Ilva. Fiom, Fim, Uilm a Di Maio: incontro urgente per conoscere posizione e iniziative del governo. Per Grillo, e non solo, l’azienda va chiusa. La trattativa con Arcelor Mittal

Ilva. Fiom, Fim, Uilm a Di Maio: incontro urgente per conoscere posizione e iniziative del governo. Per Grillo, e non solo, l’azienda va chiusa. La trattativa con Arcelor Mittal

Arriva una richiesta al ministro al Lavoro e allo Sviluppo, nonché vicepremier, Luigi Di Maio, da parte di Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm Uil in cui chiedono un incontro urgente, “per illustrare la posizione dei sindacati sull’Ilva” e “conoscere le azioni che il nuovo governo intende mettere in campo”, visto che ArcelorMittal Investco “dal 1° luglio potrebbe prendere possesso degli stabilimenti senza aver raggiunto un’intesa sindacale”. Forse, diciamo forse, dal momento che per questo governo i sindacati di fatto non esistono o non dovrebbero esistere, Di Maio troverà il tempo per svolgere il suo “mestiere” oltre a tallonare il presidente del Consiglio, Conte, e, insieme, a non perdere mai di vista l’altro tutore, Matteo Salvini, il capo della Lega. L’incontro è tanto più urgente anche perché dell’Ilva e del suo futuro ne parlano sia Di Maio che Salvini, nel silenzio del presidente del Consiglio. C’è chi punta alla chiusura della più importante azienda europea interessata alla produzione di acciaio, in particolare fra gli esponenti di M5S a partire, guarda caso proprio da  Beppe Grillo che vorrebbe costruire a Taranto al suo posto un parco con i giochi per bambini. Grillo fra l’altro ignora che Ilva ha sedi anche in altre città a partire da Genova, che per Ilva lavorano aziende che hanno lavori in appalto. Di Maio, di recente, ha solo detto che non la pensa come lui. Il ministro al Lavoro e allo sviluppo non può dire “come la pensa”, deve operare per garantire la sopravvivenza di una delle più importanti aziende italiane, con migliaia di posti di lavoro. Non solo, Di Maio ha il compito istituzionale di affrontare circa 160 vertenze, fra  cui quella che riguarda i lavoratori di Tim.

Fiom, Fim, Uilm nella lettera inviata al ministro fanno presente, appunto, che il dicastero “ha sul tavolo diverse vertenze riguardanti il destino di migliaia di lavoratori. Tra tutte, quella dell’Ilva che va avanti da molti anni. Negli ultimi mesi Fiom, Fim e Uilm hanno partecipato a diversi incontri con il gruppo industriale che si è aggiudicato la gara, Am InvestCo, senza purtroppo arrivare a un’intesa”.

I sindacati ricordano al ministro che “la trattativa è la conclusione di un percorso molto articolato che ha coinvolto anche il ministero dell’Ambiente, un tema che a Taranto merita grande attenzione, così come l’accordo di programma di Genova sulla questione delle garanzie occupazionali per tutti i lavoratori e su cui abbiamo avuto le difficoltà maggiori per il raggiungimento di un’intesa con ArcelorMittal”.

Coordinamento delegati Fiom: le condizioni per riprendere la trattativa

Qualche giorno fa si è svolto il coordinamento Fiom delle strutture e dei delegati Ilva sottolineando ancora una volta che l’assunzione in ArcelorMittal di tutti i lavoratori è condizione preliminare per la trattativa. “Se ci troviamo di fronte ad un vero piano industriale di rilancio, questo significa che a partire dai lavoratori impegnati oggi per far funzionare gli stabilimenti, a salita produttiva deve corrispondere una crescita occupazionale fino al riassorbimento di tutti in ArcelorMittal entro la durata dell’amministrazione straordinaria collegata al piano. Una volta verificata questa condizione si può aprire la trattativa tra sindacati e ArcelorMittal, il cui esito positivo costituirebbe un pre-accordo”. L’accordo complessivo, prosegue la nota “ha bisogno di altri soggetti non presenti a questo tavolo, quali l’amministrazione straordinaria, il governo, e gli enti locali, senza i quali non è possibile affrontare una serie di questioni. L’accordo, infatti, deve comprendere anche le soluzioni in tema di ambientalizzazione e di bonifica di Taranto, di conferma dell’accordo di programma di Genova, degli strumenti di sostegno anche legati all’amministrazione straordinaria, e dell’occupazione negli appalti. Queste – conclude la sigla – sono le condizioni rappresentate anche all’azienda nel corso degli incontri preliminari dei giorni scorsi che allo stato non hanno sbloccato la trattativa”.

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