
Il Dolby Theatre di Los Angeles ha ospitato anche quest’anno la cerimonia degli Academy Award, giunta alla 90esima edizione. Al più “nominato” con 13 candidature agli Oscar, vincitore del Festival di Venezia 2017, è andata la statuetta d’oro: “La forma dell’acqua (The Shape Of Water)”, che lo ha così consacrato a film dell’anno. Regia di Guillermo Del Toro, che si è aggiudicato l’Oscar come Miglior regista.
“Mi piaceva pensare che il mostro non fosse il mostro ma addirittura Shannon, ribaltando le cose. L’ho fatto per mostrare aspetti teneri, come l’affetto tra la creatura e la donna. A dispetto di tanti uomini che non sanno dare amore” aveva dichiarato Del Toro in un’intervista, nell’attesa dell’inizio della cerimonia degli Oscar. Il riferimento alla lotta contro le violenze sulle donne, infatti, non è mancato neppure in questa occasione di festa per il grande cinema. Sono state molte le attrici che hanno scelto di presenziare all’evento indossando degli abiti da sera sui colori del bianco, del rosa e del rosso, per simboleggiare la vicinanza alle vittime, sui quali campeggiano delle spille Time’s Up di solidarietà.
La pellicola di Del Toro è stata premiata anche con gli Oscar per la Miglior scenografia, consegnato a Paul Denham Austerberry, Shane Vieau e Jeff Melvin, e per la Miglior colonna sonora, ad Alexandre Desplat, premiato nel 2015 per “Grand Budapest Hotel”. Occasione sfumata per la scenografa italiana Alessandra Querzola, che ha lavorato in “Blade Runner 2049”.
Sventola bandiera italiana il riconoscimento per la Miglior sceneggiatura non originale che si deve a James Ivory per “Chiamami col tuo nome”, unico film italiano candidato con 4 nomination. “È un film good movie con il quale volevo trasmettere sentimenti positivi, di gioia, seppur dolceamari” aveva commentato il regista palermitano Luca Guadagnino.
Incetta di Oscar per “Tre manifesti a Ebbing, Missouri” del regista americano Martin McDonagh, al quale va l’Oscar per la Migliore sceneggiatura originale, Frances McDormand è la Miglior attrice protagonista, scavalcando la favorita Margot Robbie per “I, Tonya” in cui si è fatta notare invece Allison Janney come Miglior attrice non protagonista; Sam Rockwell è il Miglior attore non protagonista.
“Se non fosse stato per Gary Oldman non avrei accettato il lavoro su questo set. Mi ha giurato di fidarsi soltanto di me e così ho ceduto” sono state le parole di Kazuhiro Tsuji premiato per il Miglior trucco nella pellicola “L’ora più buia” diretta da Joe Wright, insieme ai collaboratori David Malinowski e Lucy Sibbick. I conti tornano, dal momento che la statuetta per il Miglior attore protagonista è stata consegnata proprio all’attore Gary Oldman, calatosi nei panni di Winston Churchill agli inizi della Seconda Guerra Mondiale.
“Tutti insieme prima di iniziare abbiamo approfondito molto la personalità di Churchill, poiché ci affascinava – ha affermato il regista – Colui che con le parole ha saputo modellare un nuovo mondo. Abbiamo cercato di avere il maggior numero di elementi possibili affinché riuscissimo a trasporla sul volto dell’attore”.
Nessuna variazione sul tema per il pluripremiato “Dunkirk” di Christopher Nolan, tratto da reali vicende accadute durante la guerra, che racconta dell’evacuazione di 250.000 soldati a Dunkerque; Miglior montaggio a Lee Smith; Miglior sonoro a Mark Weingarten, Gregg Landaker e Gary A. Rizzo e Miglior montaggio sonoro a Richard King e Alex Gibson.
Pronostici rispettati per “Il filo nascosto” che ha ottenuto soltanto il premio per i Migliori costumi, andato a Mark Bridges.
Sezione Miglior effetti speciali e Migliore fotografia se l’è aggiudicata “Blade Runner 2049” diretto da Denis Villeneuve, che rispettivamente ha visto premiare: John Nelson, Gerd Nefzer, Paul Lambert e Richard R. Hoover; Roger Deakins.
Il film d’animazione “Coco” di Adrian Molina e Lee Unkrich ha vinto il premio di categoria e quello per la Miglior canzone originale con “Remember Me” di Anderson-Lopez e Robert Lopez.
Tra i riconoscimenti minori: Miglior documentario a “Icarus” di Bryan Fogel; Miglior cortometraggio a “The Silent Child” di Chris Overton e Rachel Shenton; Miglior cortometraggio documentario a “Heaven is a Traffic Jam on the 405” di Frank Stiefel.
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