
Perizie da rivedere, dati non consegnati, indeterminatezza, a tratti superficialità. Nel decreto che il Tribunale fallimentare ha notificato nella giornata di giovedì ad Atac, la grande municipalizzata di Roma Capitale sarebbero contestati punto per punto i pilastri del piano di concordato proposto. Un piano, come scrive il quotidiano il Messaggero, costato oltre 12 milioni di euro, tra consulenze per consulenti e fatture da pagare ai periti. L’atto, consegnato in queste ore dal presidente Antonino La Malfa e i giudici Lucia Odello e Luigi Argan, parla di “profili di inammissibilità” e proprio questo ha fatto fibrillare l’Amministrazione di Roma Capitale in tutta la sua composizione. Atac, va detto, è la più grande multiservizi d’Europa, ed il suo crack rappresenterebbe un colpo mortale per l’occupazione e l’economia di Roma, ma i conti sono presto fatti, visto il miliardo e passa di debito. Il Tribunale, poi, mette nel mirino anche le pianificazioni future, come l’acquisto di bus per un controvalore di 89 milioni, quando altri capitoli di bilancio parlano di esposizioni molto rilevanti nei confronti dei fornitori. Mobilitati i sindacati, che avrebbero già messo in preventivo assemblee, anche spontanee nei depositi e nei luoghi di lavoro. Tutto avrà, comunque, un punto di parziale ‘non ritorno’ il prossimo 30 maggio, giorno in cui è stata fissata l’udienza che dovrà chiarire alcuni di questi punti decisamente controversi. Intanto, la macchina della politica non perde un colpo e le opposizioni, che avevano duramente contestato il passaggio del concordato preventivo, hanno annunciato battaglia.
Fassina (Sinistra per Roma): “Si materializza un incubo”
Tra i primi, forse il primo in assoluto a prendere posizione, è stato Stefano Fassina Consigliere di Sinistra per Roma: “Purtroppo, per il concordato preventivo di Atac i rischi più volte da noi evidenziati in aula Giulio Cesare sembrano materializzarsi come in un incubo. Il decreto del Tribunale Civile di Roma appena pubblicato rileva carenze gravi nel piano concordatario, conseguenza inevitabile dell’improvvisazione e della instabilità politica manageriale e, non ultimo, dell’assoluta chiusura al confronto sindacale e istituzionale con le quali si è proceduto. La Giunta Raggi non può continuare così su Atac. L’azienda è troppo importante per la città. Il management, per Statuto di Roma Capitale, non risponde soltanto a chi governa pro-tempore, ma anche all’assemblea capitolina. Oggi pomeriggio alla riunione dei presidenti dei gruppi chiederemo un consiglio comunale straordinario e urgente su Atac. I romani devono sapere quali risposte l’Amministrazione e l’azienda intendono dare alla lunga e angosciante lista di rilievi scritta dal Tribunale. Tutti, maggioranza e minoranze, vogliamo contribuire alla salvezza e al rilancio di Atac”.
Durissimo il Pd: “Seriamente preoccupati dai rilievi del Tribunale. A rischio le sorti dell’azienda”
“Il decreto notificato dal tribunale fallimentare ad Atac esprime gravi dubbi sull’ammissibilità del piano di concordato presentato dall’azienda. Siamo seriamente preoccupati dei rilievi evidenziati dai giudici. Ora si apre una fase densa di incognite per il servizio di TPL e che mette a serio rischio le sorti dell’azienda e il futuro occupazionale di migliaia di lavoratori. Più volte come gruppo del PD abbiamo esortato sindaca e giunta ad evitare pericolosi ‘salti nel buio’ suggerendo di proseguire e condividere il percorso di risanamento avviato nella precedente consigliatura. Un piano che aveva iniziato a dare positivi risultati di risanamento come riconosciuto anche dall’ex assessore Colomban. Ora l’azienda capitolina, in poche settimane – aggiunge – è chiamata dai giudici fallimentari a rivedere il piano di risanamento approvato nel mese di gennaio, correggendo le lacune presenti nella documentazione depositata in tribunale. Le incognite sul piano riguardano il rilancio degli investimenti aziendali, il risanamento finanziario, le modalità di copertura dei crediti e le perizie degli immobili. Un documento da riscrivere almeno in parte e che pesa sulle casse dell’azienda quasi 13 milioni tra consulenze e parcelle. Come gruppo del PD, nel ribadire la richiesta di audizione in commissione mobilità dell’assessore Meleo e dell’A.D. Paolo Simioni avanzata già nelle settimane scorse, chiediamo di avere accesso a tutta la documentazione attinente gli atti del tribunale e di calendarizzare in via d’urgenza una seduta dell’Assemblea capitolina”.
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