Consiglio europeo. Si tirano le somme. I 4 di Visegrad stappano lo champagne. Pioggia di critiche sul governo da sinistra e da destra. Durissima la Chiesa contro Conte e Salvini

Consiglio europeo. Si tirano le somme. I 4 di Visegrad stappano lo champagne. Pioggia di critiche sul governo da sinistra e da destra. Durissima la Chiesa contro Conte e Salvini

Al termine di un complicatissimo Consiglio europeo, risolto praticamente all’alba, con l’unanimità su un documento comune, si tirano le somme. E i giudizi ovviamente divergono, soprattutto per l’apparente braccio di ferro che per tutta serata di giovedì ha contrapposto l’Italia al resto del’Europa, con la minaccia costante del veto. Il risultato? Per citare una nota commedia di Shakespeare: “tanto rumore per nulla”, e i commenti, soprattutto in Italia, lo confermano apertamente. Resta sullo sfondo, purtroppo, l’immagine di una Europa sbrindellata, divisa, frantumata da correnti politiche al governo in alcuni paesi, compreso il nostro, che si ispiarano esplicitamente a movimenti xenofobi e antiimmigrati, per i quali l’obiettivo è la costruzione di una Fortezza chiusa e inaccessibile, soprattutto per gli africani che siano brutti, sporchi e cattivi. Colui che ha in qualche modo compreso i limiti del documento è proprio Matteo Salvini, che ha glissato sui contenuti veri del documento e si è limitato alla pura propgadanda. Scrive Salvini infatti: “Sono soddisfatto e orgoglioso per i risultati del nostro governo a Bruxelles. Eppur si muove… abbiamo cominciato. Finalmente l’Europa è stata costretta ad accettare la discussione su una proposta Italiana. Rispetto al nulla dei governi Letta, Renzi e Gentiloni sono state accettate numerose nostre richieste. Su altre ancora c’è ancora da lavorare”. Non è altro che l’ammissione di una sconfitta, parziale secondo lui, ma sconfitta.

Il gruppo di Visegrad stappa lo champagne e rivendica il risultato di un’Europa subalterna alla peggiore destra populista

Chi stappa lo champagne è il gruppo di Visegrad, capeggiato dal presidente ungherese Orban. Il premier ceco non ha perso infatti occasione per rivendicare il loro successo, criticando l’Italia. “Il vostro governo ha iniziato molto bene, rimandando indietro le navi. Ma poi ha cambiato posizione”, ha detto all’ANSA il premier della Repubblica ceca Andrej Babis, riferendosi all’esecutivo italiano. “Gli hotspot dentro l’Europa – ha precisato – non sono il modo di affrontare il problema. Se anche oggi quelli italiani si trasformano in europei, certo ci sarà un sostegno in termini di soldi, ma non è il modo giusto. Il modo è combattere i trafficanti e fermare l’immigrazione fuori dall’Europa e applicare il modello della Turchia, che ha fermato l’immigrazione dalla Siria”. Per i Paesi di Visegrad, ha sottolineato, il risultato del Consiglio europeo è stato “molto soddisfacente perché abbiamo raggiunto quello che volevamo: ricollocamenti volontari, niente quote, hotspot fuori dall’Europa, lotta ai trafficanti, e cambio di competenze di Frontex. Le quote sono state un errore fin dall’inizio e oggi non ne parla più nessuno”.

Monsignor Perego, dopo vertice Ue Italia ancora più sola. Durissime le critiche della Chiesa a Conte e Salvini

“Siamo davanti – denuncia monsignor Giancarlo Perego, vescovo di Ferrara ed ex presidente di Migrantes – al fallimento della politica italiana che porterà gravi conseguenze anche nei rapporti con i Paesi dell’Africa che sono i paesi emergenti e che comunque non si fermeranno e continueranno il loro cammino e non faranno che aumentare la tratta di esseri umani attraverso altre vie, creando altra insicurezza”. Per l’arcivescovo è “concreto il rischio dell’abbandono della politica dell’asilo e all’aumento dei morti in mare che stiamo già vedendo, con il rischio di utilizzare risorse come è avvenuto per la Libia e la Turchia dove ci saranno morti, anziché in mare, nel deserto”. Per il presule, dunque, il summit Ue ha sancito una “grave battuta di arresto dell’Europa solidale e una grave battuta di arresto per la politica che doveva vedere l’Italia insieme al resto dell’Europa dell’ovest puntare su una riforma del diritto d’asilo e portare ad un sistema asilo diffuso in tutti i paesi europei”. Quella di oggi, osserva dunque l’arcivescovo di Ferrara, è “un’Europa meno responsabile nei confronti dell’asilo e meno solidale che rischia di aggravare anche i fondamentalismi, cioè il portare molti migranti verso una contrapposizione all’Europa. E questo è un aspetto che veramente si doveva evitare”. Infine, “l’Italia sarà ancora più sola e ancora di più dovrà affrontare da sola questa tematica. Si illude che le chiusure possano portare sicurezza e anche il non affrontare questo tema rappresenta illusioni che si scontreranno nel breve tempo di fronte alla realtà”.

