
C’era una volta quando la domenica nei paesi ci si vestiva a festa per far due passi, scambiarsi saluti, oppure andare alla messa. Anche nelle città la domenica della messa era una occasione per indossare l’abito della festa. Ora tutto è cambiato, nelle campagne i contadini sono sempre meno e sono sempre di più i braccianti che arrivano da altri mondi, migranti in cerca di lavoro. Non vestono gli abiti della festa perché non li hanno e non hanno neppure qualcosa da festeggiare. Anche nelle città è cambiato tutto. La Messa è ancora un luogo di incontro, oltre che di preghiera, un saluto, un ciao come stai e ognuno per la sua strada. Mi sono appostato nei pressi dei palazzi del potere, Quirinale, Palazzo Chigi, Parlamento. Giornata importante. I “nuovi barbari” così qualche giornalista birichino, inglese o tedesco se ben ricordo, ha chiamato la nuova “classe dirigente”, grillini e leghisti che andavano a prender possesso del potere, presidente del Consiglio, ministri maschi e femmine, poche donne, solo cinque su diciannove. Certo la cerimonia del giuramento è sempre un evento importante ma mai nei miei ricordi è stato trasformato in un evento più simile a una sfilata di moda che ad una manifestazione politica cui si richiede rigore, buon gusto. Con i nuovi governanti tutti i famigliari, vestiti a festa per l’occasione, perfino bambine e bambini che appena avevano compiuto i primi passi. Alcune signore sfoggiavano abiti da gran cerimonia.
Conte si autoelogia. Di Maio dà spettacolo con i “suoi” ministri
Un lusso che suonava offesa per quei milioni di poveri che non ce la fanno a campare, per quei milioni di lavoratori che il contratto a tempo indeterminato se lo sognano, per quei milioni di giovani, nuovi migranti, perché qui, da noi, il lavoro non c’è. Alcuni lavoratori, un gruppetto, non escludiamo che sia stata una “sceneggiata” organizzata, hanno atteso l’arrivo del neo presidente, quel Giuseppe Conte, ripescato in extremis, che deve ringraziare Cottarelli che gli ha fatto da apripista e poi, quando Mattarella glielo ha chiesto, si è ritirato, mostrando grande senso dello stato. Conte ha assicurato i lavoratori della Fedex Tnt che protestavano contro i licenziamenti. Un lavoratore gli si rivolge – raccontano le agenzie di stampa: “Lei ha detto che vuole essere l’avvocato di tutti gli italiani, lei è un grande”. Conte ha risposto: “Di Maio è il nuovo ministro dello Sviluppo, abbiamo messo su una bella squadra, vi dovete fidare di questi ministri”. Poi fa presente, falsa modestia, che “non sono un grande, lo devo dimostrare”.
I “Di Maio”, lui e i ministri grillini, arrivano insieme. “Guardate che spettacolo – si legge su facebook – questa è la squadra dei ministri del Movimento 5 stelle. Siamo tantissimi e pronti a far partire il governo del cambiamento e a migliorare la qualità della vita di tutti gli italiani”. Mah! Tantissimi? Saranno sette o otto, visto che sui 18 ce ne sono alcuni non classificabili politicamente. Non solo. Si racconta nei retroscena che tanto piacciono ai nostri colleghi scriba che proprio Di Maio nella riunione del gruppo dei parlamentari è stato messo sotto processo, una dura contestazione per come ha condotto, non coinvolgendo il gruppo.
Volgarità della senatrice Taverna che richiama il Maalox
La senatrice Taverna, vicepresidente del Senato, sarebbe stata la capofila della contestazione. Oggi invece esulta e ricorre perfino alla volgarità quando afferma: “Avviso importante per gli spettatori: i popcorn sono finiti, verranno sostituiti da maxi-confezioni di Maalox”. Parole che richiamano un lontano parente, l’olio di ricino che veniva fatto bere agli antifascisti. Davvero una signora, questa senatrice. Twitta: “Luigi – scrive – ha fatto un lavoro straordinario, da fuoriclasse. È riuscito a guidare all’interno del forte gli ultimi passi di quel cavallo di Troia che è il Movimento 5 stelle”. Andiamo avanti, guardiamo gli arrivi, si fa distinguere il Salvini che non può fare a meno della cravatta color verde e non sopporta la giacca tanto che se la toglie. Già, il Salvini, quello che da un palco di Sondrio nella serata di ieri aveva detto e poi ripetuto a Roma: “Porte aperte in Italia per la gente per bene e biglietto di sola andata a quelli che vengono in Italia a fare casino e pensano di essere mantenuti a vita. A casa loro sarà una delle nostre priorità”. Ancora, il neoministro dell’Interno dice: “Vorrei dare una bella sforbiciata a quei 5 miliardi di euro, che mi sembrano un po’ tantini”.
