nelle sue riunioni non decide un bel niente, non si sa di cosa discutono. Ora puntano tutto sulla abolizione dei vitalizi ai parlamentari, il che se attuato, comporterebbe un risparmio di circa 40 milioni. Un niente mentre si va a rischio che gli ex parlamentari presentino una valanga di ricorsi. Non solo. La presidente del Senato ha molti dubbi mentre quello della Camera invece intende andare avanti spronato da Di Maio che ne aveva fatto un cavallo di battaglia. Insomma il consiglio dei ministri che non produce alcunché.  Di Maio aveva pensato ad un decretone  omnibus dove infilare di tutto, di più. Ma non ci sarebbero i famosi requisiti di “necessità e urgenza” di cui fece uso Renzi Matteo. In compenso il ministro dell’agricoltura ha  intenzione di proporre il ritorno all’uso dei voucher. Da segnalare infine una dichiarazione del presidente dell’Inps il quale sottolinea che i contributi dei migranti sono necessari per coprire la spesa per le pensioni. Non l’avesse mai fatto. Salvini scatta e parte lancia in resta. La realtà è che il consiglio dei ministri non produce niente o quasi. Anzi quel poco che produce sarebbe meglio non lo producesse. Bloccato questo organismo di cui è il presidente, guarda caso  Giuseppe Conte, sono bloccate le Commissioni, a cascata il Parlamento. L’allegra brigata, perché di questo si tratta, non ha neppure la consapevolezza che  Bruxelles  potrebbe chiederci una manovra bis, una correzione di bilancio per diversi miliardi. Per questo Lega e M5S devono continuare in una campagna elettorale che ci porti alle elezioni europee del 2019. E le opposizioni? Lasciamo perdere. Il Pd, in particolare, è impegnato in un dibattito tutto interno, correnti, correntine, invasioni di campo, leggi Calenda che non porta da nessuna parte. Lascia campo libero a Lega e pentastellati. E a sinistra del Pd, parliamo in particolare di Leu? Sono impegnati nella costruzione di pseudo gruppi dirigenti. Se volete contattare Liberi e uguali potete iscrivervi, presentare le vostre riflessioni firmate da almeno cinquanta persone.  Per fare che? Meglio non infierire.

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