Fratoianni (Leu), Salvini, Di Maio e Conte non hanno ottenuto nulla e festeggiano pure

In Italia, i commenti sugli esiti del Consiglio europeo sono di due tipi: i pentastellati che esaltano Conte, addirittura come una specie di Altiero Spinelli, senza davvero sapere di cosa stiano parlando, perché il Manifesto di Ventotene viene citato del tutto a sproposito; e le opposizioni che invece colgono la vera e propria figuraccia diplomatica italiana, e quel pugno di mosche nelle mani del premier Conte. Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana dichiara in una nota che “Salvini, Di Maio e Conte si dicono soddisfatti del vertice europeo a Bruxelles e festeggiano pure. Ma non hanno ottenuto nulla né sui migranti, né sulle politiche economiche. In particolare – prosegue il leader di Sinistra italiana – sui migranti, la distribuzione per quote, la revisione di Dublino e l’impegno nel soccorso e nell’accoglienza sarà su base volontaria. Le uniche decisioni prese sono l’inibizione del ruolo delle Ong che salvano vite nel Mediterraneo, in assenza dei Paesi europei, e l’appalto delle funzioni umanitarie alla Libia, nota in tutto il mondo per il rispetto dei diritti umani. E per ironia della sorte, il blocco alle richieste dell’Italia arriva proprio dal blocco di Visegrad, cioè gli amichetti di Salvini, con Orban in testa. E’ così: nazionalisti amici, fino a che il presunto interesse della tua nazione non cozza con il presunto interesse della mia. Chiamali amici”, conclude Fratoianni.

Fassina (LeU), compromesso insoddisfacente, nessuno può gioirne

Anche per Stefano Fassina, “il vertice europeo sul governo dei flussi migratori ha raggiunto un compromesso, ancora una volta, al ribasso e senza miglioramenti effettivi. E’ preoccupante l’affermazione del principio di solidarietà su ‘base volontaria’, come è preoccupante l’attribuzione alla legislazione interna di ciascun Paese membro della regolazione dei ‘movimenti secondari’ dei richiedenti asilo. La legislazione comune per il diritto d’asilo è rinviata, mentre viene ribadito che la revisione del Regolamento di Dublino richiede il consenso di tutti”. Stefano Fassina prosegue: “L’unica decisione operativa riguarda i 500 milioni in più per il Trust Fund per l’Africa. Per l’Italia è un risultato largamente insoddisfacente. Ma nessuno può gioirne. La lezione per i nostri ministri – conclude – è chiara: le prove di forza sulla pelle dei disperati non funzionano”.

Martina, segretario reggente del Pd: fronte unitario progressisti contro i sovranisti

“L’Italia è entrata sola in questo vertice e ne esce sola, senza nessuna decisione condivisa, anzi con la conferma che hanno vinto i paesi dell’est, gli amici di Salvini, quelli che non hanno mai voluto l’obbligatorietà delle decisioni in fatto di immigrazione”, dice il segretario reggente del Partito democratico, Maurizio Martina, intervistato al Gr1 sul Consiglio Ue. Sul vertice dei progressisti europei al quale ha partecipato a Bruxelles, Martina aggiunge: “C’è un fronte unitario contro i paesi sovranisti, c’è la consapevolezza che le prossime elezioni europee del 2019 saranno decisive. Credo che anche in queste ore, anche sul nodo dei migranti, si veda chiaramente come in realtà le posizioni estremiste dei paesi nazionalisti, come la Polonia e l’Ungheria, rischiano veramente di prevalere e di fare dei danni incalcolabili ai Paesi del Mediterraneo, Italia in primis”.

Critiche anche da Forza Italia. Carfagna a Salvini: Orban non fa interessi Italia 

Perfino Forza Italia critica l’operato diplomatico del governo al Consiglio europeo. Interviene con durezza Mara Carfagna, che dà lezione a Salvini sulle alleanze europee. “Orban vuole evitare una equa redistribuzione dei profughi e non ha interesse nella difesa delle frontiere esterne dell’Unione, ma solo dei suoi confini nazionali terrestri. E dunque è incomprensibile la replica di Matteo Salvini alle parole di Berlusconi (‘Orban è alleato di Berlusconi e Merkel nel PPE, difende la sua gente’)”, scrive Carfagna in una nota. “Difendere le scelte politiche del governo Orban oggi significa voler trasformare l’Italia in un gigantesco campo profughi, perché Orban come altri è ben contento che siano i soli paesi dell’Europa del Sud a sobbarcarsi la gestione delle emergenze. Abbiamo tutti giustamente criticato il governo francese per i fatti di Ventimiglia e Bardonecchia e ora Salvini difende Orban che fa molto peggio? In Europa si difendono gli interessi italiani costruendo alleanze e promuovendo dialogo, non attraverso una illusoria esibizione muscolare”.

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