Il capo della Lega, cravatta verde, indica l’indirizzo di marcia del governo
Parole che non meritano commento ma che danno il segno della direzione di marcia del governo di destra. Una risposta indiretta al Presidente della Repubblica che in un messaggio inviato ai prefetti italiani in occasione della festa del 2 Giugno ha scritto: “Va arrestato con fermezza ogni rischio di regressione civile in questa nostra Italia e in questa nostra Europa, affermando un costume di reciproco rispetto, mettendo a frutto le grandi risorse di generosità e dinamismo dei nostri concittadini”. Salvaguardare l’unità e la coesione nazionale. “Tensioni e prove – scrive – trovano nel quadro delle istituzioni repubblicane piena possibilità di espressione e composizione, in una nazione unita e solidale”.
Già, il punto è che questa nazione, leggi grillini, leghisti, populisti, razzisti, e xenofobi, non è unita né solidale. Mattarella lo sa bene. Dai grillini e dai leghisti è stato brutalmente offeso, fino al tentativo di metterlo in stato di accusa. Poi ci hanno ripensato e hanno fatto marcia indietro. Ci fa piacere, anche se ricordiamo che non solo grillini e leghisti ne hanno fatto bersaglio. Non possiamo dimenticare il linciaggio cui è stato sottoposto il Presidente della Repubblica anche in trasmissioni televisive di largo seguito. In un tg di Sky un giornalista ospite della trasmissione ha affermato che Mattarella era stato autore di un “colpo di Stato” nella indifferenza del conduttore del tg.
I media, le tv in particolare spettacolo indecente, si inchinano al nuovo potere
Già i media, tv in particolare. Uno spettacolo disarmante, un inchino ai nuovi padroni. Telecamere all’assalto, Luigi, Luigi, Giulia, Danilo, Alfonso, Riccardo, Barbara, schiamazzi, fotografi, telecamere, scriba si fanno largo, inseguono il ministro, si danno del tu, quasi una intimità. Questo accade anche nelle interviste televisive. Invece di domande sui problemi da affrontare o, tanto per dirne una, sui messaggi che arrivano dalla Le Pen, da altri leader della destra, dell’estrema destra, indirizzati in particolare a Salvini, il quale se la gode, i media sembrano in preda ad un’orgia, un tam tam barbaro che ha un suono funesto, come le parole contenute nel messaggio inviato da Marie Le Pen a Salvini dove dice che la sua “è una vittoria della democrazia sull’intimidazione e le minacce dell’Unione europea. Nulla impedirà il ritorno dei popoli sul palcoscenico della storia”.
Cottarelli: impossibile realizzate tutto quello promesso
In questa “orgia del potere” c’è anche, per fortuna chi richiama alla realtà. Carlo Cottarelli, vedete come è strana la realtà. Questi giornalisti che si stringono attorno a Di Maio e ai suoi sono coloro che hanno applaudito, cosa mai avvenuta nel corso di udienze al Quirinale, Carlo Cottarelli, il quale non solo ha dato una lezione di dignità a chi si è messo questo parola sotto le scarpe, ma, intervistato da Massimo Giannini a Circo Massimo afferma che “Sarà impossibile realizzare tutto quello che è stato promesso. Non sono d’accordo con questa idea che si possano risolvere i problemi in Italia facendo più deficit pubblico. È invece necessario mettere i conti pubblici in sicurezza e non danneggiare la crescita”. Parole sagge in un’orgia grigio-verde che rischia di portare l’Italia a sbattere. Un’orgia, continuiamo a dirlo, dai segnali chiaramente eversivi.
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